Cesare Damiano attira nuove critiche da parte di chi è rimasto deluso da un mancato incisivo cambiamento della riforma delle pensioni targata Fornero. L’ex ministro del Lavoro ieri sulla sua pagina Facebook ha rivolto un pensiero “a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che si battono per i loro diritti e la loro dignità”, citando in particolare coloro che prestano servizio all’Unità, lo storico quotidiano che rischia di chiudere. Tra i commenti giunti al post ve ne sono alcuni che ricorda che i lavoratori si battono, mentre i politici non fanno nulla, se non pensare ai loro privilegi, come i vitalizi, riservando poi ai cittadini provvedimenti come la Legge Fornero. Tra i commenti si trovano anche critiche all’Ape e anche la richiesta di varare la Quota 41. Qualcuno è anche piuttosto duro con Damiano, affermando che spara parole a vuoto da almeno 5 anni.
C’è attesa per l’avvio dell’Ape, la misura principale della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità. Ancora non si sa quando potrà partire l’Anticipo pensionistico, ma si sa che per accedervi si potrà fare anche ricorso al cumulo contributivo gratuito, un’altra novità inserita tra le norme previdenziali dell’ultima manovra. Tuttavia non tutti potranno usare questo sistema per usufruire dell’Ape. pensionioggi.it ricorda infatti che il cumulo è stato sì esteso anche ai lavoratori iscritti a cassa professionali, ma ancora manca un decreto del ministero del Lavoro che spieghi come si debba procedere per attuare concretamente questa misura. Insomma, un altro ritardo da parte del Governo che si aggiunge a quelli relativi all’Ape.
La riforma pensioni negli ultimi giorni ha subito l’ennesimo colpo “duro”: con lo slittamento della presentazione per l’Ape sociale anche i periodi per quello volontario rischiano di trasporsi in nuovi ritardi e rimandi delle specifiche dovute al decreto Pensioni in fase 2. Come ha riportato questa mattina Il Sole 24 ore, fatte le dovute correzioni e incassato il prossimo parere ella Corte dei Conti, mancano ancora gli accordi con le banche e le assicurazioni che di fatto dovranno finanziare il prestito-ponte da rimborsare per tutti i 63enni che hanno versato almeno 20 anni di contributi che hanno scelto di anticipare di tre anni l’uscita verso la pensione. Si teme un periodo ancora più lungo della fine giugno, con le ultime novità che sono inevitabilmente legate all’andamento dell’ape sociale dopo gli ultimi correttivi da effettuare in seguito al parere del Consiglio di Stato. (agg. di Niccolò Magnani)
In occasione della Festa del Lavoro, Gianni Alemanno e Francesco Storace hanno scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica, segnalando che la riforma delle pensioni targata Fornero “ha elevato all’impossibile i requisiti per il raggiungimento della pensione e, di conseguenza,ha bloccato i nuovi avviamenti al lavoro”. Nel testo pubblicato da Il Giornale d’Italia si legge anche che la Legge Fornero non è riuscita a ridurre la spesa pubblica per le pensioni, dato che questa ha continuato a crescere oltre il 17% del Pil. Alemanno e Storace chiedono quindi a Mattarella “di rivolgere un appello alle Camere affinché la legge Fornero venga superata e si ponga in essere una nuova legge che possa consentire ai lavoratori di andare in pensione a un’età più consona e a condizioni dignitose e di sbloccare il turnover per favorire nuova occupazione”.
In questa giornata della Festa del lavoro, Giuliano Poletti ha rilasciato interessanti dichiarazioni durante la cerimonia di consegna delle Stelle al merito del lavoro, tra cui alcune dedicate alla riforma delle pensioni. Il ministro del Lavoro, secondo quanto riporta Rainews, ha infatti detto di confidare nel fatto che le norme inserite nella Legge di stabilità, con cui si è intervenuti sul sistema previdenziale, “oltre a dar risposta a problemi di disparità di trattamento e a situazione di disagio sociale, aumentando la flessibilità del sistema possano aprire maggiori spazi occupazionali per i giovani”. Non è la prima volta che Poletti segnala come gli interventi di flessibilità siano di aiuto all’occupazione giovanile. Tuttavia, c’è chi non apprezzerà queste sue dichiarazioni.
I sindacati hanno manifestato insieme questa mattina a Portella della Ginestra, per ricordare l’eccidio di agricoltori avvenuto 70 anni fa. La mobilitazione di oggi, nel giorno della Festa del lavoro, era stata presentata da Susanna Camusso durante l’assemblea generale della Cgil, con parole che sono poi andate a toccare dei temi su cui il sindacato intende chiedere al Governo degli interventi. Tra questi anche la riforma delle pensioni, visto che ancora, ha segnalato la leader della Cgil, c’è una situazione per cui non c’è distinzione di età pensionabile tra le varie categorie lavorative. Secondo quanto riporta La Sicilia, Camusso ha anche ricordato che si continua a sottovalutare il problema di chi è rimasto senza lavoro, ma ancora è lontano dalla pensione. Per questo ha ricordato che occorre far entrare in vigore le norme frutto del confronto tra Governo e sindacati. Quindi, ha voluto ricordare che “il terreno di cambiamento sulla legislazione sulle pensioni è uno degli impegni fondamentali che abbiamo dinnanzi a noi”.
Oggi è il 1° maggio, Festa del lavoro in cui molti italiani saranno in piazza. Ci saranno ovviamente i sindacati e nella newsletter di Rassegna sindacale viene ricordato che il 6 maggio a Roma la Cgil terrà un’altra manifestazione, questa volta per rilanciare la Carta dei diritti universali del lavoro. Il sindacato di Susanna Camusso, poi, due giorni prima sarà impegnato, insieme a Cisl e Uil, nel confronto sulla riforma delle pensioni con il Governo. Si dovrebbe ripartire dalle proposte relative alla cosiddetta fase due, ovvero agli interventi appositamente pensati per i giovani, che rischiano di trovarsi in futuro con assegni di importo piuttosto ridotto, considerando che entrano spesso tardi nel mondo del lavoro e che le loro carriere sono discontinue.
Oggi 1° maggio è la Festa del lavoro e sono diverse le dichiarazioni dei sindacalisti che chiedono un maggior impegno della politica a sostegno dell’occupazione, ma anche di una riforma delle pensioni. A livello territoriale, Tecla Boccardo, Segretario generale della Uil Molise, evidenzia come la situazione non sia affatto facile. I lavoratori molisani, spiega la sindacalista secondo quanto riporta primonumero.it, devono infatti fare i conti con l’assenza dei Centri per l’impiego, con il dimezzamento dei posti di lavoro nell’edilizia, con la mancanza del rinnovo contrattuale nel pubblico impiego, con la chiusura di aziende, con una disoccupazione giovanile elevata e con pensioni che diventano sempre più magre. Urgono dunque interventi, anche a livello regionale. Da qui l’appello della Boccardo alla giunta molisana.
Tra i sostenitori della necessità di cambiare la riforma delle pensioni targata Fornero in tanti ritengono che mandando in quiescenza i lavoratori più anziani si creeranno più opportunità di lavoro per i giovani. Maurizio Ferrera, sulle pagine del Corriere della Sera, spiega che “a prima vista, il nesso appare ovvio e in alcuni casi (a questo o a quel giovane, in questa o quella azienda) le cose stanno davvero così”. Tuttavia Alessandra Del Boca e Antonietta Mundo, nel loro nuovo libro “L’inganno generazionale”, spiegando che “se guardiamo ai grandi numeri” “non troviamo alcuna correlazione fra i tassi di occupazione degli anziani e quelli dei giovani. In altre parole, non è vero che se gli anziani si tolgono di mezzo, i giovani trovano più lavoro”. Inoltre, viene anche “sbugiardata” la vulgata secondo cui la Legge Fornero avrebbe avuto effetti devastanti sui lavoratori e pensionati, dato che “l’Italia risulta ancora il paese con la durata media della vita lavorativa più corta” e l’età effettiva di pensionamento è intorno ai 62 anni.