Parte del processo di salvaguardia degli esodati si è concluso con la firma, da parte del ministro dell’Economia Vittorio Grilli, del decreto attuativo con il quale ne vengono tutelati ulteriori 55mila rispetto ai 65mila già salvati. La sua emanazione era stata prevista entro il 15 ottobre e così è stato. Contestualmente, vengono interessati dal provvedimento anche 600 dipendenti dello stabilimento di Termini Imerese. «Un’altra buona notizia. Abbiamo con questo le premesse per salvaguardare 120mila persone», si è affrettata a commentare il ministro Fornero. Non la pensa così Alessandro Costa, ex dirigente Telecom e referente di migliaia di esodati che rivela a ilSussidiario.net le sue impressioni «Sicuramente, si tratta di un passo in avanti positivo, ma non sufficiente, per risolvere la situazione. Tuttavia, se si sommano questi 55mila ai precedenti 65mila esodati salvaguardati, si salva, a essere generosi, il 40% soltanto dei lavoratori interessati». Come se non bastasse, secondo Costa, con questo decreto e con il precedente, si è ristretta la platea degli aventi diritto alla salvaguardia secondo una modalità che ci pone fuori dallo Stato di diritto. «Infatti, si prevede che coloro che hanno optato per la prosecuzione dei contributi volontaria, ma non hanno ancora versato un contributo o nel frattempo hanno trovato un altro impiego, non siano contemplati tra quelli da tutelare. Eppure, all’epoca in cui sottoscrissero degli accordi, furono presentate loro delle regole che sono state cambiate a cose fatte». L’impressione di Costa è che si continui a ragionare in termini esclusivamente di bilancio. «Si vuol fare tornare i conti senza spendere un euro in più. Eppure, un minimo di apertura lo avevamo riscontrato nel discorso del ministro Fornero al Parlamento, quando aveva detto che si sarebbero dovute prevedere le deroghe anche per chi aveva svolto lavori saltuari. Categoria che, a oggi, non è chiaro come si intenda definire. Mi auguro, in sostanza, che possa essere salvaguardato anche chi, nel periodo di disoccupazione, ha svolto lavori in regime di Partita iva incassando, magari, un’unica fattura da 800 euro. Non mi sembra che aver trovato un impiego occasionale di questo tipo possa essere equiparato ad aver trovato un nuovo lavoro».
Non resta che sperare nel futuro: «Martedì, alla Camera, incontreremo tutti i deputati che sostengono la proposta Damiano, la quale arriverebbe a coprire circa l’80% di tutti i casi. Auspichiamo, in ogni caso, che almeno con il nuovo governo, la situazione degli esodati venga definitivamente risolta. Non dimentichiamoci, del resto, che si tratta di ex dipendenti che non hanno altro sostegno se non quello derivante dal proprio lavoro o dalla pensione».