Nel libro inchiesta “Perché le donne valgono – anche se guadagnano meno degli uomini”, la giornalista Sabrina Scampini racconta la situazione femminile nel mercato del lavoro in Italia, ma con un’attenzione anche ad altre parti del mondo. Una situazione spesso complicata per diversi motivi: la difficoltà di conciliare la maternità e il lavoro; leggi carenti; le poche opportunità per le donne di avere la stessa carriera degli uomini; i pregiudizi culturali; i ruoli istituzionali sempre in mano agli uomini. E poi la violenza, il femminicidio, lo stalking. Fino alle interviste con quattro donne italiane che hanno saputo abbattere il soffitto di cristallo: l’astronauta Samantha Cristoforetti, Gina Nieri vicepresidente di RTI, Roberta Pinotti, Ministro della difesa, Bianca Berlinguer, direttore del TG3. Abbiamo sentito proprio Sabrina Scampini. Eccola in questa intervista a ilsussidiario.net.
Come ti è venuta l’idea di scrivere questo libro?
Sono rimasta impressionata dalla classifica sul Gender Gap Report del World Economic Forum che classifica l’Italia al 111esimo posto su 145 Paesi nel mondo per quanto riguarda le opportunità e la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Ho voluto approfondire un dato impressionante e ho scoperto un mondo che non conoscevo.
Quanto ti è servita la tua professione, attività di giornalista anche a Quarto Grado?
Attraverso “Quarto Grado” ho iniziato a conoscere alcune realtà più estreme dell’universo femminile: il femminicidio, la violenza, lo stalking. Mi hanno avvicinata alla parte più intima e fragile dell’animo femminile.
Il titolo parla chiaro, non ci sono gli stessi diritti per uomini e donne: perché succede?
Come ho scritto nel mio libro pare che in Italia manchino 118 anni al giorno in cui si raggiungerà la parità tra uomini e donne. Io cerco di darmi da fare anche perché non ho così tanto tempo a disposizione.
Nel libro racconti le difficoltà per le donne che hanno un figlio o più, in Italia rispetto ad altri paesi…
Rispetto ad altri Pesi più evoluti come quelli del Nord Europa, in Italia le donne con figli non sono tutelate. Non ci sono leggi appropriate che riguardino la maternità, il welfare non è al passo con i tempi. Non è semplice per le donne conciliare la maternità e la carriera.
Secondo te i paesi scandinavi sono veramente l’esempio migliore da seguire per le donne?
L’Islanda in questo senso è il paese che più ha raggiunto la parità tra uomini e donne.
Hai detto che gli Stati Uniti invece sono ancora indietro, come mai?
Negli Stati Uniti il problema è proprio la mancanza di una legge che tuteli la maternità, è incredibile che ad oggi non sia retribuita. Hillary Clinton ci sta puntando molto nella sua campagna elettorale.
Tornando alla situazione italiana, con dati anche precisi, hai detto che l’occupazione maschile, così come la possibilità di far carriera è sempre a favore degli uomini, quali i motivi?
In effetti l’80% dei ruoli istituzionali e il 70% di quelli dirigenziali è ancora in mano agli uomini. Lo strumento della trasparenza potrebbe aiutare molto, nelle aziende in cui è stata introdotta è servita moltissimo perché sapere chi viene promosso, come e quanto può contribuire a scoraggiare le discriminazioni. Servirebbe anche nominare il Ministro per le pari opportunità, potrebbe fare molto a livello legislativo e per la comunicazione.
Cosa si potrebbe fare fare?
Sarebbe auspicabile un’educazione alla parità a partire dalle scuole elementari, ma anche alla prevenzione della violenza di genere, altro argomento importante da non sottovalutare.
Hai parlato anche di situazioni limite come in Arabia Saudita, dove le donne non possono guidare neanche l’automobile…
Lì addirittura le donne non possono neanche guidare le biciclette e non hanno i più semplici diritti umani e non è l’unico Paese in cui accade. Noi dobbiamo fare ancora molta strada, ma è bene ricordarsi quanta ne abbiamo fatta e aiutare chi ne ha più bisogno, non lasciarle sole.
Hai raccontato le storie di quattro donne italiane che hanno saputo abbattere il soffitto di cristallo: Bianca Berlinguer, Samantha Cristoforetti, Gina Nieri, Roberta Pinotti…
Sono donne molto diverse che in comune hanno una grande determinazione. Sono riuscite a raggiungere posti di comando in ambienti dominati dagli uomini grazie al loro duro lavoro. Come direbbe Samantha Cristoforetti sono un ‘role model’ per le giovani donne che si avvicinano al mercato del lavoro e in loro vedono un esempio da seguire: sono la dimostrazione che con l’impegno e la determinazione, se ci sono le capacità, le donne possono raggiungere qualunque obiettivo.
Franco Vittadini