“Un messaggio per tutti e non solo per la regione araba”, questo il senso del Premio Nobel 2015 per la Pace che è andato poco fa al Quartetto del Dialogo Nazionale in Tunisia, rendendo onore e merito ai positivi sforzi per la democrazia nel paese tunisino da parte di quattro organizzazioni della società civile che dopo la Primavera Araba si sono impegnate a fondo per la vera costruzione. Il messaggio e l’annuncio è stato dato da Kaci Kullmann Five, la presidente donna del Comitato Nobel norvegese che pochi minuti fa ha assegnato il Nobel per la Pace 2015 che nell’intervista seguente, già pubblicata sui social, afferma come questo premio non sia relativo solo al mondo arabo e nordafricano, ma può essere un monito e un messaggio per tutti i luoghi del mondo dove la costruzione di uno stato libero e moderno è ancora una sorta di miraggio. Ecco qui il video dell’intervista.
Il Quartetto del Dialogo Nazionale tunisino vince il Premio Nobel 2015 per la Pace: in sostanza il premio ambito va alla Primavera Araba, o almeno a quella parte che ha avuto una conseguenza non dannosa per lo scacchiere africano-islamico-mediorientale. Proprio in Tunisia, anche se con grandi fatiche e sacrifici, oggi si può dire che la Rivoluzione dei Gelsomini del 2011 ha avuto un senso, con la conquista della Costituzione laica e democratica come primo passo di soluzione dei vastissimi problemi di libertà e società in quelle terre. Il Nobel dunque quest’anno premia lo sforzo di alcune organizzazioni chiave della società civile tunisina: L0unione generale tunisina del lavoro, la Confederazione dell’Industria del commercio e dell’artigianato, la Lega tunisina per i diritti dell’uomo e infine l’Ordine nazionale degli avvocati di Tunisia. Insomma, rappresentano diversi settori e interessi della società e negli ultimi anni hanno collaborati come mediatori per la democratizzazione del paese nordafricano. Dopo la Rivoluzione del 2011 questo Quartetto del dialogo ha costruito e oggi raccoglie un merito per quello sforzo, vincendo il Nobel per la Pace 2015, specificando che il premio non va alle singole organizzazioni ma all’interezza di questa quartetto. La cosiddetta primavera araba è iniziata in Tunisia tra il 2010 e il 2011 e diffusa poi in tutto il Nord Africa con conseguenze non proprio positive ma che partivano da un punto legittimo e capitale, la limitazione alle libertà oggi nel secondo millennio non devono più essere accettate. La Tunisia però ha fatto eccezione alle derive terroristiche e islamiste degli altri Paese ed è transitata con lentezza ma costante crescita verso una democrazia moderna con il presidente Bem Ali.
Il Premio Nobel 2015 per la Pace è appena stato annunciato: ha vinto il Quartetto del Dialogo Nazionale in Tunisia. Stupisce sempre l’Accademia del Nobel che assegna il premio più ambito al mondo in ambito politico e sociale, e le motivazioni che vengono lette sono sorprendenti ma interessanti. Vincono queste 4 organizzazioni umanitarie che si sono contraddistinte per il loro contributo determinante nella costruzione di una democrazia pluralistica in Tunisia in seguito alla Rivoluzione dei Gelsomini. Ecco dunque chi forma questo strano ma importante “quartetto”: sono UGTT, UTICA, LTDH e l’Ordine tunisino degli avvocati. Lo ha annunciato il presidente dell’Accademia norvegese del Nobel, Kaci Kullmann Five, la prima donna in questo ruolo che ha dunque reso onore agli sforzi per la costruzione della democrazia dopo le primavere arabe del 2011, che sono sfociate nell’unica forse che ha avuto una conseguenza positiva e non dannosa, proprio in Tunisia. Nei prossimi aggiornamenti tutte le informazioni e le curiosità su questo nuovo Premio Nobel 2015 per la Pace.
Chi vincerà il Premio Nobel 2015 per la Pace e per il mantenimento della cooperazione internazionale e tra gli individui del mondo? Ancora qualche minuto e da Oslo riceveremo il nome della persona o dell’organizzazione che avrà ricevuto il titolo di così alto spessore. Ma nelle precedenti edizioni chi ricevette il prestigioso premio? Pioniere tra tutti fu lo svizzero Jean Henri Durant che nel 1901 ricevette il primo Nobel per la Pace, per aver inventato e fondato la Croce Rossa, premio poi raddoppiato e andato alla grande organizzazione medica nel 1944 per l’impegno lodevole e decisivo durante la Seconda Guerra Mondiale. Per rimanere in profili importanti, nel 1964 fu la volta di Martin Luther King che la sua lotta contro il razzismo divenne un simbolo mondiale ancora oggi vivente. Nel 1973 Kissinger ricevette il premio per le trattative di pace dopo la guerra in Vietnam, al pari di Le Duc Tho, vietnamita che però rifiutò il premio. Nel 1979 invece una donna che mise d’accordo tutti ovvero Madre Teresa di Calcutta per il suo impegno umanissimo contro la povertà, mentre Nelson Mandela nel 1993 ottenne il Nobel per la sua lotta all’apartheid in Sud Africa. Venendo ai nostri giorni, controversi i premi negli ultimi anni: nel 2009 il Nobel per la Pace a Barack Obama fece storcere il naso a molti, come quello per l’Unione Europea, per entrambi i motivi di diplomazia e promozione dei diritti civili e umani. E gli ultimi della lista? Sono Malala Yousafzai e Kailash Satyarthi, premiati per la loro lotta contro la soppressione dei diritti di istruzione ed educazione. Per quest’anno non ci resta che pazientare qualche attimo e lo sapremo.
Chiunque sia che tra pochissimo riceverà il Premio Nobel 2015 per la Pace diventerà nel giro di pochissimo tempo conosciuto, se già non lo fosse, e subirà una sorta di netta divisione tra lodatori e polemisti come purtroppo sempre più spesso accade negli ultimi anni e nelle ultime premiazione del Nobel più conosciuto e chiacchierata nel mondo. Di certo un premio per la pace che divide subito non è un grande spot per il premio stesso, ma il problema è legato al problema congenito per cui viene consegnato l’ambito premio: è difficilissimo trovare qualcosa che al giorno d’oggi unisca e non divida e chi ci tenta oltre che riuscirsi merita già di per sé una menzione. Ma chi sono i favoriti dunque questo anno? Eh sì, il tema quasi sicuro sul quale si concentrerà la scelta del vincitore ipotizziamo essere quello dei migranti: il 2015 è la “consacrazione” di questa emergenza mondiale, quasi biblica dei popoli africani e mediorientali che fuggono dalle dittature e dallo Stato Islamico. E allora Angela Merkel e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati risultano i primi nomi favoriti proprio per il loro diverso impegno rispetto alla situazione dei migranti, mentre Don Mussie Zerai, fondatore e presidente dell’agenzia Habeshia potrebbe essere il nome outsider, impegnato anche lui a dare assistenza ai richiedenti asilo che scappano da guerre, dittature e persecuzioni di vario genere. Cambiando genere, potrebbe essere un nome interessante quello di Juan Manuel Santos, il presidente della Colombia che ha portato a casa una trattativa enorme e lunghissima per la tregua con le FARC, gruppo armato marxista che controlla da 50 anni metà del Paese. Altri nomi potrebbero essere John Kerry, segretario di stato Usa, Mohammad Zarif, ministro degli esteri iraniano o anche Federica Mogherini, sempre all’interno dell’accordo storico sul nucleare dell’Iran. Ma due nomi su tutti potrebbero sconvolgere la platea mondiale: Papa Francesco sarebbe il primo pontefice della storia a ricevere il premio, mentre per Edward Snowden che ha permesso di scoprpire tutti i segreti (Wikileaks) delle comunicazioni tra Usa e stati nel mondo i bookmakers puntano forte. Ecco, diciamo che non sempre essere quotati significa avere delle buone motivazioni e ovviamente non si riferiamo alla giusta candidatura di Bergoglio.
Ma la vera domanda è: chi sarà il vincitore quest’anno del Premio Nobel 2015 per la Pace? Forse la premiazione più politica nella grande filiera dei Nobel 2015, di certo il meno scientifico e quello con più fattori da tenere in considerazione che ripetiamo purtroppo spesso diventano un assist per un messaggio politico da dare e non tanto un riconoscimento sincero per la pace. Difficile poi stabilire anche questo ma il motivo non deriva da colpe particolari ma semplicemente dal fatto che il concetto di pace è strano e complesso: si può davvero operare per la pace anche con uno sforzo piccolo e quotidiano e magari nascosto, oppure evitare una guerra in maniera eclatante.
In entrambi i casi si può parlare di opera costruttiva per un bene comune, ma come decidere davvero chi è meritevole? Non vorremmo essere nel Comitato norvegese per i Nobel che questa mattina a Oslo si riunirà e poi proclamerà alle 11 in diretta streaming mondiale il vincitore del Premio Nobel 2015: sarà Kaci Pullman Five, la presidente donna del Comitato che leggerà il nome tanto atteso e ovviamente ancora adesso c’è grande segretezza intorno alla persona o all’organizzazione che otterrà l’importante riconoscimento.
Il premio, che per esteso formula così “l’impegno costante per il mantenimento della pace” è stato previsto nel testamento di Alfred Nobel nel 1895, esattamente come per tutte le altre categorie che in questi giorni sono state assegnate ad importanti personalità in quel campo.
Assegnato per la prima volta nel 1901 (e andò allo svizzero fondatore della Croce rossa, Jean Henry Dunant), per volere di Nobel il premio deve essere consegnato e deciso, a differenza dalle altre categorie che hanno sede svedese, a Oslo in Norvegia e il motivo è singolare: la Norvegia era allora per Stoccolma una sorellastra e il grande scienziato vedeva in quello stato la realizzazione ideale di un paese attivo e vivo nella cultura e nella politica di fratellanza, per questo scelse questo particolare premio di cooperazione internazionale che fosse consegnato in uno stato che rappresentasse tutto questo. Quest’anno il Comitato ha fatto sapere che i candidati per la decisione finale sono 273, di cui 68 organizzazioni e ben 205 persone in carne ed ossa: al vincitore andranno circa un milione di euro come premio e la tradizionale medaglia dorata recante l’effigie di Alfred Nobel.
Chi vincerà dunque l’edizione di quest’anno dopo che Malala Yousafzai trionfò lo scorso anno? C’è un solo modo per scoprirlo ed è quello di collegarsi tra poche ore in diretta mondiale per seguire il breve ma significativo annuncio della Presidente del Comitato norvegese per il Nobel ad Oslo. Sarà possibile seguire l’evento in streaming live da ogni parte del mondo collegandosi alle ore 11 sul sito ufficiale dell’edizione (Nobelprize.org) oppure seguire sul video che vi proponiamo noi qui sotto, direttamente legato al canale ufficiale Youtube del Premio Nobel 2015.