Il sussidiario pubblica una selezione di “tesine” presentate da alcuni studenti all’esame di maturità. La tesina, disponibile con link a lato testo, è introdotta da un breve articolo, in forma di lettera al direttore, in cui l’autore spiega il progetto, la storia, le motivazioni del suo lavoro. Gli studenti che volessero inviare la propria tesina possono farlo scrivendo a redazione@ilsussidiario.net
Caro direttore,
Il lavoro della mia tesina nasce a metà anno scolastico, quando sorseggiando un caffè al bar con le mie amiche e Giorgio Vittadini, egli ci sfida all’anno che stiamo affrontando e, raccontandoci la sua maturità con un entusiasmo mai visto, ci parla di Giolitti definendolo il genio della politica italiana.
Al sentire quelle parole ho un balzo, poiché avevo appena studiato l’età giolittiana e il mio giudizio sul politico italiano era del tutto diverso da quello sentito. Paradossalmente, in seguito, ho fatto un lavoro di approfondimento proprio sulla figura di Giolitti scoprendo che realmente Giolitti può essere definito genio della politica italiana.
Il mio professore di storia e filosofia mi aiuta nel lavoro dandomi da leggere il saggio Idea di L. Einaudi, attraverso questa lettura approfondisco meglio la politica giolittiana, scoprendo cos’ è il compromesso e perché in esso consiste la miglior forma di governo. Ho sempre pensato che si ha il miglior governo quando al potere sale un uomo affine alla mia tradizione, ai miei ideali, alle mie convinzioni e legifera su tutti, invece non è così.
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Il compromesso permette l’avvicinamento di parti estremi in un’unità superiore, la compartecipazione di forze estreme al lavoro politico, come avvenne durante i lavori dell’assemblea costituente italiana nel ’47. Il compromesso è meglio di qualsiasi tipo di dittatura, anche nel caso salga al potere il miglior uomo sulla faccia della terra, perché le parti estreme mirano entrambe al bene comune e accordandosi si genera stabilità sociale.
Il relativismo porta a pensare che il bene comune per le diverse parti nelle diverse epoche non sia concepito come uno solo per tutti, ma che ogni parte abbia il suo, perciò gli estremi raggiungono l’unità superiore solo in quanto mettono al centro del loro compromesso l’uomo e le sue esigenze elementari, uguali e assolute per tutti gli uomini di tutti i tipi di estrazione politica.
Sono gratissima a coloro che hanno cercato di confutare la mia tesi, dicendomi che un politica del genere è un’utopia, perché ho avuto la possibilità di approfondirla ancora di più scoprendo che non importa se ci furono, ci sono e ci saranno pochi episodi isolati della politica del compromesso, ma che la loro esistenza ha importanza in quanto testimonia la possibilità di messa in atto della miglior forma di governo: della politica del compromesso.
Maddalena Saccaggi