Quando sussurrate qualcosa all’orecchio di qualcuno, non fatelo all’orecchio sinistro: una ricerca sviluppata da due scienziati italiani dimostra infatti che le nostre orecchie non sono equivalenti e che l’orecchio destro sente meglio, rendendoci più sensibili al messaggio udito. La natura quindi fa preferenza e, in questo caso la preferenza dipende dall’asimmetria cerebrale, la stessa che è responsabile del fatto che siamo destrimani o mancini.
La ricerca è stata condotto da Luca Tommasi e Daniele Marzoli dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Naturwissenschaften. Abbiamo chiesto a Tommasi e Marzoli di spiegare i loro esperimenti ai lettori de il sussidiario.net
I risultati della vostra ricerca, che mostra la diversa sensibilità delle due orecchie, si basano sulla asimmetria cerebrale: come si può spiegarla in termini semplici?
Ciascun orecchio è connesso ad entrambi gli emisferi cerebrali, ma le connessioni tra un orecchio e l’emisfero controlaterale sono più forti rispetto a quelle tra un orecchio e l’altro emisfero. Rispetto a quelli ascoltati dall’orecchio sinistro, quindi, gli stimoli verbali ascoltati dall’orecchio destro hanno una via di accesso più diretta all’emisfero sinistro, cioè all’emisfero deputato alla elaborazione delle informazioni linguistiche. Questo fa sì che l’orecchio destro sia avvantaggiato nella percezione delle informazioni di tipo linguistico. Ciò è vero soprattutto quando alle due orecchie sono presentati contemporaneamente due differenti stimoli verbali (se interrogati al riguardo, nella maggior parte dei casi i soggetti riferiscono di aver sentito lo stimolo presentato all’orecchio destro), ma lo stesso vantaggio si osserva quando uno degli stimoli concomitanti è semplice rumore bianco. Al contrario, l’emisfero destro è specializzato per il riconoscimento delle emozioni e le informazioni non verbali, e difatti l’orecchio sinistro mostra un vantaggio per queste categorie di stimoli.
Prima dei vostri esperimenti, c’erano già indizi o studi particolari che andavano in quella direzione?
Molte ricerche di laboratorio hanno già documentato il vantaggio dell’orecchio destro per gli stimoli linguistici. Tuttavia, noi non siamo a conoscenza di studi di tipo ecologico (cioè realizzati in situazioni naturali) su soggetti umani adulti. Al contrario, studi simili al nostro sono stati realizzati in varie specie animali.
Può descrivere come avete impostati i tre esperimenti?
Il primo studio (in questo caso non possiamo parlare di esperimento) è consistito in una semplice – ma paziente – osservazione di interazioni verbali tra individui di entrambi i sessi in un ambiente rumoroso (discoteca).
Il secondo studio (di tipo quasi-sperimentale) ha avuto lo scopo di replicare i risultati del primo, ma inducendo una risposta di orientamento da parte dei soggetti. A questo scopo (nella stessa situazione del primo studio) una sperimentatrice si avvicinava frontalmente a soggetti di entrambi i sessi bisbigliando una frase incomprensibile, per poi registrare quale orecchio veniva offerto.
Il terzo studio (sempre di tipo quasi-sperimentale) ha voluto esaminare se indirizzare una richiesta all’orecchio destro o sinistro dei partecipanti potesse influenzare la loro disponibilità a soddisfare tale richiesta. Nello stesso ambiente dei due esperimenti precedenti, una sperimentatrice avvicinava soggetti di entrambi i sessi e chiedeva una sigaretta parlando al loro orecchio destro oppure sinistro.
Come avete analizzato i risultati e come siete giunti alle conclusioni pubblicate su Naturwissenschaften?
I risultati sono stati analizzati facendo uso di un test statistico che permette di raffrontare le frequenze relative di due o più eventi, che ha mostrato come nel primo e secondo studio i soggetti abbiano utilizzato in proporzione significativamente maggiore l’orecchio destro rispetto al sinistro. Nel terzo studio, le richieste rivolte all’orecchio destro sono state soddisfatte in proporzione significativamente maggiore. I nostri risultati confermano in una situazione ecologica il noto vantaggio dell’orecchio destro osservato in laboratorio, e supportano inoltre quegli studi che indicano il coinvolgimento degli emisferi sinistro e destro rispettivamente per le emozioni positive (e i comportamenti di approccio/avvicinamento) e per le emozioni negative (e i comportamenti di evitamento/allontanamento).
Avete in programma ulteriori sviluppi di queste ricerche?
Come abbiamo accennato nel nostro articolo di Naturwissenschaften, si potrebbe verificare se da parte di chi parla esista una tendenza, complementare (seppur indipendente) al comportamento di chi ascolta, a rivolgersi all’orecchio destro del proprio interlocutore. Inoltre, sarebbe interessante replicare il secondo e il terzo studio con uno sperimentatore di sesso maschile invece che femminile.