Non si esauriscono i messaggi di solidarietà verso Michael Schumacher, che ormai da più di tre settimane è in coma farmacologico presso l’ospedale di Grenoble a seguito del suo incidente sugli sci. Oggi è stato il turno della squadra corse della Ferrari, che sul sito ufficiale si è limitato a un semplice “Forza Schumi” che però dice di come il popolo della Rossa sia ancora molto vicino al suo ex pilota. Il responsabile dello sviluppo dei motori, Mattia Mariz, ha riferito come l’ex campione di Formula 1 sia sempre stato un combattente, uno che “non ha mai fatto prigionieri”, che si trattasse di pilotare una macchina di Formula 1 o un kart o di una partita di calcio con gli amici. “Ho fiducia in lui: non si arrenderà e vincerà ancora, come ha sempre fatto”. Mariz ha poi chiuso con il migliore degli auguri: “Ci inconteeremo presto”. Speriamo davvero che possa essere così.
Se si parla di kart, il nome di Michael Schumacher non può non venire evocato. Il campione di Kerpen, come tanti piloti prima di lui, è nato e cresciuto su essi: ha vinto tantissimo sui go kart, fino ad aprire una personale pista dove, tra gli altri, si è esibito anche Sebastian Vettel. Alla fiera di Offenbach dunque non poteva non venire fuori il nome di Michael Schumacher, ancora ricoverato all’ospedale di Grenoble e tenuto in coma farmacologico dopo l’incidente occorso a Meribel lo scorso 29 dicembre. Botho Wagner, amico personale di Schumi ed organizzatore dell’evento, era presente alla fiera del Kart ed ha raccontato che i numerosi visitatori e gli espositori sono tutti preoccupati per le condizioni del campione tedesco tanto da chiedergli continuamente informazioni sulle condizioni di salute di Schumi: “Qui è onnipresente: tutti chiedono di lui, vogliono sapere come sta, se abbiamo notizie. Purtroppo però non abbiamo nessuna novità”. Bisognerà infatti aspettare: tutto tace dopo l’ultimo comunicato di Sabine Kehm, che ha ribadito la piena fiducia nello staff medico e invitato tutti a non prendere in considerazione altre fonti.
Le condizioni di salute di Michael Schumacher, dopo l’incidente sugli sci del 29 dicembre scorso, restano stabili: se ne sentono tante ma per ora l’unica certezza è che l’ex pilota tedesco rimane in coma indotto, lo è da 22 giorni. La portavoce Sabine Kehm ha recentemente ricordato come le uniche notizie attendibili siano quelle ufficiali, ovvero provenienti dall’ospedale di Grenoble dove Schumacher è attualmente ricoverato. Tutto il resto lascia il tempo che trova. In questi giorni intanto gli organi di stampa si stanno muovendo per inquadrare meglio, per quanto possibile, il trauma e il dramma di Schumi, personaggio amato da tantissimi tifosi sportivi, soprattutto tedeschi ed italiani per i gloriosi trascorsi in Ferrari. Si realizzano interviste e si recuperano interventi con persone che hanno avuto a che fare con Schumacher, per ricordarlo e sostenerlo al contempo, ed anche con gli esperti. Questi possono essere di vari settori ma sono in particolare i dottori specializzati, consultati anche per poterci fornire un’idea sui possibili tempi e condizioni di recupero del sette volte campione del mondo. La redazione di SportMediaset ha realizzato ad esempio un’intervista con il professor Marco Cenzato, direttore di Neurochirurgia all’ospedale di Niguarda (Milano). Il dottore ha spiegato: “Coma farmacologico non significa che il paziente sarebbe sveglio se lo stato non fosse indotto dai medici, è una condizione che si mette in atto nel momento in cui si verifica una sofferenza cerebrale, dovuta alle conseguenze di un trauma come quello di Schumacher. L’uso dei farmaci serve a proteggere il cervello che intanto attraversa uno stato di sofferenza. I farmaci somministrati e la sofferenza cerebrale concorrono a mantenere il paziente sveglio nello stato di coma. Questa situazione di solito evolve progressivamente: i farmaci vengono alleggeriti nel momento in cui i segni neurologici migliorano“. “Il cervello di Michael – prosegue Cenzato – sta soffrendo per i danni causati dal trauma, quindi ci vogliono dei farmaci che proteggerlo dai danni causati dal trauma. Pian piano le cose evolvono, i farmaci alleggeriti e progressivamente il paziente si sveglia, è quello che dovrebbe succedere anche nel caso di Schumacher“. “Il fatto che sia in queste condizioni testimonia che il trauma vissuto da Schumacher è stato grave: questo può avere conseguenze e lasciare esiti ma può anche non averle in base all’evolversi della situazione“. In mancanza di dati ufficiali si può solo ipotizzare se il tedesco sarà lo stesso di prima, per esempio ricorderà le stesse cose, nel momento in cui si sveglierà dal coma.