La musica da camera è un ampio tesoro, al cui centro non si può non collocare l’immensa tradizione di Schubert, assiduo frequentatore del Lied romantico, tanto da lasciarne il segno nella storia successiva e da far sì che i due termini (Lied-Schubert) diventassero quasi inscindibili.
Il primo recital della Scala ha ospitato Matthias Goerne (baritono) e Eric Schneider (pianoforte) nell’esecuzione del ciclo schubertiano “Die schöne Müllerin”.
I Recital del prestigioso teatro milanese permettono infatti allo spettatore di godere di un concerto della durata di circa un’ora e mezza. Il teatro non è quindi più scena di maestose opere, ma in questa occasione diventa nicchia, scrigno, “camera” che ospita un genere molto amato anche se meno noto e meno frequentato, (non a ragione) dell’opera.
Il primo dei tre cicli liederistici di Franz Schubert, “Die schöne Müllerin”, è composto su liriche di Wihlem Muller, che costituiscono un ciclo poetico. L’amore per la bella mugnaia, narrato prima dal poeta e poi rivisitato da Schubert, viene raffigurato in tutte le sue sfumature, dell’attesa, del sogno e della suggestione, nella trepidazione che il giovane mugnaio prova nel sapere se l’amata ricambia il suo amore. E ben poche parole possono rendere meglio della musica questa trepidazione, in un salto di gioia come nel verso “Die geliebte Müllerin ist mein” (l’amata molinara è mia!) del Lied “Mein!” . La natura vive di riflesso gli stati d’animo dell’innamorato e pervade tutto il ciclo, ricco di metafore e immagini del ruscello e dell’amore come “riflesso” nel movimento delle acque e del suo scorrere.
Matthias Goerne è conosciuto in tutto il mondo come liederista ed è oramai un punto di riferimento in tutti i più importanti festival e prestigiosi teatri. A breve terminerà una registrazione dei più importanti lieder di Schubert, che verrà presentato in moltissime sale da concerto a livello internazionale. Il pianista, Eric Schneider, ha studiato matematica e giovanissimo si è diplomato in pianoforte, oggi accompagna i più famosi e preparati cantanti e alternando recital da pianista solista.
Goerne canta esprimendo anche con il corpo tutta la passione del mugnaio, non rimanendo mai fermo, ma accompagnandosi con piccoli ed efficaci gesti, volti a descrivere ciò che canta.
Il concerto si svolge nella concentrazione più assoluta di pubblico e musicisti: pianista e cantante comunicano con sguardi e con sapiente intesa ogni minima sfumatura che possa portare all’orecchio dell’ascoltatore la qualità della musica che si tratta: nel Lied non c’è un picco acuto, non c’è un’aria principale, ma è tutto uno svolgersi e intrecciarsi tra canto e pianoforte, in un mondo sonoro in cui l’uno mai prevarica l’altro, e in un modo che non strappa allo spettatore l’applauso d’effetto, ma lo conduce nella sua terra, quella intima della riflessione del mugnaio, quella del girovagare dei sentimenti umani nelle loro sfumature più nascoste.