Cesare Damiano evidenzia che sulla riforma delle pensioni il Governo sembra intenzionato ad agire e questo è un fatto importante, dato che il 2016 deve essere “l’anno della flessibilità e della correzione della riforma Fornero”. L’ex ministro del Lavoro è tornato quindi a ricordare la sua proposta di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro di 4 anni, con una penalizzazione massima dell’8%. Accanto alla flessibilità il Presidente della commissione Lavoro ha ricordato che ci sono anche altre questioni previdenziali da sistemare, come “lavoratori precoci, ottava salvaguardia degli esodati, monitoraggio di opzione donna, lavori usuranti e ricongiunzioni”.Il blog di Beppegrillo dedica oggi un post alla riforma delle pensioni, scritto da M5S Senato. Nel testo si segnala come dietro i tanti annunci sulla previdenza del Governo vi sia la realtà di tanti pensionati che “sono sotto attacco da diversi anni”. Si ricorda poi che il Movimento 5 Stelle, con la proposta di reddito di cittadinanza, intende portare le pensioni minime a 780 euro al mese. Un accenno viene anche fatto alle buste arancioni dell’Inps, segnalando che le stime contenute si basano su un crescita media del Pil dell’1,5% che sembra del tutto inverosimile.
Susanna Camusso non ci va leggera nei suoi commenti e ritiene che non si possa parlare di riforma delle pensioni di fronte alle ipotesi prospettate da Tommaso Nannicini negli ultimi giorni. Anzi, secondo il numero uno della Cgil, quel che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio propone è di fatto un “affossamento del sistema previdenziale del nostro Paese”. La Camusso ha quindi spiegato che occorre costruire un sistema pensionistico equo e solidale e “non regalare un pezzo dei contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro al risparmio pubblico, né al sistema bancario assicurativo”.
I piani del Governo in tema di riforma delle pensioni restano sotto i riflettori dei media. Il Messaggero, che già aveva pubblicato un’intervista a Tommaso Nannicini, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che sta seguendo da vicino il tema, ha raccolto altri elementi che fanno ritenere che la flessibilità potrà scattare con tre anni di anticipo rispetto al requisito anagrafico. Più che di pensione anticipata si tratterebbe però di un prestito pensionistico e resterebbe da capire a quanto potrebbe ammontare la “penalizzazione” sull’assegno del cittadino una volta che entrasse effettivamente in pensione. Dettagli che non sono certo di poco conto, dato che è sulla base di essi che i lavoratori potranno valutare se val la pena lasciare o meno la propria occupazione in anticipo.
Alla vigilia del primo maggio, Carmelo Barbagallo ricorda l’importanza di una riforma delle pensioni anche per la sicurezza del lavoro, dato che “una delle cause degli incidenti sul lavoro è l’avanzare dell’età”. Dunque occorre intervenire urgentemente sulla Legge Fornero, in particolare per i lavori usuranti. Per il Segretario generale della Uil, la riforma delle pensioni del Governo Monti non ha affatto salvato gli italiani, ma “ha fatto cassa sulle loro spalle”. Ora è giunto quindi il momento di introdurre la flessibilità, che si può finanziare con una parte dei risparmi ottenuti proprio dalla Legge Fornero.
Cesare Damiano ieri è stato ospite della trasmissione Virus per parlare di riforma delle pensioni. L’ex ministro del Lavoro ha ricordato che il sistema previdenziale italiano è in equilibrio e che le l’ultima riforma è servita sostanzialmente a salvaguardare il debito pubblico. Il presidente della commissione Lavoro della Camera, come noto, è favorevole alla flessibilità pensionistica, che dovrebbe servire anche ad aumentare l’occupazione giovanile. Tuttavia per il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marco Gay, anch’egli ospite di Virus, il lavoro non si crea sostituendo un lavoratore anziano con uno giovane, ma con la crescita economica. La trasmissione di Rai 2 ha poi lanciato un sondaggio social da cui risulta che il 50% dei partecipanti ritiene che la pensione degli anziani bruci quella dei giovani. Una pari percentuale ritiene che ciò non sia vero.
La riforma delle pensioni resta senza dubbio l’argomento più dibattuto non solo in seno ai sindacati ma anche e soprattutto per quanto riguarda i principali partiti politici. Il Governo presieduto dal Primo Ministro Matteo Renzi, ha più volte aperto alla possibilità di andare a modificare l’attuale sistema pensionistico per rendere meno complessa l’uscita dal lavoro. Tuttavia, nonostante le rassicurazioni della Maggioranza, nei partiti della Minoranza c’è scarsa fiducia che si possa arrivare ad una riforma delle pensioni, magari limando i vincoli imposti dalla legge Fornero. Gianni Melilla, esponente di Sinistra Ecologia e Libertà, ha manifestato una certa sfiducia evidenziando come in questi mesi sia stato fatto poco per cambiare le pensioni. Il deputato di Sel rimarca come le penalità crescenti a seconda che si esca dal mondo del lavoro per scelta o per disoccupazione, rappresentino di fatto un punto interrogativo. Per Davide Tripiedi del Movimento Cinque Stelle, stando così le cose c’è un forte rischio che si possa assistere ad uno scontro generazionale per cui l’auspicio è quello che ci possa essere un ribaltamento delle attuali norme.