Alcuni giorni prima della morte di Claudio Chieffo, Arcadio Lobato va a trovarlo in ospedale. Sul suo comodino, mette un volto di Gesù, fatto a matita da lui. Sopra c’è scritto: “A Claudio, che mi ha portato a Gesù”.
Spagnolo, da anni residente in Italia, illustratore specializzato in libri per bambini (il suo “La valle nella nebbia” è stato scelto fra le 100 migliori opere di letteratura spagnola per ragazzi del Ventesimo secolo), Arcadio aveva conosciuto Chieffo nel 2001. Ne era nata una amicizia profonda e discreta.
Per questo, al momento di pensare un libro illustrato che fosse anche una strenna natalizia, la famiglia del cantautore scomparso ha pensato subito a lui. Il risultato è affascinante e commovente. “La notte che ho visto le stelle” (Galletti Boston Editore, 14 tavole illustrate a colori più un cd allegato) si rivolge ai bambini, ma non solo.
Le canzoni di Chieffo erano già state illustrate in passato, ma in questo caso quello che viene proposto è un viaggio, che prende spunto dalle canzoni di Claudio per mostrare, visivamente, quello che le sue canzoni hanno sempre espresso: non siamo gettati nel mondo a caso, senza scopo e direzione, ma voluti e amati da Dio, da Chi il mondo lo ha creato per ognuno di noi.
Come le canzoni di Chieffo, queste illustrazioni sono una porta aperta al Mistero: il protagonista, sorta di menestrello con chitarra che non può che ricordare lo stesso Claudio, viaggia per il mondo e fa degli incontri, anzi l’Incontro. Sempre accompagnato da una presenza che lo conforta e lo sostiene.
I personaggi di Lobato non sono solo pupazzetti simpatici come in tante illustrazioni per bambini. Come la tavola che illustra Reina de la Paz: lo sguardo cupo e allo stesso tempo sicuro del protagonista, inginocchiato di fronte a Maria, e gli alberi bruciati intorno che rappresentano Atocha, la stazione ferroviaria di Madrid devastata dalle bombe dei terroristi. Il male dell’uomo, in un modo così semplice che lo può capire anche un bambino (la scorsa estate un incendio doloso devastante ha distrutto i boschi di Mombeltran, paese natale di Lobato).
E poi c’è il cd. Quattordici canzoni, tra cui tre registrazioni inedite (La notte che ho visto le stelle, Canzone degli occhi e del cuore e O presepe), effettuate da Chieffo nel suo studio casalingo e mai pubblicate prima in questa veste così scarna. Tutta l’urgenza dell’afflato compositivo di Claudio è qui rappresentata, come lui la viveva e come lui sentiva di esprimerla, senza filtri, senza interventi esterni. Un momento di grande intimità, come entrare nel suo cuore in modo privilegiato.
Come assistere al genio che si confessa davanti al Suo creatore. E poi anche un inedito assoluto: Chanson de l’ange, mai pubblicata su alcun disco di Chieffo (“E io ti sto aspettando amico, ti sto aspettando, tu non sei solo come credi: cammino nelle tue scarpe… Sotto questo albero si sta bene e io non vedo l’ora di abbracciarti di vederti arrivare”).
La versione qui presente di Stella del mattino, poi, è l’ultima registrazione effettuata da Chieffo, il 6 giugno 2006, a cui sono state aggiunte parti di organo e le voci del Coro San Filippo Neri di Forlì. Da brivido poterla riascoltare oggi. La sua grande voce è ancora tutta lì, che spacca, come sempre aveva fatto.