Tra i dipendenti pubblici che aspettano il rinnovo dei contratti statali bloccati da oltre 8 anni ci sono anche gli insegnanti. Per quanto riguarda il mondo della scuola il sindacato Anief ha ribadito nei giorni scorsi il giudizio negativo sull’accordo politico siglato il 30 novembre 2016 dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia e da Cgil, Cisl e Uil. Anche la Uil ha avanzato nei confronti del governo alcune richieste riguardo al rinnovo dei contratti statali e alla scuola pubblica. Carmelo Barbagallo, Segretario Generale Uil, e Pino Turi, leader della Uil Scuola, hanno partecipato giovedì e venerdì scorsi alla Conferenza di organizzazione nazionale della categoria in provincia di Taranto. In un faccia a faccia con il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, i sindacalisti hanno chiesto “di continuare nel cambiamento della cosiddetta buona scuola che non ha dato buoni risultati”, ha dichiarato Barbagallo. “La scuola – ha aggiunto – ha un ruolo primario anche per affermare la cultura della legalità e dei diritti. Se però un insegnante ha la preoccupazione del trasferimento e di uno stipendio insufficiente per arrivare a fine mese, non è nella condizione di serenità per svolgere questo importante lavoro. Serve, dunque, sia un incremento occupazionale nel settore sia la definizione del rinnovo contrattuale”. La Uil ha quindi sottolineato che servono investimenti nella scuola pubblica per “rimetterla al centro dell’azione di Governo e non viverla come un peso al punto da arrivare a spostare le risorse verso la scuola privata”. (aggiornamento di Stefania La Malfa)
Rinnovo dei contratti statali e riforma del pubblico impiego. Mentre il primo deve ancora essere siglato, con i dipendenti pubblici che temono uno stallo nella trattativa, la seconda va avanti. Il Consiglio di Stato ha infatti espresso ieri parere favorevole sulla riforma Madia. Nonostante il via libera alla riforma Pa, nella nota di Palazzo Spada sono inserite anche, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, “osservazioni e raccomandazioni”. Quello del Consiglio di Stato è un “apprezzamento generale” alla riforma del pubblico impiego anche se, si sottolinea, sarebbe stato “auspicabile un intervento ancor più organico e completo” proprio perché ci sono “spiccati caratteri di innovatività”. La completezza, secondo il Consiglio di Stato, sarebbe stata necessaria per “non dar luogo a possibili difetti di coordinamento normativo” col rischio di “ostacolare il raggiungimento delle finalità perseguite”.
Intanto sul fronte del rinnovo dei contratti statali i sindacati aspettano che il ministro Madia invii la direttiva all’Aran affinché la trattativa per l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici possa proseguire. Nelle scorse settimane Marianna Madia ha assicurato che il governo rispetterà gli impegni presi con le parti sociali lo scorso 30 novembre quando è stato sottoscritto un accordo quadro per un incremento salariale di 85 euro medi lordi mensili.