Le scuole della Fondazione Karis di Rimini hanno realizzatopresso il Centro culturale Tarkowskij, nell’ambito dell’Open day disabato 21 gennaio scorso, un incontro pubblico con l’astrofisicoMarco Bersanelli, autore del libro Il grande spettacolo del cielo. Otto visioni dell’universo dall’antichità ai nostri giorni. Abbiamo chiesto al professor Paolo Valentini, direttore scolastico della Fondazione, di raccontarci come e perché è nata questa idea proprio nel contesto di un Open day.
Prof. Valentini, come è nata l’idea di questo incontro?
L’incontro con il professor Bersanelli è nato dalla lettura del libro uscito recentemente Il grande spettacolo del cielo. E’ un libro molto interessante e originale, nel quale l’autore coniuga una grande competenza scientifica, su argomenti che purtroppo, spesso, sono un po’ bistrattati dai programmi ministeriali, ad un’insolita e originale capacità di sintesi tra la scienza e le arti.
Il vostro liceo è intitolato a Georges Lemaître, che è stato anch’egli un importante astrofisico. Bersanelli si sarà sentito a casa.
Sì, il nostro liceo scientifico è intitolato a questo grande fisico, astronomo e sacerdote belga. Lemaître fu il primo a capire che lo spostamento verso il rosso della luce delle stelle era la prova dell’espansione dell’universo. La sua fama non è certo pari a quella di Einstein, eppure secondo Bersanelli — come ha affermato anche durante l’incontro — Lemaître ha addirittura superato Einstein nella capacità di osservare i risultati delle scoperte di quest’ultimo, che non voleva ammettere un universo in espansione. Le dirò anche di più: il nome del liceo ci fu suggerito proprio da Bersanelli, a dimostrazione ulteriore della grande stima che gli porta.
Che cosa significa per la vostra scuole e per i vostri studenti la scelta di questo nome?
Quello che vogliamo trasmettere ai nostri studenti è proprio la posizione di apertura di Lemaître, capace di sfidare addirittura un genio come Einstein sul campo dell’osservazione della realtà. L’apertura di fronte alla realtà e il desiderio di non fermarsi ai risultati, per quanto grandi, conseguiti da altri, continuando a cercare ancora: è questo che, crediamo, possa e debba appassionare i nostri studenti.
E questo è stato il tema anche dell’incontro con Bersanelli?
Assolutamente sì. Bersanelli è riuscito a comunicare in pieno sia la sua passione per la ricerca che un’instancabile apertura di fronte alla realtà, raccontando il suo affascinante percorso di studio di questi anni dalle grotte di Lascaux al satellite Planck, fino allo scoop sulla Sagrada Familia…
Scoop sulla Sagrada Familia? Di cosa si tratta?
È una cosa bella e sorprendente nello stesso tempo: Bersanelli è stato coinvolto da alcuni anni nella progettazione della torre di Cristo della famosa cattedrale, in cui sarà rappresentato l’universo.
Un astrofisico coinvolto nella realizzazione di un’opera che unisce architettura, arte, storia e religione. Non è cosa di tutti i giorni.
Eh sì, infatti. Ma conoscendolo si capisce il perché. L’aspetto più coinvolgente della sua persona — ed è stato evidente anche durante l’incontro — è proprio la capacità di tenere insieme la spinta ideale dell’uomo con le recenti sfide della scienza, senza cedere alla tentazione di ridurre la scienza alla sua dimensione tecnologica, che resta pur sempre essenziale.
E com’è nata l’idea di allargare l’incontro alle scuole medie statali di Rimini, che tra l’altro sono vostre concorrenti?
L’occasione era troppo grande per tenerla solo per noi. Abbiamo voluto condividerla perché più che le iscrizioni (che sono importantissime, eh!) ci interessa il bene dei ragazzi, di tutti i ragazzi, e l’occasione di crescita rappresentata dall’incontro con un testimone così, ci ha spinto ad allargare la proposta anche alle classi terze medie statali della provincia di Rimini.
Insomma, davvero una apertura a tutti i livelli. Anche andando controcorrente.
Sì, guardi, il periodo dell’orientamento è ridotto troppo spesso ad una compravendita di studenti. Per carità, è anche comprensibile, ma a volte si rischia di perdere l’orizzonte ideale e di trattare i ragazzi e le loro famiglie quasi fossero numeri e basta.
E c’è stata una buona risposta?
Direi di sì. Due intere classi di terze medie statali hanno aderito e uno degli studenti è anche intervenuto per chiedere a Bersanelli le ragioni della sua passione. Un buon risultato, che speriamo dia buoni frutti anche per le loro vite.