“Quello che si legge sui quotidiani è abbastanza vicino alla realtà”. Sotto gli uffici della Saras, Massimo Moratti viene intercettato dal solito stuolo di cronisti e apre all’arrivo di Ishak Belfodil. Di solito è raro che il presidente di una società si apra così tanto rispetto a indiscrezioni di calciomercato; spesso e volentieri domina il riserbo, si cerca di schermare la propria posizione, per non dare vantaggi ad altre squadre eventualmente interessate. Per quanto riguarda Belfodil la concorrenza c’è: il Napoli punta fortemente sull’attaccante franco-algerino. L’Inter però ha bruciato tutti e, nonostante Walter Mazzarri non sia un grande estimatore dei giovani, si prepara a mettere sotto contratto un classe ’92 che potenzialmente promette molto. Le parole di Moratti sono indicative: in questo momento l’Inter ha anche bisogno di trovare fiducia attraverso parole e dichiarazioni, il calciomercato procede a rilento al di là dei botti di fine stagione scorsa, con l’arrivo dei sudamericani tra cui anche Mauro Icardi. Dovesse essere acquistato anche Belfodil, si tratterebbe certamente di un colpo interessante ma forse non troppo utile a far sognare i tifosi sotto l’ombrellone.
Ad ogni modo, Belfodil sarà; in attesa che si concretizzino altri acquisti, come quello di Dusan Basta per il quale l’Udinese non molla la presa, o quello di Radja Nainggolan che però resta difficile per la presenza della Roma determinata ad acquistare il centrocampista del Cagliari. Per Belfodil invece è quasi fatta: decisivo il fatto che sia Matias Silvestre che Antonio Cassano hanno accettato, o starebbero per accettare, il trasferimento al Parma. I due hanno seguito percorsi diversi, ma allo stesso modo non sono riusciti a incidere come avrebbero voluto in nerazzurro: il difensore argentino ha pagato anche il cambio di modulo voluto da Stramaccioni e qualche prestazione sotto le righe, mentre Cassano ha finito presto la benzina e, esattamente come era successo al Milan, dopo un grande avvio si è perso anche a causa di problemi personali. Ormai si è capito senza bisogno della controprova che FantAntonio nonostante il suo straripante talento non è fatto per le grandi squadre: superati i 30 anni può rilanciarsi in Emilia, sotto la guida di Roberto Donadoni che in Nazionale aveva saputo valorizzarlo come forse nessun altro.