Jorge Lorenzo 10
Re Giorgio. Da paura. Assente Valentino Rossi, ora c’è solo lui. Gli altri, non ci sono. Vorrebbero esserci, ci hanno tentato, ma alla fine hanno dovuto desistere: fanno parte di un altro campionato, anzi lui fa parte di un altro campionato: al momento, questo è. Il pilota della Yamaha ufficiale, l’unico, ad Assen sembra giocare al gatto col topo. E i topi in questione, due, si chiamano Dani e Casey. E a Barcellona, c’è quasi da scommetterci, potrebbe fare altri sfracelli.
Dani Pedrosa 8,5
In gara sembra rinato, dopo libere e qualifiche non entusiasmanti. Piazza lì due giri da pazzo, complice la morbida, alla caccia di Lorenzo e l’impresa gli riesce. Ma è solo un’illusione. Tempo due giretti in compagnia e il maiorchino saluta e se ne va. Amen. Vince, almeno, il duello con Stoner. Poca cosa? Con i tempi che corrono, cara grazia, la sua è già un’impresa. L’otto e mezzo è perché di più sarebbe stato fare un torto alla gara di Lorenzo.
Casey Stoner 8
Perché di più sarebbe stato fare un torto alla gara di Pedrosa. Come lo spagnolo della Honda, precisiamo, sembra una furia scatenata in sella alla Rossa. Poi l’effetto morbida, anche per lui finisce, e ritorna ad assaggiare i decimi in meno che la sua Ducati rende alle giapponesi davanti. Il podio è un bello sprazzo di cielo terso, dopo un avvio di stagione nebbioso. Il mondiale è ancora lungo, ma il titolo di vice, almeno quello, ancora alla sua portata.
Ben Spies 7,5
Parte come un razzo, poi si spegne come una candela al vento per poi riaccendersi improvvisamente. Da secondo a sesto nel breve volgere di pochi giri, si ricorda del podio di Silvestone e riparte in quarta. Si mangia Dovizioso e De Puniet in un sol boccone e visto che il podio, oggi, non è roba per lui, fa la cosa più giusta e saggia: prendersi il primo posto disponibile subito dopo. Quarto. Ben fatto.
Andrea Dovizioso 6,5
Quando Pedrosa scende, lui sale. Quando Pedrosa sale, lui scende. Monta le dure, a differenza di Pedrosa, ma la scelta non paga. Se fosse andata come a Lorenzo… ma a Dovizioso non va così e, per fortuna, alla fine approfitta di un De Puniet che corre sulle bucce di banana per guadagnare una posizione. Ancora una prestazione altalenante, a cui Andrea sembra essersi abituato e averci abituato. Come il suo compagno.
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Randy De Puniet 6
Ancora una volta belle qualifiche, gara appena sufficiente. Oggi piazza una partenza stile Stoner a Silverstone. Poi rimedia, risale fino a lottare per il quarto, ma poi con la sua Honda che corre sulle tele porta a casa il risultato, magro, ma pur sempre risultato. La gara della vita, però, ancora non si è vista.
Nicky Hayden 5,5
Manca il guizzo, la prova maiuscola al campione americano. Una volta per un verso, una volta per l’altro, Nicky non riesce a decollare in un mondiale che offre ampi spazi per le seconde guide. Come ha dimostrato Spies. Oggi, di podio, neanche a parlarne, ma nella lotta per le posizioni immediatamente dietro, lui non c’era.
Colin Edwards 5
Il texano sembra aver tirato i remi in barca. Qualche giretto buono nelle libere, appena appena, e nulla più. In gara non si fa quasi mai vedere e si becca 15 secondi dal connazionale debuttante nella MotoGP. E pensare che circolava il suo nome come sostituto provvisorio di Valentino sulla M1!
Marco Simoncelli 5
Sembra dover fare sfracelli, finisce nono in una gara con quindici partenti, tra cui le due Suzuki, un giapponese mai sentito e le Ducati private che normalmente appaiono nei titoli di coda. Il cinque è perché, almeno all’inizio, si fa vedere tra i primi. Per fortuna che alla fine ha la meglio su Espargaro, altrimenti un 4 non glielo avrebbe tolto nessuno.
Loris Capirossi N.G.
Altra gara disastrata, in sella ad una Suzuki (4) disastrata pure lei. Per tutto quello che ha fatto per questo sport, una stagione così non se la merita.
Motomondiale 5
Quindici moto sullo schieramento, di cui una affidata ad un certo Kousuke Akiyoshi mai sentito, con le Suzuki in perenne affanno e le Ducati private a fare da comparsa. Praticamente quattro o cinque piloti che se la giocano e gli altri dietro ad arrancare. Qualche idea urge perché un Valentino Rossi mica lo trovi tutti i giorni.