Tale padre, tale figlio. Da Jos a Max Verstappen. Il 16enne olandese, il prossimo anno, sarà al volante della Toro Rosso. Il team satellite della Red Bull scommette forte sul baby talento, che sarà il più giovani di tutti i tempi a salire in una monoposto della Formula 1. Il papà, che vanta 107 gran premi in carriera con due podi ma è oggi ricordato soprattutto per lo spaventoso rogo della sua Benetton ai box di Hockenheim, durante il Gran Premio di Germania 1994 (fortunatamente ne uscì illeso), sarà certamente orgoglioso del figlio, che affiancherà nel 2015 – sostituendo Jean-Eric Vergne – il promettente russo (ma di base ormai da tempo a Roma) Daniil Kvyat. Dal karting alla F1, passando per la Formula 3, dove ha collezionato finora 8 vittorie conquistando un secondo posto nell’Europea della categoria dopo 24 delle 33 gare. Verstappen junior si unirà al team dopo aver completato il Campionato Europeo di F3 e dopo aver vinto il campionato mondiale di karting. Questo il commento di Max Vertsappen: “Vorrei ringraziare Helmut Marko e la Red Bull per tutta la loro fiducia e per avermi dato la possibilità di fare il mio debutto in Formula Uno nel 2015 con la scuderia Toro Rosso. Fin da quando avevo sette anni, la Formula Uno è stato il mio obiettivo, quindi questa opportunità è veramente un sogno che si avvera. Ci sono diverse persone che mi hanno aiutato nel corso degli anni e ancora mi sostengono e voglio ringraziarli sinceramente, come mio padre Jos, che è sempre stato al mio fianco, giorno e notte, anno dopo anno. Naturalmente sono molto grato a tutti i miei sponsor che hanno creduto nel mio talento e mi hanno sostenuto in questi tempi economicamente difficili. Spero di poter mantenere una meravigliosa collaborazione con loro nell’intraprendere questa nuova entusiasmante fase della mia carriera. Voglio anche ringraziare il mio manager Raymond Vermeulen, per tutti i suoi sforzi nel rendere possibile questo accordo, e tutte le squadre di cui ho fatto parte per il loro aiuto e il loro sostegno vitale. Senza di loro, non sarei dove sono oggi”.