Come abbiamo visto, una riforma delle pensioni nel 2015 in qualche modo ci sarà, nonostante Matteo Renzi nella conferenza stampa di fine anno di ieri abbia fatto intendere che sarà escluso un intervento strutturale di cambiamento della legge Fornero. Tuttavia un’altra novità è in arrivo per chi deve ancora andare in pensione. Il Corriere della Sera di oggi conferma che presto verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale un provvedimento anticipato dal QN: si tratta dell’innalzamento dell’età pensionabile di quattro mesi a partire dal 1° gennaio 2016. Non si tratta di una norma ad hoc, ma dell’adeguamento dei requisiti pensionistici alle aspettative di vita, introdotto nel 2010 dal Governo Berlusconi. L’esecutivo allora aveva previsto degli scatti con cadenza triennale. Il primo, nel 2013, è stato di 3 mesi. Stavolta sarà di 4 e a partire dal 2019, secondo quanto previsto dalla riforma Fornero, gli scatti saranno biennali. In buona sostanza, dal 1° gennaio 2016 i lavoratori dipendenti uomini dovranno avere 66 anni e 7 mesi (oltre ad almeno 20 anni di contributi) per poter andare in pensione. Stessi requisiti sono richiesti per le donne del settore pubblico, mentre nel privato dovranno avere 65 anni e 7 mesi (66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome). Per le donne, dunque, lo scatto sarà superiore, in virtù di un percorso di adeguamento verso la parità con gli uomini (attualmente infatti nel settore privato servono 63 anni e 9 mesi, mentre per le autonome 64 anni e 9 mesi).
Lo scatto di quattro mesi non riguarderà però solo l’età per avere accesso alla pensione, ma anche i requisiti per il pensionamento anticipato. Gli uomini dovranno infatti avere 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre le donne 41 anni e 10 mesi. Ricordiamo che fino al 31 dicembre 2017, in virtù di quanto disposto dalla Legge di stabilità, non saranno previste penalizzazioni per chi andrà in pensione prima dei 62 anni con questo sistema.
Un altro versante su cui questo scatto avrà effetto riguarda l’età massima fino a cui un lavoratore dipendente può restare in servizio, che diventerà di 70 anni e 7 mesi. Infine, salirà da 63 anni e 7 mesi il requisito per accedere alle pensione di vecchiaia (oltre ai 20 anni di contributi) per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995 e ha quindi un sistema contributivo pieno.
Dunque questo scatto avrà effetto dal 2016, ma già a partire dal 2015 sicuramente qualcuno dovrà rifare i “conti” che si era fatto per andare in pensione.