Questa sera scenderà in campo la nazionale azzurra di Cesare Prandelli, nell’amichevole del Luigi Ferraris di Genova. Le formazioni della vigilia indicano nel duo Matri-Giovinco la coppia d’attacco titolare. I due attaccanti hanno come comun denominatore la Juventus, che possiede l’intero cartellino dell’uno e la metà della “Formica Atomica”, ancora in comproprietà col Parma. La situazione di Giovinco è ancora in bilico: tornerà alla base? Sarà riscattato dal Parma? C’è qualche altra squadra in ballo? Per vederci più chiaro ilSussidiario.net ha intervistato in esclusiva Andrea D’Amico, procuratore del giocatore. Ecco le sue impressioni:
La Nazionale dà uno spunto intrigante: Giovinco in attacco con Matri. Li rivedremo insieme alla Juventus?
E’ suggestiva come affermazione. Un bel banco di prova, se mai ce ne fosse bisogno, però bisogna aspettare perché al momento non c’è niente che possa indicare una situazione di questo tipo.
Il recente bisticcio tra Giovinco e Conte, che lo accusò dopo Parma-Juventus del 15 Febbraio scorso, ha complicato la situazione tra il giocatore e la Juve?
Secondo me no.
Ma le successive scuse di Conte possono essere lette come dettate dalla società in chiave mercato?
No perché Antonio ha un carattere così, va quasi in trance agonistica, lui stesso a volte lo dice. Probabilmente quelle frasi sono sfuggite da un momento di trance, o magari dal campo aveva visto una situazione che poi rivista in tv gli è sembrata diversa, e quindi ha chiesto scusa. Secondo me sono scuse sue spontanee, non penso che nascondano suggerimenti.
Qualora la Juventus manifestasse l’intenzione di riprendere Giovinco, a quali condizioni sarebbe disposto a tornare?
Aspettiamo che lo facciano, poi dopo ne parliamo. Mi sembra assurdo star qui a progettare delle condizioni prima ancora che si verifichi questa condizione, è una riflessione che potremmo fare su ogni squadra importante. Se viene il Real Madrid, se viene il Chelsea, se viene l’Inter: aspettiamo che vengano.
Ma qualcuno è venuto a bussare alla sua porta?
Diciamo che quello che è importante per noi è soprattutto il progetto tecnico che hanno le varie società che sono interessate a lui. Come ho sempre detto per il ragazzo è fondamentale il progetto tecnico, oltre che quello economico, quindi al momento opportuno sceglieremo.
Giovinco sembra trovarsi molto bene a Parma: vuole restare ancora o l’ambizione alla fine avrà la meglio?
E’ un discorso che prevede delle situazioni che non dipendono solamente da lui. Intanto c’è una comproprietà in atto sul suo cartellino, e quindi bisognerà riprendere il dialogo tra le due società. Poi dopo di conseguenza vedremo il da farsi.
In ogni caso lo ritiene pronto per la maglia da titolare di una grande?
Secondo me lo era già anche prima, aveva bisogno solo di acquisire un po’ più di continuità. Quest’anno fa 25 anni, quando arrivano dall’estero sono pronti anche a venti, non vedo perché i nostri prodotti debbano andar bene solo dai 23 anni in su. Non ha mai avuto problemi lui di essere pronto.
Dunque lo era già al primo anno alla Juventus (2008-2009, a ventun’anni dopo prestito all’Empoli)?
Sì, quando ha dovuto giocare trofei internazionali, non ha mia avuto traumi psicologici: è chiaro che la continuità per un giocatore è fondamentale, insieme all’utilizzo tecnico, al modo di giocare dell’allenatore. Credo che sarà molto importante l’allenatore nella scelta di Sebastian.
In generale, come giudica la gestione di Giovinco in questi anni da parte della Juventus?
La Juventus ha avuto un periodo diciamo variegato, nel senso che è passata attraverso diverse gestioni tecniche. Sappiamo che ogni allenatore la vede a modo suo. Ha cambiato direttore generale, direttore sportivo, in quel momento c’era bisogno, nell’interesse anche del giocatore, di acquisire una determinata continuità di utilizzo. Probabilmente l’allenatore di allora, che era Del Neri, aveva in mente un altro progetto, e quindi noi avevamo scelto di andare a giocare sempre.
La società avrebbe dovuto dare più fiducia al giocatore?
Il mio lavoro non è quello di giudicare quello che fanno gli altri: la Juve è una grandissima società, sappiamo che quando viene scelto un allenatore, a qualsiasi livello, gli viene data autonomia. Penso che fosse un progetto tecnico che non prevedeva il suo utilizzo continuativo, quindi noi abbiamo preferito, insieme alla società, di andare a giocare per diventare un progetto importante com’è diventato. Se Sebastian adesso è in nazionale è frutto anche di quella scelta che abbiamo attuato, d’accordo con la Juventus.
A livello tattico lo vedrebbe bene nel 4-3-3 di Conte?
Sebastian dà il meglio di sé quando gioca da attaccante, quando è libero di muoversi sul fronte d’attacco. Conte è veramente un bravo allenatore e non ha bisogno dei miei consigli. Nel momento in cui dovesse utilizzare Sebastian so che lo farebbe al massimo delle sue qualità. Un bravo allenatore è in grado di cambiar modulo più volte anche nel corso della stessa gara. Il grande merito di Conte è stato quello di dare un equilibrio ad una squadra che magari all’inizio sembrava non averlo.