E’ il Mondiale della prima volta. Mai si era disputata una Coppa del Mondo di calcio in Africa: è il riconoscimento a un continente che sta cercando con fatica di mettersi alla pari con il resto del pianeta, almeno nello sport. Ma, soprattutto, è la base su cui Joseph Blatter ha potuto puntellare il suo potere assoluto sull’orbe pallonaro. Assegnazione in cambio di voti sonanti, in attesa che nel 2015 Michel Platini si decida a scendere in campo per la massima poltrona Fifa. Una scommessa voluta dall’ex colonnello dell’esercito svizzero e tutta da vincere nel giorno in cui Sud Africa e Messico scendono in campo per la partita inaugurale: gli stadi ci sono, ma tutt’intorno sono ancora attivi i cantieri, e non passa giorno senza la notizia di una delegazione derubata, con tanti saluti a chi parlava di manifestazione ultragarantita a livello di sicurezza. Potrebbe essere il Mondiale della prima volta. Mai una Nazionale europea ha saputo aggiudicarsi la manifestazione al di fuori dei confini continentali.
Gli occhi dei tifosi e i favori dei bookmakers sono orientati innanzitutto sulla Spagna, squadra che appare inattaccabile per completezza e qualità del gruppo, guidata da un vecchio mestierante come Vicente Del Bosque: dopo aver rotto l’incantesimo di “bella e perdente” a Euro 2008 è pronta a ripetersi al Mondiale. Dietro le Furie Rosse ecco apparire l’Inghilterra, da sempre chiamata a recitare un ruolo di primo piano e sempre destinata a fallire. La garanzia si chiama Fabio Capello, uno che lascia il segno (vincente) dove va: ha costruito una squadra granitica, cui difetta un pizzico di sana follia.
Spagna e Inghilterra che dovranno vedersela con l’immancabile Brasile, cui Carlos Dunga ha conferito la saldezza mancata all’ultimo Mondiale, e con l’Argentina: dipende da quanto i giocatori faranno di testa loro a fronte delle lacune tecnico-tattiche di Diego Maradona. E’ il Mondiale delle ultime volte. Oggi comincia l’atto conclusivo di Raymond Domenech con la Francia, un’esperienza che sarà ricordata più per le stravaganze del ct-astrologo che per i successi ottenuti. E lunedì sarà la volta di Marcello Lippi, che ha detto addio all’Italia non si sa per fare cosa.
Terminata la Coppa del Mondo sarà la volta di Cesare Prandelli e, inevitabilmente, si aprirà un ciclo completamente diverso, non solo per la novità rappresentata dal commissario tecnico ma anche per il naturale svanire di gran parte del gruppo, causa motivi di età e logorio fisico. Il miglior regalo sarebbe una riconferma mondiale: difficile anche il solo immaginarla, ai quarti ci potrebbe essere proprio la Spagna…