Domenica 28 e lunedì 29marzogli italiani saranno chiamati al voto per eleggere 13 presidenti di Regione. Tra i “testa a testa” più interessanti c’è sicuramente quello tra l’attuale presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso (Pd), e il leghista Roberto Cota. IlSussidiario.net pubblica oggi il dibattito tra i due sfidanti.
Onorevole Cota, quale sarà il suo principale obiettivo se verrà eletto Presidente della Regione Piemonte?
La priorità delle priorità del mio programma di governo sarà il lavoro. Tutti i territori della regione, e in particolare la provincia di Torino, hanno vissuto un periodo di crisi profonda, a cui occorre al più presto dare risposte. Tanti cassintegrati, troppe fabbriche che chiudono a causa di delocalizzazioni selvagge e politiche territoriali sbagliate.
Il mio impegno, e quello della mia Giunta, si concentrerà sull’impiego prioritario di risorse regionali per tutelare i posti di chi già lavora, ma soprattutto per crearne di nuovi per i giovani.
Con quali risorse?
Dai calcoli fatti dal nostro staff, e memore della mia esperienza da presidente del Consiglio Regionale, penso sia possibile liberare fin da subito circa 100 milioni di euro, mediante un taglio netto agli sprechi, da utilizzare per sostenere il rilancio delle piccole e medie imprese che assumono o non delocalizzano. Anche se per dare corpo a questa ripresa serverà dell’altro.
Ad esempio?
Bisognerà puntare sulla realizzazione delle infrastrutture: una politica del fare opposta alla politica dei “no” a tutto messa in campo negli ultimi cinque anni dal Governo Bresso.
Esempio eclatante la Tav Torino-Lione, ma anche il collegamento Genova-Rotterdam: a fronte di un Governo fermamente intenzionato a realizzarle le opere in tempi brevi, si è opposto un litigioso governo regionale più propenso all’ambiguità e alla tattica del “non scegliere”.
Qual è il suo giudizio sul governo del Piemonte degli ultimi anni?
È un giudizio decisamente negativo, al di là degli slogan. Oggi la nostra regione ha il certamente poco invidiabile record di disoccupazione e bassa crescita, e chi non ha di fatto governato per un‘intera legislatura come la Bresso deve assumersi le proprie responsabilità senza dare la colpa ad altri.
La nostra coalizione propone un programma e porta avanti dei valori in netta opposizione a quelli dell’attuale maggioranza in Regione Piemonte.
Da cosa partirete se l’elettorato vi affiderà la guida dell Regione?
Nei i primi 60 giorni, dopo aver messo a punto un piano straordinario a difesa dell’occupazione redigeremo un cronoprogramma delle opere infrastrutturali, che comprenderà la rapida realizzazione della Tav e della Genova-Rotterdam. Infine arriveremo alla creazione di una delega ad hoc per la promozione della regione, per il marketing turistico e culturale, razionalizzando tutti quegli enti che oggi operano singolarmente.
Nei primi cento giorni prevediamo la reintroduzione del "buono scuola", di fatto svuotato e annullato dalla Giunta Bresso; realizzeremo poi un "patto per la sicurezza per il Piemonte" col ministro degli Interni Roberto Maroni con il quale, oltre a un aumento di presenza di forze di polizia nelle zone critiche, vorremmo mettere in piedi un’iniziativa per la valorizzazione e la formazione della polizia locale; altro capitolo importante sarà quello di una nuova legge regionale sulla Casa, grazie al quale mettere in condizione i cittadini piemontesi di usufruire del Piano previsto dal Governo; penultimo punto, la diffusione della "banda larga" internet, perché è ormai uno strumento di comunicazione indispensabile per le nostre Pmi.
Quali opportunità vede nel prossimo federalismo fiscale, che prevede il finanziamento dei costi standard e non più della spesa storica, assieme alla possibilità di manovrare i tributi regionali verso l’alto o il basso e prevedere nuove detrazioni regionali?
Le opportunità per una Regione come il Piemonte sono enormi. Dopo il voto finale dello scorso 29 marzo in Senato sul disegno di legge in materia di federalismo fiscale si può finalmente dire che non si tornerà più indietro. Un risultato importantissimo, giunto dopo 150 anni, che ha sancito la fine del centralismo e della finanza derivata, in cui i soldi della gente che paga le tasse venivano prelevati senza sapere dove andassero a finire.
Cosa cambierà?
Col federalismo le risorse rimarranno finalmente sul territorio e tutti gli amministratori locali saranno responsabili di come spenderanno le risorse. Il federalismo fiscale è, infatti, la sola riforma che possa salvare il Nord e, di conseguenza, il sistema Paese. Non era più possibile accettare un sistema di sprechi, ingiustizie e norme ormai anacronistiche. Bisognava dire basta alle follie sanitarie di regioni come la Calabria, la prima come spesa per la Sanità, l’ultima come servizi sanitari ai cittadini.
Questa malagestione delle risorse locali è andata avanti fino ad oggi perché lo Stato centrale ha sempre ripianato i debiti e i disastri a "piè di lista". Ma ora, soprattutto in un momento di crisi come questo, non è più possibile sostenere sprechi e sperperi, perché le risorse a disposizione sono sempre più contate.
Ritiene che sia possibile incrementare l’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale nella sua regione?
La sussidiarietà orizzontale può essere uno strumento molto utile, ma deve sempre e comunque avere come priorità una finalità "pubblica" e non esclusivamente privata. Sulla Sanità, ad esempio, è giusto che i privati possano subentrare in alcuni settori, ma soltanto nella misura in cui questo porti un vantaggio anche al pubblico e quindi ai cittadini.
La sussidiarietà orizzontale può contribuire ad aiutare lo Stato, ad abbattere la burocrazia, ma occorre sempre tenere presente l’importanza che alcuni settori rimangano a controllo pubblico.
Il recente trattato di Lisbona prevede un aumento del ruolo delle Regioni rispetto alla Ue. Come pensa di sfruttare questa opportunità?
Nel rapporto tra Regioni ed Europa penso che il Piemonte in questi anni avrebbe dovuto sfruttare maggiormente i fondi europei previsti in vari settori. Questo non è avvenuto, perché si sono preferite le passerelle e le cene di gala, piuttosto che badare al sodo, al concreto.
In questo senso penso che quando sarà eletto presidente della Regione provvederò subito a una seria "ristrutturazione" dell’ufficio della Regione Piemonte a Bruxelles, per renderlo veramente un avamposto del nostro territorio in Europa. Soprattutto quando l’Europa sarà pronta a dare effettivamente maggiore peso alle Regioni.
Le politiche regionali possono incidere pesantemente su due temi importanti come vita e famiglia. Come pensa di operare in questi due ambiti?
In questi mesi di campagna elettorale sono stato molto sostenuto e incoraggiato da gruppi che a vario titolo sono impegnati nella difesa della vita e della famiglia. Addirittura alcuni di questi movimenti, per la prima volta, hanno deciso di appoggiare apertamente un candidato, perché profondamente delusi dalla politica portata avanti da Mercedes Bresso in questi ultimi cinque anni in Regione. Come impegno pubblico a difesa della vita e della famiglia non ho avuto problemi ha firmare in questi giorni con queste associazioni un "Patto per la difesa della vita e della famiglia", su cui tra l’altro tutta la mia coalizione è convintamente coesa e compatta.
Porteremo avanti quanto previsto in questo "Patto": provvedimenti quali il rispetto dei protocolli di applicazione della legge 194 sull’aborto, ricovero obbligatorio per la pillola RU486 , difesa della libertà di educazione, difesa della famiglia naturale, protezione della donna e dei minori immigrati contro l’imposizione del “burqa’’ o delle mutilazioni genitali, sostegno alle giovani coppie che intendono contrarre matrimonio, ecc.
L’Udc non la appoggia, ma si presenta con Mercedes Bresso…
La scelta dell’Udc piemontese di appoggiare un ex radicale come la Bresso e una coalizione che ha al proprio interno almeno un 80% di partiti che propongono l’esatto contrario dei valori cattolici, penso condizionerà non poco il voto di fine marzo. Pillola abortiva Ru 486 senza ricovero, pillola del giorno dopo senza ricetta, svuotamento del "buono" scuola, benedizione di matrimoni omosessuali con adozione di bambini… Questi sono solo alcuni dei provvedimenti sostenuti da Bresso e dalla sua maggioranza, che un cattolico non credo potrebbe mai approvare.
Ricordo infine la vicenda Englaro, con una presidente Bresso che senza indugi ha invitato il padre di Eluana a portare la figlia in Piemonte per interrompere l’idratazione e l’alimentazione.