DAMIANO: CORREZIONI ALLA FORNERO VANNO FATTE
Damiano prede spunto dalle dichiarazioni di Matteo Salvini, circa il fatto che la delegazione della Lega abbia detto a Sergio Mattarella che più che posti e ruoli il suo partito è interessato ai temi come la riforma delle pensioni, per chiedere al leader del Carroccio “quali sono le proposte sulle quali, chi aspira a governare il Paese, intende confrontarsi”. L’ex ministro del Lavoro ha ribadito quanto già spiegato da Maurizio Martina: per il Pd la priorità è il lavoro, insieme alla diminuzione del cuneo fiscale per favorire le assunzioni a tempo indeterminato. “Come Pd, non possiamo ignorare il problema delle pensioni. Sarà impossibile, per il Movimento 5 Stelle e per la Lega, ‘cancellare’ la legge Fornero, ma alcune correzioni andranno fatte con urgenza per eliminare le maggiori ingiustizie presenti nell’attuale sistema”, ha aggiunto Damiano.
NUOVI REQUISITI APE
Con la nuova circolare INPS si rendono più evidenti e scritti nero su bianco i nuovi requisiti per l’uscita dal Lavoro prodotti dalla riforma per l’Ape: dal 2019 si andrà in pensione di vecchiaia con almeno 67 anni di età se si hanno almeno 20 anni di contributi oppure a 71 se si possiede il primo accredito di contributo dopo il 1996 o ancora se si hanno meno di 20 anni di contribuiti (più di 5). Nella circolare prodotto negli scorsi giorni, «l’aumento previsto di cinque mesi per i requisiti per l’uscita dal lavoro e spiega il nuovo metodo di calcolo per gli aumenti legati all’aspettativa di vita che dal 2021 saranno biennali». Viene poi ricordato che saranno esentati dall’aumento dei requisiti per l’uscita dal lavoro, tutti i lavoratori impegnati in lavori gravosi delle note 15 categorie definite dal Governo con la riforma del lavoro dell’anno scorso. Inoltre, spiega ancora l’INPS, « La variazione della speranza di vita relativa al biennio 2021-2022 è computata in misura pari alla differenza tra la media dei valori registrati nel biennio 2017-2018 e il valore registrato nel 2016». (agg. di Niccolò Magnani)
APPELLO ESODATI PER LA NONA SALVAGUARDIA
Nel Comitato esodati licenziati e cessati c’è una certa apprensione per via delle diverse dichiarazioni e ipotesi di intervento sulle pensioni che si susseguono sui media da parte degli esponenti politici dopo le elezioni. “L’eccessiva frequenza con la quale ci si ‘dimentica’ degli esodati, rivela”, secondo Luigi Metassi, “un approccio approssimativo, a prescindere dall’autorevolezza della fonte. Innumerevoli volte abbiamo spiegato le ragioni costituzionali e oggettive, ostative a surrogare un provvedimento di salvaguardia con altre soluzioni, più o meno penalizzanti, nei confronti degli esodati. Ostatività che è scritta a chiare lettere nella Costituzione e ribadita da svariate sentenza costituzionali”. L’amministratore del Comitato, in un post sulla pagina Facebook del medesimo, segnala quindi che è stato distribuito “ai parlamentari un sintetico dossier col quale intendiamo mettere in luce il danno e le discriminazioni subite dagli esodati e, nel contempo, presentare una via percorribile verso una urgente e definitiva salvaguardia”.
Del resto ci sono circa 6.000 persone che sono senza reddito e senza pensione le quali l’approvazione di Quota 41 o Quota 100 non avrebbe alcun effetto. Dunque tocca ora alla politica dare una risposta a queste persone, tenendo conto che, evidenzia Metassi, “nel sintetico dossier consegnato sono chiaramente indicati dove trovare le necessarie coperture attualmente disponibili e l’esiguità dei costi che, volendo credere ad un perfido scherzo della sorte, sono pressoché pari alle somme dirottate mesi fa dal fondo esodati ai festeggiamenti del carnevale”.