Era largamente previsto e così è effettivamente avvenuto. Il Premio Nobel per la Fisica è stato assegnato ai protagonisti della scoperta del bosone di Higgs (la “particella di Dio”), l’inglese Peter Higgs, 84 anni, e il belga François Englert, 81 anni. Il terzo scienziato che avrebbe dovuto ricevere il Premio, il fisico Robert Brout, è venuto a mancare nel 2011 all’età di 82 anni. Grandissima festa anche al Cern, il Centro europeo di ricerca nucleare di Ginevra che ha partecipato attivamente all’osservazione del bosone di Higgs e dove è stato messo a punto il gigantesco acceleratore di particelle, il Large Hadron Collider (Lhc), un marchingegno di ventisette chilometri di diametro attraverso cui è stato possibile dimostrare l’esistenza del bosone che proprio Higgs aveva teorizzato molti anni prima. “Il professor Higgs adora la musica classica e ha un vecchio impianto a valvole. L’arte in generale lo appassiona. Per scrivere usa ancora carta e penna – ha detto alla vigilia dell’assegnazione del Premio Nobel Alan Walker, suo stretto collaboratore dell’università di Edinburgo dove Higgs attualmente insegna – Seguire tutti i dettagli della fisica odierna per lui è diventato difficile, anche se ha più volte visitato il Cern ed è rimasto impressionato”. Ieri è stato invece assegnato il Premio Nobel per la Medicina e Fisiologia agli americani James Rothman e Randy Schekman e al tedesco Thomas Südhof per aver scoperto il meccanismo che regola il trasporto di molecole dentro le cellule.