Nell’Istituto di istruzione superiore Bachelet di Abbiategrasso da alcuni anni opera il gruppo teatrale Wip, un gruppo che si è affermato perché rende i giovani protagonisti di ciò che mette in scena. Questo metodo lo si è potuto vedere nello spettacolo teatrale dal titolo “Le valigie di Auschwitz”, presentato il 3 febbraio nel contesto di una serie di iniziative dedicate al Giorno della memoria, nella mattinata nell’auditorium della scuola per le classi che vi hanno aderito, alla sera per tutta la cittadinanza al Cinema al Corso di Abbiategrasso. Il gruppo teatrale è composto da studenti e studentesse, il regista che ne valorizza le capacità è Maurizio Brandalese, cui si deve la messa in scena di questa nuova opera per non dimenticare: per farlo si è avvalso della collaborazione di alcuni insegnanti della scuola, le prof.sse Ricotti, Barbagallo, Capozza e Vassalli.
Interessante e significativo il metodo con cui Brandalese ha costruito lo spettacolo: non ha proposto ai ragazzi e alle ragazze un testo da recitare, ma ha proposto loro di costruire insieme lo spettacolo teatrale, chiedendo a tutti di confrontarsi con esperienze di internamento, sia con testi significativi sia andando a conoscere persone che hanno vissuto direttamente l’esperienza del lager.
Questo ha fatto crescere lentamente la forma e il contenuto dello spettacolo, perché i ragazzi e le ragazze hanno avuto modo di immedesimarsi in modo più vivo nelle persone di cui hanno scoperto e incontrato la drammatica esperienza. Ne è scaturita un’opera nuova, di grande valore, perché i giovani attori non si sono limitati a spiegare cosa sia la Shoah, né hanno detto le ragioni per cui non dimenticare, ma si sono immedesimati con persone reali che sono passate dentro la tragedia della “soluzione finale”.
Che questo lavoro di immedesimazione sia stato quanto mai efficace lo si è potuto vedere quando “Le valigie di Auschwitz” è stato rappresentato, il 3 febbraio, due volte a scuola, e alla sera per tutta la cittadinanza. Ciò che ha colpito e commosso è che i ragazzi e le ragazze del gruppo teatrale Wip hanno colto che dietro ogni volto e ogni nome vi è un’esperienza unica e a questa esperienza essi hanno guardato mettendola in scena. La resa è stata perfetta: in scena si è vista in azione una unità affascinante di persone, esperienze ed emozioni.
Questo spettacolo teatrale insegna molto anche su come vivere la memoria. I giovani che hanno messo in scena “Le valigie di Auschwitz” lanciano un ben preciso messaggio: non si fa memoria spiegando che cosa sia la Shoah, ma immedesimandosi in chi l’ha vissuta per poter vivere oggi un pieno ritorno all’umano.
Dalle “valigie di Auschwitz” viene una sfida a guardare ogni “valigia”, e così si potrà scoprire che ogni valigia è unica proprio come lo è ogni storia. Una lezione importantissima: si può finalmente e veramente non dimenticare solo scoprendo una dopo l’altra le storie di chi ha sofferto, per trovare dentro di esse un fiotto incontenibile di speranza.