Fernado Alonso 10
Lo spagnolo porta a casa un successo fortemente voluto. Grazie anche al suo compagno di scuderia. Trattato male da Vettel al via, lo spagnolo fa una gara tutta d’attacco, mettendo Massa alle corde. Poi, nel momento cruciale della gara, il brasiliano gli lascia strada, Fernando ringrazia e si porta a casa il bottino pieno. Forse sarebbe riuscito a superare Massa lo stesso, ci aveva già tentato, forse no. Ma Alonso, già dalle libere di venerdì, aveva messo tutti sul chi vive: la Ferrari è tornata e io sono pronto. Peccato per quel sorpasso un po’ così.
Felipe Massa 10
Ad un anno preciso da quel terribile incidente che poteva costargli caro, il brasiliano accarezza per più di metà gara l’impresa: vincere la sua prima gara della stagione. Poi si lascia sfilare da Alonso, leggermente più veloce stando al cronometro e tutti hanno visto in che modo. Per uno che ha rischiato la pelle, non deve essere stata una bella cosa. Ma forse, da persona intelligente, avrà pensato che una vittoria, la sua, non avrebbe giovato molto agli interessi della squadra. Se così fosse, forse, avremmo dovuto affibbiargli anche la lode.
Sebastian Vettel 8
Si macchia di un’altra partenza da strapazzo, interessato più ad ostacolare Alonso che ha spingere per restare davanti a tutti alla prima curva. Il risultato è che oltre ad Alonso, si ritrova davanti pure Massa. A frittata bella e fatta, non gli resta che tenere a bada tutti gli altri dietro, tanto di andare a prendere le rosse, oggi, neanche se ne parla. Ora, in classifica, si ritrova tra i piedi un Alonso ed una Ferrari competitive e sbagliare, ancora, non se lo può più permettere.
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Lewis Hamilton 8,5
Limita i danni. Era il compito che oggi la McLaren gli poteva permettere. Lui, da campione di razza qual è, fa di più, riuscendo a recuperare due posizioni: una al compagno di scuderia Button in partenza e l’altra a Webber nel corso del primo giro, quando lo brucia con uno dei suoi sorpassi che lo hanno reso famoso. I 27 secondi che si prende da Alonso ci dicono che il suo quarto posto in gara è quanto di meglio si potesse fare. In classifica ha ancora un bel margine, ma in McLaren si devono dar da fare, perché altrimenti, nonostante tutto il talento che ha a disposizione l’anglo caraibico, saranno guai seri.
Jenson Button 7
Gara regolare, come al solito, senza acuti particolari, portando a casa il massimo con il minimo sforzo. Parte quinto in griglia, arriva quinto al traguardo. Questo, signori, è Jenson Button.
Mark Webber 5
Pasticcia in partenza e si fa piallare da Hamilton che gli sfila la quarta posizione. Poi perde pure la quinta quando Button gliela sfila al cambio gomme. Dopo averlo visto all’opera a Silverstone, il Mark Webber visto oggi sembrava una fotocopia sbiadita di quello ammirato quindici giorni fa. Quando in ballo c’è un titolo mondiale e quando l’età è prossima a quella della pensione, ci si attendono altre prestazioni.
Robert kubica 7
Sempre a ridosso dei primi, alle volte anche davanti ad alcuni, quasi sempre a punti. Eppure Robert non guida una vettura al top, ma una Renault che usciva da una stagione, quella 2009, con le ossa rotte. Eppure Kubica si è preso e si prende delle belle soddisfazioni. Tanto che non ci dispiacerebbe vederlo all’opera al volante di una monoposto di quelle che contano. Siamo quasi certi che ne vedremmo delle belle.
Michael Schumacher 5
Doveva fare sfracelli nel gran premio di casa sua, a malapena è entrato in zona punti. In gara si è pure beccato un paio di sorpassi da gente che solitamente avrebbe sbranato. Che la MercedesGP non sia la macchina tritatutto vista all’opera l’anno scorso quando si chiamava BrawnGP è un dato di fatto. Che Michael non sia più quello che vedevamo all’opera al volante della Rossa, altrettanto. E ancora una volta termina un gran premio alle spalle di Rosberg (6), il suo ingombrante compagno di squadra.
Ferrari 5
Pessima gestione di una pessima decisione. Togliere a Massa l’opportunità di lottare fino all’ultimo per una vittoria che avrebbe senz’altro meritato ci sembra una scelta che suscita più di una perplessità. Ma si sa che, in una Formula 1 moderna al centro di interessi economici importanti, spazio per cose d’altri tempi c’è né ben poco.
Chris Horner (Red Bull) 4
Da che pulpito vien la predica!