Tira aria di cambiamenti in zona Facebook. Passato l’uragano di polemiche sollevato dalla modifica dei Termini d’Uso, poi rientrate grazie alla brillante trovata di creare una piattaforma più democratica in cui gli utenti dovrebbero contribuire alle modifiche future, il social network che ha riscosso più successo al mondo ora è pronto per un nuovo cambio d’abito. A dare la notizia è il suo fondatore, Mark Zuckerberg, sul blog ufficiale del sito, dove ha presentato le nuove funzionalità.
I cambiamenti più radicali riguardano la pagina iniziale, che “permette di vedere tutto ciò che viene condiviso dai tuoi contatti nel momento stesso in cui accade“. La selezione delle informazioni che arrivano in homepage è basata su filtri appositi: “puoi decidere che non vuoi più ricevere aggiornamenti dal tuo vecchio amico col quale parli di rado, o filtrare il flusso per vedere soltanto gli aggiornamenti dei tuoi familiari“.
Questo spostamento di baricentro verso l’immediatezza dei contenuti condivisi e prodotti dai propri contatti sembra una risposta a Twitter. Ovvero, il sito di microblogging che, pur essendo online dal 2006 e già molto diffuso in tutto il mondo (in Italia i primi “tweet” sono dell’autunno di quello stesso anno) sta prendendo sempre più piede. Ed è stato preso come beniamino non solo da molti VIP, attori e attrici, registi, scrittori e intellettuali, ma anche da figure istituzionali. Durante il primo discorso di Obama a camere unificate, qualche senatore commentava l’evento online “twittando” dal proprio cellulare.
I due siti sono apparentemente diversi: Facebook contiene al suo interno molti più servizi, mentre Twitter permette semplicemente (per ora) di scrivere dei brevi post (chiamati appunto “tweet”) di 140 caratteri, che possono essere corredati di link. E anche da foto, tramite il servizio Twitpic. Ma potrebbe nascere una piccola guerra sulla questione della condivisione dei contenuti, e soprattutto della loro immediatezza: entrambi i siti permettono infatti di trovarsi di fronte a un flusso di informazioni, automaticamente aggiornato, basato su ciò che i propri contatti o “amici” vogliono condividere. E che sembra al momento la pietra assoluta di paragone e il maggior campo da gioco per quanto riguarda l’esperienza dell’utente medio su Internet.
L’innovazione ha intrapreso una strada che si basa completamente sul concetto degli “Stream”, i flussi di informazioni, ora più facili da gestire, soprattutto per gli amministratori di Pagine che potranno comunicare in tempo reale con i loro fans. Le Pagine Facebook, infatti, ora più simili ai Profili degli Utenti, permettono ai loro amministratori di interagire meglio con i loro fan, addirittura inviando aggiornamenti di Stato, proprio come gli utenti normali.
In molti spingono per una risposta solerte di Facebook all’ascesa di Twitter, e alla sua visibilità mediatica. Così tra varie testate si fa a gara a mettere in luce la concorrenza serrata tra i due social network: il Guardian, con non celata ironia, definisce la nuova homepage “very Twitter”; l’agenzia AFP titola “Facebook corteggia gli amanti di Twitter”. E via dicendo: TechNewsWorld si lascia andare con un “Facebook si reinventa per rubare il calore dei tweet“, e anche per Paste Magazine “Facebook fa dei cambiamenti per rispondere a Twitter“. La sintesi più incisiva è quella di Efluxmedia : “La twitterizzazione di Facebook“. E, sarà uno scherzo o no, fa capolino un account di Twitter gestito proprio da Mark Zuckerberg di Facebook: segno che la guerra è aperta.
Un altro aspetto importantissimo – che sicuramente ha mosso Facebook verso le modifiche di questi giorni – riguarda il tempo che gli utenti spendono sul sito. Recenti statistiche mostrano infatti come gli utenti restino sì collegati per molto tempo a Facebook, ma non utilizzandolo realmente, mentre il tempo speso su Twitter è quasi esclusivamente tempo “attivo”, ovvero speso a scambiarsi informazioni in tempo reale con gli altri utenti. Facebook punta tutto per mantenere gli utenti più attivi e più a lungo sulle sue pagine, incrementare il Flusso di Notizie, gli aggiornamenti di Stato, il caricamento di contenuti. Infatti il tempo speso sulla piattaforma è direttamente proporzionale al peso pubblicitario: più tempo su Facebook significa più pagine viste e, di conseguenza, più pubblicità visualizzate e maggiori introiti per il social network.
Ora però, vista anche la policy che si vuole mostrare democratica di Facebook, l’ultima parola rimane agli utenti, se gradiranno il nuovo cambiamento. O forse, alla fine, a Facebook stesso, se gli obiettivi saranno raggiunti.