Anche questo Mondiale di Formula 1 finirà nella bacheca di Sebastian Vettel. Manca ormai solo l’ufficialità per certificare il quarto titolo iridato consecutivo per il pilota tedesco della Red Bull, che sta scrivendo una nuova era dell’automobilismo sportivo. Per tutti i suoi avversari restano solo le briciole, e questo non è facile da accettare, soprattutto per il pilota che viene unanimemente considerato il più completo e più valido antagonista di Vettel: stiamo parlando naturalmente di Fernando Alonso. E’ vero che il pilota spagnolo in tre anni su quattro (2010, 2012 e 2013) è stato l’avversario più pericoloso del tedesco, e negli anni pari ha lottato fino all’ultima gara per il titolo, ma è evidente che questo ruolo va stretto al pilota della Ferrari, che è a digiuno di titoli iridati dall’ormai lontano 2006. Negli ultimi tempi non sono mancati segnali di insofferenza da parte del pilota asturiano, specie relativi all’arrivo a Maranello di Kimi Raikkonen, segno di un cambio di strategia per porre finalmente fine al dominio del grande rivale. Alonso però assegna molta parte della colpa a macchine mai all’altezza di quelle progettate da Adrian Newey, e dunque ritiene la scuderia come principale colpevole della mancanza di titoli mondiali in questi anni in cui stiamo assistendo ad un’era molto simile a quella di Michael Schumacher, con il dominatore che però ha in comune con il Kaiser la nazionalità e non la macchina. In Spagna parte della stampa sportiva inizia a credere che Alonso stia esaurendo la pazienza, e il quotidiano sportivo Marca parla addirittura di un ultimatum del pilota al team: se anche nel 2014 la Ferrari non sarà competitiva per puntare al Mondiale, Alonso valuterà altre offerte. Di certo non è possibile pensare ad una rottura alla fine di questa stagione, come qualcuno ha provato ad azzardare, ma tra dodici mesi questa ipotesi potrebbe essere più concreta, e se Raikkonen dovesse fare meglio di Alonso anche la scuderia magari non sarebbe così contraria come è adesso. Da parte sua Fernando si è certamente stancato di tirare sempre oltre il limite con una macchina che regredisce anziché migliorare, situazione che ha portato Alonso ad abbandonare la diplomazia anche nei confronti della Pirelli in Corea. Parole che non sono piaciute alla Ferrari, altro piccolo segnale di un rapporto che non è più idilliaco.