Ieri all’università Luiss Guido Carli di Roma si è tenuto un incontro con la presenza di imprenditori, studenti, docenti, dirigenti scolastici, rettori universitari. Si è trattato della prima Giornata dell’Education organizzata da Confindustria in collaborazione con Il Sole 24 Ore e il quotidiano digitale Scuola 24. Vi hanno preso parte il presidente di Federmeccanica Fabio Storchi, il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, il presidente della Crui Stefano Paleari, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in una tavola rotonda moderata dal direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano. Hanno aperto i lavori il vicepresidente di Confindustria per l’Education Ivan Lo Bello mentre la conclusione è stata affidata al ministro per l’istruzione e al presidente di Confindustria Squinzi. Sono state presentate le 100 proposte di Confindustria per la riforma del sistema educativo. Giorgio Squinzi, nel suo intervento, ha detto che questa iniziativa nasce dalla consapevolezza che l’education ha “una valenza di assoluta e urgente importanza per la modernizzazione strutturale del Paese e per le sue possibilità di riprendere a crescere in modo virtuoso”. L’Education per la crescita è il documento che raccoglie gli spunti, mettendo al centro del sistema la scuola, l’università, la formazione professionale e gli Its. I principi fondanti sono quelli dell’autonomia, della valutazione, del merito, dell’innovazione didattica. Entrando nel dettaglio delle proposte, si è parlato di alternanza scuola-lavoro in tutti i livelli di istruzione e di alternanza obbligatoria negli ultimi tre anni di istruzione tecnica. E ancora: avviare un piano di orientamento nazionale in tutti i livelli di istruzione; rendere obbligatorio numero minimo di ore per illustrare percorsi formativi di scuole e università e relativi sbocchi professionali; rafforzare alternanza scuola-lavoro nei periodi estivi; semplificare apprendistato di primo e terzo livello (ridurre costi per le imprese); incentivare “Erasmus in azienda” e percorsi di laurea in apprendistato; anticipare tirocini e praticantati durante gli studi universitari; potenziare i servizi di placement nelle scuole superiori e università”; focalizzare le risorse per i nuovi ITS tenendo conto delle vocazioni produttive del territorio; favorire la presenza delle associazioni imprenditoriali nelle Fondazioni ITS; incentivare imprese che investono in formazione scolastica e universitaria. Un’altra delle proposte è la riduzione del curriculum scolastico, che passerebbe da 13 a 12 anni, così come l’obbligo scolastico e l’immissione a ruolo degli insegnanti. Di fronte “all’iper centralismo del ministero”, poi, gli industriali chiedono una effettiva autonomia responsabile delle scuole nella gestione didattica, organizzativa e finanziaria. Infine potenziare l’Invalsi, abolire il valor legale del titolo di studio, premiare gli atenei eccellenti per didattica e ricerca con l’aumento della quota di premio.