INPS, PENSIONE CASALINGHE AL CENTRO DELL’INTERESSE
Continua a restare alto l’interesse per il Fondo per le casalinghe dell’Inps, che consente di poter accedere alla pensione a 57 anni. C’è da dire, però, che secondo quanto emerso nei giorni scorsi, ci vorrebbero 35 anni di versamenti, anche di 330 euro l’anno, per vedersi accreditare un assegno intorno ai mille euro. Dunque la strada appare più percorribile e conveniente in futuro e non nell’immediato. L’interesse dimostra però che gli italiani sono molto attenti alla possibilità di una pensione anticipata. In particolare le donne, visto che a causa della situazione del mercato del lavoro e delle disparità di trattamento che devono subire o hanno subito, si trovano con un’anzianità contributiva ridotta e costrette quindi spesso a dover attendere di arrivare ai 67 anni di età come requisito per accedere alla quiescenza. E se non si hanno fonti di reddito e ci si trova in età avanzata, diventa difficile poter attendere così tanto tempo. È anche questa la ragione che continua a portare diverse italiane a chiedere la proroga di Opzione donna.
PENSIONI DONNE, LE PROPOSTE E GLI STRUMENTI SUL CAMPO
In attesa anche di capire chi sarà a Governare il Paese, gli italiani cercano quindi di informarsi sulle possibili strade di accesso alla pensione anticipata. Rispetto alle proposte sentite in campagna elettorale, non sembrano esserci misure pensate specificatamente per le donne in campo previdenziale. Fanno eccezione la proposta di una pensione minima di 1.000 euro per tutte le donne di Forza Italia, che non è stata però dettagliata per capire a chi sarebbe assegnata e con quali requisiti, e l’innalzamento delle pensioni minime grazie al reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle, che riguarderebbe però le donne già in pensione. Anche se i 780 euro al mese verrebbero dati anche a quelle donne che si trovano senza lavoro. L’Ape volontaria, visto il costo che comporta, e lo sconto contributivo dell’Ape social per le donne che hanno avuto figli, potrebbero non venire incontro alle esigenze di tutte le italiane. I sindacati, dal canto loro, hanno ribadito recentemente che intendono chiedere che ci sia una valorizzazione, anche ai fini previdenziali, del lavoro di cura svolto dalle donne.