Caro direttore,
abbiamo cominciato in tre: io, Marco e l’Elena. Anno scolastico 2004/2005. Tre scuole: il liceo “E. Fermi” di Bologna, l’ISS “F. Alberghetti” di Imola, il Liceo “G. Galilei” di San Giovanni in Persiceto. A conclusione dell’anno, la prima giornata di studio dedicata ai Giusti tra le Nazioni e aperta a studenti di altre scuole.
Alla fine del 2005, dopo un convegno sulla Resistenza, si è costituita la Rete “Storia e Memoria”. Le scuole che vi aderiscono sono undici, distribuite sul territorio regionale dell’Emilia Romagna.
Il pilastro di questa impresa è la Dirigente del Liceo Fermi, la prof.ssa Elviana Amati, una dirigente che crede nelle potenzialità della scuola, tanto da investire tempo, risorse e da esporsi in prima persona. Importante punto di riferimento, fin dai primi tentativi, è il Laboratorio Multidisciplinare di Ricerca storica del Prof. Rolando Dondarini. Il primo convegno, Scrivere la storia, è dell’aprile 2006.
Nel 2007/2008 il grande balzo con il progetto europeo, rinnovato da allora ogni anno, che coinvolge ora quattro Paesi europei e una rete di sedici Istituti di scuola secondaria di I° e II° grado.
Con il progetto europeo arrivano le risorse che a livello locale non sono più reperibili: il nostro lavoro cambia nella dimensione, ma non nell’anima. L’anima, il punto generatore, resta sempre quel lavoro in classe, quel percorso di studio metodologicamente attivo con i propri alunni, un’esperienza professionale e umana autentica e culturalmente stimolante, che riesce a spalancarsi sul mondo, ad incontrare tutti, a rielaborare e fare propria ogni novità. Iniziano in seguito i Concorsi Nazionali, riconosciuti dal Ministero per i crediti di eccellenza.
Dopo la fase pionieristica, lo slancio vitale e creativo di questa esperienza si è ora arenato, impaludato in quelle secche che a volte s’incontrano nella Pubblica Amministrazione: è cambiata la dirigenza, ma, soprattutto, la direzione amministrativa. L’azione amministrativa si presenta, infatti, meno adeguata a supportare la varietà e i tempi dell’azione progettuale, risultando ancorata all’applicazione deteriore di una rigida e bloccante burocrazia che, probabilmente, deriva dalla mancanza di esperienza in attività di così vaste proporzioni.
Forse siamo giunti a un punto di svolta. Un altro cambiamento si rende necessario, ossia il ricorso alla realtà associativa della società civile, che, coinvolta nel progetto, ne costituisca un indispensabile supporto organizzativo e amministrativo, lasciando alla scuola, che fino a ora ne è stata promotrice e realizzatrice, il solo aspetto gestionale che più le compete, ossia il coordinamento didattico della rete.
Le difficoltà che s’incontrano lungo il cammino, quando sono espressione di crisi di crescita, sono l’occasione per dei cambiamenti. Io credo che i dirigenti debbano porsi di fronte ad esse con la capacità di proporre, nell’individuazione delle soluzioni ai problemi, le nuove strade da percorrere per il futuro, per non “spegnere” le innovazioni positive.
Nell’augurarmi che ciò possa accadere e che Storia e Memoria non debba chiudere i battenti, vorrei, a chiusura, ricordare la grande lezione dei Giusti: la capacità di stare di fronte alla realtà e di operare delle scelte, esercitando una valutazione costante su ogni emergenza e assumendosi personalmente la responsabilità delle decisioni che le circostanze richiedono.
(Antonia Grasselli)