La Juventus ha presentato questo pomeriggio il suo nuovo acquisto. Al termine di una lunga trattativa con il Verona – dovuta a questioni da risolvere tra il procuratore del calciatore e il club scaligero – Romulo ha parlato davanti alla stampa e al fianco dell’Amministratore Delegato Beppe Marotta, posando poi con la maglia numero 2 che aveva in gialloblu e che in bianconero era vacante (l’aveva indossata Lucio nei primi sei mesi del 2012-2013); della quale ha detto “giocavo con questa maglia da bambino e ho scelto di tenerla”. Romulo si aggregherà alla squadra che domani partirà per la tournée asiatica (primo impegno mercoledi, contro una selezione locale). “Sapevo che la Juventus mi cercava” ha detto. “Sono rimasto contento, voglio iniziare il percorso iniziato tre anni fa e dare il massimo. Grazie anche alla Fiorentina”. Poi l’italo-brasiliano ha affrontato diversi temi: da quelli che riguardano la squadra (“faremo tutto il possibile per andare avanti in Champions League, in Italia ci sono squadre forti e la Juventus è una di queste”), sulle sue caratteristiche (“Allegri mi ha chiesto dove preferisco stare in campo, gli ho risposto che sono disponibile a giocare in qualunque ruolo della fascia destra”), su Juan Manuel Iturbe che poteva condividere con lui l’esperienza bianconera ma che “ha fatto la sua scelta, come io ho fatto la mia. Tra qualche anno diventerà uno dei più forti”. Romulo ha poi parlato brevemente dell’infanzia: una famiglia semplice e povera ma con tanti valori. “Ho fatto tanti sacrifici per realizzare questo sogno e lotterò molto di più per restare qui”. Un altro sogno che invece non si è realizzato è stato quello del Mondiale: Romulo era stato scelto nei 23 da Cesare Prandelli, ma è stato lui a rifiutare perchè non era al meglio. “E’ stato difficile: davanti a lui ho pianto tantissimo. Il Mondiale era un sogno, e poi era in Brasile. Ma non potevo dire bugie, il CT mi ha ringraziato per l’onestà”. Adesso si prepara alla grande avventura con la Juventus: ha detto di voler ripercorrere le impronte di un ex come Emerson che “in patria è ancora molto ammirato” e di ispirarsi a Denilson: lo ricorderete, il funambolo che fu campione del Mondo nel 2002 e che ha giocato con il Betis Siviglia. “Ho iniziato facendo l’attaccante, provavo a imitare quello che faceva lui in campo. Era fortissimo”. La Juventus spera che Romulo lo sia ancora di più.