Voci di corridoio lo davano per certo: da quest’anno i maturandi invece della terza prova classica dell’esame di stato avrebbero dovuto affrontare la temutissima prova Invalsi. E invece, c’è stato il dietro front da parte del ministero dell’Istruzione. “Il test entrerà nelle scuole in modo graduale“, spiegano il ministro Francesco Profumo e i vertici dell’istituto di valutazione. Prima ci sarà un pre-test a gennaio 2014 su base censuaria, poi l’entrata a regime a partire dall’anno seguente. Le prove comunque non coincideranno con l’esame di maturità, ma saranno svolte durante l’anno scolastico. Oltre che un modo per valutare il sistema scolastico italiano, i test Invalsi diverranno uno strumento di orientamento degli studenti e per la selezione universitaria, anche se il ministero non ha ancora definito come i risultati influiranno sui test d’ingresso ai corsi universitari. Quello che già si sa è che il test sarà nazionale e diviso per indirizzi di studio, ma i dettagli sono ancora al vaglio del ministero dell’Istruzione e dell’Istituto di valutazione del sistema educativo. Un ruolo chiave potrebbe essere quello della lingua inglese, che potrebbe entrare alle due prove base di matematica e di comprensione del testo. L’alternativa sarebbe quella di istituire una terza prova base per la conoscenza dell’inglese, ma per ora niente è ancora stato confermato. Le novità, però, che potrebbero riguardare gli studenti di quinta superiore riguardano le singole materie, basti pensare all’italiano. Rispetto alle prove somministrate alle classi di seconda superiore, non ci sarà una sezione specifica dedicata alla grammatica, che verrà valutata all’interno della comprensione del testo e il numero di quesiti sarà più ampio. Al centro della valutazione ci sarà la padronanza della lingua.