The Madness è una serie di Netflix di otto puntate, un buon thrillerone, colpi di scena in ogni episodio, tensione e suspense con buone interpretazioni degli attori protagonisti.
Vi ricordate Il Fuggitivo (1993) con Harrison Ford? Una bazzecola rispetto a The Madness, qui ne vediamo delle belle che sembrano non finire mai.
Muncie Daniels (Colman Domingo) attivista per i diritti degli afroamericani, opinionista della CNN in procinto di condurre un programma tutto suo, si ritira per due settimane in una baita tra i boschi per continuare a scrivere un libro. Torna dalla sua corsa quotidiana e nella sauna esterna della casa attigua trova il corpo fatto a pezzi del vicino. Gli assassini sono ancora sul luogo e cercano di ucciderlo, ma lui si difende, è un cinquantenne fisicato, allenato, ne ferisce uno con una penna colpendolo al collo e scappa nei boschi. Denuncia il fatto alla polizia locale, ma, tornati alla baita, non c’è nessun cadavere.
Un agente dell’FBI, Franco Quinonez (John Ortiz), gli crede, la casa era stata affittata da un noto suprematista bianco a capo di un folto gruppo. Torna a Philadelphia, ma dopo pochi giorni nella sua baita trovano il suddetto corpo fatto a pezzi e non lontano un uomo morto con venti ferite inferte con una penna. Una giornalista lo aggancia, ha le prove che non è stato lui, ma dopo pochi giorni muore d’infarto. Viene ricercato, la notizia si diffonde sui media e per Mancie inizia un calvario.
Sembra tutto una follia, da qui The Madness. È stato incastrato? Sicuro! Trova sulla sua auto un localizzatore, ma chi può essere stato? Si nasconde, scappa ma viene arrestato. L’agente Quinonez lo prende in custodia per due giorni, è convinto che sia un complotto e che a capo di tutto ci sia un miliardario che finanza il gruppo dei suprematisti bianchi. Con lui inizia a indagare, ma dopo le quarantotto ore Mancie si dà alla macchia.
Va dall’ex moglie separata del morto che per un pelo non gli spara, ma poi inizia a dargli le informazioni sul morto.
È in fuga, ma si ricorda di avere una moglie con cui si sta separando e un figlio: gli credono, ma non sa comunque dove sbattere la testa. Gli amici lo aiutano per quello che possono, ma è un fuggitivo. Ha un’altra figlia adulta avuta in gioventù, va anche da lei. Ha il terrore che colpiscano i suoi cari.
Pistolettate e inseguimenti, finché decide di prendere il toro per le corna: si reca dal miliardario che cade dalle nuvole, questi afferma di non c’entrare nulla con l’omicidio della vittima, era un suo amico. La responsabile della sicurezza, un killer alla The Jackal, uccide il magnate e la sua guardia del corpo e cerca di ucciderlo, ma Mancie in maniera rocambolesca riesce a salvarsi. Chiaramente la colpa viene attribuita a lui, è il ricercato d’America del momento. Lei lo trova ferito in ospedale e cerca di ucciderlo, ma interviene l’agente dell’FBI e un po’ di verità viene a galla. È un complotto bello e buono, ma i capoccioni federali si fermano qui, l’agenzia non vuole indagare sulla reale entità del caso e su chi ha commissionato i vari delitti. Mancie si mette sulle tracce della killer, ha un tête-à-tête con lei e registra l’incontro, esce il nome del mandante, un personaggio che con altri dirige una cupola di affari e politica per contrastare l’invadenza dei poteri costituiti.
Un grande comblotto, avrebbe detto Aldo Biscardi. Sulle spalle dei neri, ma anche dei bianchi e della società americana.
Tutto è bene quel che finisce bene e Mancie si riavvicina alla moglie. La forza era la sua famiglia.
The Madness, una follia tutto questo, è la frase finale di Mancie.
Thriller serrato, movimentato, realizzato molto bene, senza momenti morti con l’attore protagonista Colman Domingo che regge benissimo tutto, sia fisicamente, è un marcantonio, che l’interpretazione nei risvolti della paura, del dubbio, della decisione e dell’amore verso i suoi cari. Le riprese son molto centrate sulle sue espressioni.
La serie tv The Madness è stata criticata in Italia perché non ha approfondito il problema razziale e il complotto, ma questi erano solo spunti per creare una trama che desse il via a un thriller discreto.
Unica pecca di The Madness: un fuggitivo nero non può certo tingersi i capelli da biondo, però avendo un bel barbone doveva almeno tagliarlo.
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