Si accendono i motori, questa volta sul serio, senza pretattica e senza nascondersi. Finalmente. Il Mondiale 2015, il sessantaseiesimo della lunga e gloriosa storia della Formula 1, si apre ufficialmente e, come ogni nuovo inizio che si rispetti, parte per gli appassionati carico di speranze e curiosità e con la velleità di spazzare vie le nubi fosche che hanno caratterizzato la scorsa stagione e, magari, di regalarci un po’ più di equilibrio, rompendo il “monomarca Mercedes” cui eravamo ormai abituati. Ma sarà veramente così? Come ogni buon opinionista che si rispetti, non posso esimermi dal lanciarmi in ardite previsioni per le quali sarò sicuramente sbertucciato tra qualche tempo…
Mercedes. C’è chi dice che è avanti due secondi a tutti, c’è chi dice che gli avversari sono più vicini di prima. Dove sta la verità – probabilmente nel mezzo come recita il vecchio adagio – lo dirà la pista. Una cosa è certa: almeno ad inizio stagione, l’unica parte delle Mercedes che gli avversari potranno ammirare in pista sarà il retrotreno. E’ vero, a pronosticare le Frecce d’Argento come favorite del Mondiale ci vuole poco coraggio ed altrettanto poca fantasia, ma in questo momento si tratta dell’unica opzione possibile. E’ vero, la nuova macchina – come del resto tutte le altre nuove macchine – potrebbe rivelare qualche problema di affidabilità, ma in generale quando si tratterà di tirare le somme ci ritroveremo con Hamilton e Rosberg ancora davanti a giocarsi il titolo. Ed allora, per gli stessi motivi per cui il Mondiale 2014 è andato come è andato, l’ormai campione maturo Lewis finirà per vincere ancora…
Il caso Alonso. Non c’è che dire, si tratta di uno dei gialli più gialli di questi ultimi anni. Che cosa è successo veramente a Fernando? Perché questo alone di mistero sia da parte sua che da parte della McLaren? La sensazione è che se veramente le possibili cause del botto di Montmelò sono quelle più accreditate – malore del pilota o scossa elettrica trasmessa dalla vettura – in entrambi i casi il suo rientro non sarà cosa banale. Speriamo di sbagliarci, perché il circus perderebbe un grande protagonista.
Ferrari. Lo ammetto. Non mi è mai stato simpatico Sergio Marchionne e non ho apprezzato il modo con cui è “entrato” nel mondo Ferrari. Però solo gli stolti non cambiano idea. E io, dopo qualche mese, l’idea l’ho cambiata. Non tanto per i buoni risultati dei test invernali o per il fatto che la è una macchina bellissima mentre la F14T era un “brutto anatroccolo”, ma per aver visto all’opera Maurizio Arrivabene, aver letto le dichiarazioni di Sebastian Vettel e di Kimi Raikkonen e aver captato le sensazioni del team. Una su tutte, letta in questi giorni. Vettel che spinge a mano verso i box la sua vettura rimasta in panne lungo la pista e i meccanici del team che si guardano toccandosi coi gomiti e commentano: “lo faceva solo Michael…”. Insomma, il vento sembra cambiato e forse – lo dico a denti stretti – aveva ragione lui, Marchionne. La scossa serviva e l’ha data. Ha scelto i suoi uomini. E forse ha scelto bene. Obiettivo minimo della stagione? Almeno una vittoria ed il podio nella classifica costruttori. Si può fare.
Le altre pretendenti. Williams, Red Bull, forse Lotus. Sono loro le pretendenti al secondo posto del Mondiale costruttori insieme alla Scuderia di Maranello. Difficile giudicare dai tempi dei vari test, dove la graduatoria non era mai la stessa nelle diverse giornate, chissà testando quale assetto o rincorrendo l’ottenimento di quali dati. Nessuno ha, finora, spinto sul serio e le gerarchie dietro alla Mercedes sono, forse più ancora che lo scorso anno, aperte. Dovendomi sbilanciare dico Williams, non fosse altro che per il motore Mercedes che monta nel retrotreno, e, per lo stesso motivo, Lotus che penso possa essere la sorpresa della stagione. Metto la Red Bull un po’ più indietro per un semplice motivo: il rapporto tutt’altro che idilliaco che passa fra la squadra del miliardario delle bibite energetiche Mateschitz ed il fornitore di motori Renault, cui spesso è stato addebitata “la colpa” delle scarse prestazioni della vettura. Certo Adrian Newey – che come ha detto Ricciardo poco tempo fa “è molto coinvolto nel progetto della RB11” – è una garanzia e può sempre estrarre dal cilindro qualcosa di nuovo. Ma nella ipotetica “griglia di partenza” sembra per adesso leggermente dietro alle motorizzate Mercedes.
La McLaren-Honda.Che un grande colosso dalla vocazione sportiva e dalla storia gloriosa come la Honda sia tornata in Formula 1 è una grande notizia. Detto questo, dal punto di vista dei risultati per la McLaren dall’anima nipponica la vita sarà durissima e questo a prescindere dal già trattato “caso-Alonso”. All’inizio faticherà a schiodarsi da fondo gruppo e a concludere le gare. Uno scotto inevitabile: ma la Honda è la Honda e l’anno si dipanerà sicuramente in crescendo con i risultati che inizieranno ad arrivare nella seconda metà del Campionato. Se succederà prima sarà un grande successo.
Le altre. Difficile dire cosa faranno Sauber e Force India, attanagliate da problemi economici, legali e tecnici di ogni tipo. La vicenda un po’ assurda della grana-Van der Garde – certo che se a fatica riesco a non sforare il budget mettere sotto contratto quattro piloti, ovvero Ericsson, Nasr, Van der Garde e Sutil ed andare in causa con due di essi non mi pare una grande idea dal punto di vista gestionale… – in seno all’equipe anglo-svizzera è un po’ il paradigma della confusione e dell’incertezza che regna nelle “scuderie da centro classifica”, le più colpite dalla crisi della F1. La sensazione è che quella che sta meglio – e che spesso finirà fra i top ten – è la Toro Rosso, che non ha, come ovvio che sia, problemi finanziari e che si affida alla coppia di baby figli d’arte Verstappen-Sainz. A proposito, è ormai evidente come sia “facile” guidare una F1 di oggi se il fattore-esperienza è ormai di marginale, marginalissima importanza. Per me, quindi, la Toro Rosso sarà la quinta forza del Campionato.
Manor. Capitolo a parte. Sarei sorpreso se in Australia riuscisse ad accendere la macchina e a farle percorrere qualche metro. La vedo durissima…