La Kawasaki Heavy Industries, ha annunciato la sospensione delle relative attività in MotoGP a partire dalla stagione 2009. Il motivo è semplice: «L’effetto della crisi economica internazionale in corso è stato determinante – così recita il comunicato diffuso a Tokyo dalla casa giapponese – e abbiamo deciso di abbandonare le corse della MotoGp per riorganizzare al meglio le nostre risorse».
A fronte di un investimento consistente, circa 40 milioni di euro solo nell’ultima stagione, cosi si è espresso Katsuhiro Sato, portavoce della Kawasaki «Non è il momento per spendere così queste risorse; già da dicembre, quando i riscontri dei mercati hanno dato chiari segnali di un recesso a medio termine, stavamo valutando il da farsi.
E la decisione che ufficializziamo oggi è inderogabile. Siamo fuori, per due anni. Poi si vedrà». Quindi è ufficiale: addio Kawasaki. E ora? La Dorna sta lavorando affinchè le verdi giapponesi siano presenti al via ufficiale della stagione 2009 magari affidate ad un team privato.
Il comunicato ufficiale di Carmelo Ezpeleta boss della Dorna, al termine di un incontro con gli stessi vertici della Kawasaki, parla chiaro: «Vorrei chiarire il fatto che Kawasaki ha sospeso l’attività corse in MotoGp in qualità di factory team: quello che ora, insieme, puntiamo a fare è cercare una soluzione a questo problema consentendo una iscrizione al campionato sotto forma di squadra privata». D’altronde moto e ricambi ci sono, sono già stati pagati e le moto sono pronte per correre.
Si aspetta solo qualcuno che metta in piedi un team in grado di gestire ed affrontare l’impegnativa stagione 2009. Ma questo qualcuno, dettaglio non trascurabile, deve anche trovare i finanziamenti per coprire i costi, non indifferenti, che una stagione in MotoGP richiede. Qui sta il punto.
Per ora una sorta di mandato esplorativo, per vedere se l’affare è possibile, è stato affidato a Michael Bartholemy, colui che ha gestito la squadra Kawasaki nelle ultime stagioni.
Il team manager belga ora dovrà decidere se schierare un team solo con le proprie forze o magari trovare altri compagni d’avventura. O gettare la spugna. Per i piloti, per ora, il discorso è prematuro. Per Melandri e Hopkins il futuro è ancora incerto. La priorità è mettere in pista le moto e il tempo stringe.