Nel mese di maggio 2010 si è tenuto al santuario di Oropa (Biella) il convegno internazionale Nigra sum. Culto, santuari e immagini delle Madonne nere d’Europa, il primo convegno che cerca di far luce su un fenomeno religioso che sta destando negli ultimi decenni un diffuso interesse, quello della presenza di Madonne nere o dal volto scuro, principalmente legato alla presunta permanenza di culti di divinità femminili delle religioni pagane o al sospetto che culto ed edificio siano appartenuti al celebre ordine cavalleresco dei Templari.
Nel santuario di Oropa si venera una madonna nera. È noto inoltre che Oropa sotto il dominio sabaudo era una sorta di santuario “nazionale”. Queste due caratteristiche, la presenza di un simulacro o di una icona di Vergine Nera e il legame “patriottico” del santuario mariano, sono caratteristiche di altri celebri santuari d’Europa, come Czestochowa e Montserrat. Da questi spunti è partita l’idea del convegno internazionale, per il quale occorreva però una rapida istruttoria per raccogliere dati e problematiche da affrontare. La prima consultazione dei siti web aveva subito svelato l’imponenza del fenomeno delle Madonne Nere, per cui si decise di effettuare una più seria ricerca online, che venne condotta tra il dicembre 2008 e l’aprile 2009 dal dott. Emanuele Rolando sotto la supervisione del comitato scientifico del Centro di documentazione sui Sacri Monti (ricordando che il santuario di Oropa ha anche il Sacro Monte per cui fa parte del sito Unesco dei Sacri Monti di Piemonte e Lombardia patrimonio dell’umanità) e del prof. Bernardi dell’Università Cattolica di Milano.
La scelta di utilizzare come unica fonte di ricerca quell’immenso serbatoio informativo che è il Web, se da una parte ha permesso di creare in tempi rapidi un elenco il più possibile esaustivo di Madonne Nere presenti in Europa, dall’altra ha messo in evidenza la scarsa attendibilità di molte informazioni, dovuta in gran parte alle controverse interpretazioni del fenomeno. Ciò ha imposto il congelamento del materiale schedato, per il quale sarà necessario verificare, attraverso un lungo e rigoroso controllo, la bontà delle informazioni raccolte. Nel sito web www.nigrasum.it compaiono quindi attualmente solo una parte delle informazioni raccolte ovvero l’elenco dei 746 casi censiti e i relativi link di rimando. Ciò nonostante il database si propone come prezioso strumento di consultazione sul fenomeno delle Madonne Nere.*
Per dare solo un’idea geoantropologica dei risultati del censimento, vediamo come sono distribuite in Europa le 746 Madonne nere:
Francia: 431, Italia: 126, Spagna: 108, Germania: 18, Belgio: 17, Malta: 8, Svizzera: 7, Austria: 5, Repubblica Ceca: 4, Romania: 3, Portogallo: 3, Polonia: 2, Croazia: 2, Lussemburgo: 2, Regno Unito: 2, Irlanda: 1, Kosovo (Serbia): 1, Lettonia: 1, Lituania: 1, Montenegro: 1, Ungheria: 1, Turchia: 1
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L’altissimo numero di Madonne nere trovate in Francia è dovuto, da un lato, all’effettivo primato francese, dall’altro, al fatto che Oltralpe la ricerca delle Vierges noires è ormai giunta ad un livello molto avanzato. Attraverso la ricerca web nessun altro stato ha fornito informazioni sulle Madonne nere presenti sul suo territorio in modo altrettanto accurato.
A proposito della complessa questione del pimento della Vergine, trattandosi di una primissima schedatura o ricognizione, d’ordine generale, si è preferito tener conto di ogni caso di icone e statue di Madonna considerata “nera” o “bruna”. Oltre alle Madonne universalmente riconosciute come “nere” (es. Oropa), ci sono infatti molti altri casi: Madonne “brune” (di incarnato scuro, ma non nere), Madonne “sbiancate” (che erano nere, ma che sono state rese bianche, ma sono ancora venerate come nere o brune, es. Crea) oppure Madonne che da alcuni sono considerate nere e da altri no (es. Orcival).
Sul perché le Madonne siano nere il convegno ha dato risposte in gran parte esaurienti. Non sembrano infatti esistere Madonne in origine nere o scure. Lo sono diventate nel corso del tempo per fenomeni chimici o per l’intenso fumo dei ceri che ardevano sotto le immagini. È vero tuttavia che tale caratteristica, la negritudine, è diventata poi così popolare da indurre i restauratori alla curiosa alternanza di pitture chiare o scure a seconda che si volesse salvaguardare il principio della fedeltà all’originale o il principio della fedeltà alla percezione popolare, per altro sostenuta in alcuni casi dalle autorità ecclesiastiche, specie dopo la ventata iconoclastica della riforma, per testimoniare l’estrema antichità del culto e la sua aura extraquotidiana, dunque divina.
Una delle caratteristiche fondamentale della Madonna nera o bruna o scura è quella di avere in braccio il bambino Gesù. È l’immagine della Madre di Dio. Il culto della Madre di Dio cristiana è una storia immensa e incredibile da raccontare. È una storia di cura divina e misericordiosa di tante terre, di tante persone, di tanti tempi. Ma il dato antropologico più interessante da mettere in evidenza è il confronto tra la Madre di Dio e le antiche Madri. Quest’ultime erano note per la loro ambivalenza, perché erano a volte divoranti, irate e onnipotenti, a volte benigne, nutrici e protettive. Bianca o nera, invece, la Madonna si rivela sempre ai fedeli come una donna dolce, bellissima, premurosa, una Mamma protettrice, onnipotente e divina, che ama tutti i suoi figli e li protegge dai nemici, dai pericoli, dai mali per tutta la vita e oltre la morte.
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* NOTA – Va detto che esistevano già alcuni siti (o portali) sul tema delle Madonne nere, molti dei quali riportavano anche alcuni elenchi, più o meno approfonditi. In primis bisogna segnalare il sito Architecture et patrimoine (http://www.culture.gouv.fr/culture/inventai/patrimoine/), curato dal Ministero della Cultura francese. Il sito è il modello perfetto di ricerca. Le schede, tutte relative al territorio francese, sono molte precise e ricchissime di informazioni.
Il sito Vierges Noires (http://viergesnoires.marie-madeleine.com/index.htm) è ad oggi aggiornato solo per la Francia; segnala moltissime Madonne nere (più del sito precedente), ma non dà molte informazioni e talvolta confuse.
Il sito Black Madonnas (http://campus.udayton.edu/mary/resources/blackm/blackm.html) vale per tutti i Paesi e dà più informazioni rispetto al sito precedente, ma talvolta è impreciso.
Il sito Inventaire des sanctuaires et lieux de pèlerinage chrétiens en France (http://www.coldev.org/sanctuaires/index.php?r=cons) è affidabile e schematico, ma ha finora schedato poche Madonne nere.
Il sito Lieux Sacrés (http://lieuxsacres.canalblog.com/) è amatoriale, ma è attento alle Madonne nere ed ha delle bellissime immagini. Vale sostanzialmente solo per la Francia.
Il sito Marie de Nazareth (http://www.mariedenazareth.com/1.0.html) è sintetico ed abbastanza affidabile.
Il sito Notre Dame de France. La Vierge pélerine (http://notre-dame-de-france.com/fr/les-108-statues-qui-ont-pelerine-en-france-en-1995-et-1996) non è specifico sulle Madonne nere, ma alcune delle Madonne di cui parla sono nere; ha delle belle immagini.
Wikipedia, alla voce “Madonna nera”, dà un buon elenco di Madonne nere, soprattutto nella versione italiana (http://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_Nera) e tedesca (http://de.wikipedia.org/wiki/Schwarze_Madonna). Molti altri siti che parlano delle Madonne nere, spesso, adottano gli stessi elenchi di Wikipedia.
Il sito Turismo: la Ruta de las Vírgenes Negras (http://infokrisis.blogia.com/2005/072701-turismo-la-ruta-de-las-virgenes-negras.php) elenca le Madonne nere spagnole ed è abbastanza affidabile, ma non dà molte informazioni.
Il sito La diffusion de la dévotion et de l’iconographie de Notre-Dame de Montaigu (http://www.er.uqam.ca/nobel/r14310/NDdBS/NDdeMontaiguDiffusion.html) tratta delle statuette (moltissime delle quali venerate come Madonne nere) ricavate dalla quercia miracolosa di Montaigu (Belgio).
Il sito http://photo.net/photodb/presentation?presentation_id=339344 è un blog, ma ha delle bellissime immagini di Madonne nere francesi.
(Claudio Bernardi)