Dopo l’esilio in seguito alle condanne per l’inchiesta Mani Pulite, Bettino Craxi si è trasferito, con la famiglia, ad Hammamet, in Tunisia, dove ha passato gli ultimi anni della sua vita, sperando nel perdono del Paese che aveva amato e guidato da presidente del consiglio. La morte è sopraggiunta proprio mentre era in esilio: è arrivata il 19 gennaio del 2000, sei anni dopo il trasferimento dovuto in Tunisia.
Ma come è morto Bettino Craxi? Il politico morì a soli 65 anni a causa di un arresto cardiaco dovuto al diabete, che gli aveva provocato problemi di cuore: secondo il figlio, Bobo, in Italia sarebbe potuto essere salvato ma l’esecutivo non accettò di farlo tornare. Al momento della morte, nella casa tunisina di Craxi c’era solo la figlia Stefania, insieme al personale di servizio. La moglie, Anna Maria, stava volando verso Parigi quando il cuore del marito si è fermato: allo stesso modo Bobo Craxi, il figlio, era a Roma.
Come è morto Bettino Craxi? Gli ultimi attimi di vita:”Si stava alzando dal letto…”
“Era riverso su un fianco, come in procinto di scendere dal letto, ma era stato colpito da un arresto cardiaco fulminante, che gli aveva spezzato il fiato e la voce, e non gli aveva dato scampo, né il tempo e la forza per chiamare e chiedere aiuto” ha raccontato a Libero Melania Rizzoli, medico di famiglia, che subito dopo aver saputo della morte del leader del PSI, Bettino Craxi, prese un volo diretto verso Tunisi per stare vicino alla famiglia del presidente.
Nell’ultimo periodo della sua vita, Bettino Craxi ha sofferto di varie malattie: era affetto infatti da diabete mellito, oltre che cardiopatia, gotta ed anche di tumore al rene, proprio per questo motivo la figlia Stefania Craxi si era attivata per trasferire il padre in Italia e farlo operare. A portarlo via è stato un arresto cardiaco, che lo ha stroncato quando si trovava nel suo letto, il 19 gennaio 2000, nel pomeriggio. Il leader del PSI era andato a fare un riposino pomeridiano quando ha subito un malore: a trovarlo senza vita, intorno alle 17, è stato il cameriere della sua abitazione di Hammamet, in Tunisia, dove si trovava in esilio. Già da anni il diabete gli aveva portato una serie di problemi fisici, anche al cuore.