Mentre ancora non sono arrivati i testi definitivi dei decreti attuativi sull’Ape, resta ancora da correggere (così almeno sperano in tanti) la norma sul cumulo gratuito dei contributi, un’altra delle novità della riforma delle pensioni inserita nella Legge di stabilità. Al momento, infatti, chi vuole usufruire di Opzione donna o intende accedere all’ottava salvaguardia degli esodati non può contare sulla possibilità di cumulare contributi versati in diverse casse. Diverse sono state le proteste contro questa evidente lacuna della normativa, anche da parte di esponenti della maggioranza, ma finora nessun correttivo è stato adottato. Anche per questo Orietta Armilato ha rinnovato a Domenico Proietti, Segretario confederale della Uil, la richiesta di un aiuto su questo punto a nome di tutte la appartenenti al Comitato Opzione donna social.
La riforma delle pensioni targata Fornero ha aiutato a ridurre la spesa pubblica per le pensioni. Tuttavia c’è chi evidenzia che resta difficile coprire tale spesa. Alberto Brambilla segnala infatti che nel 2015 oltre 27 milioni di italiani hanno pagato 185 euro di Irpef a testa, “in pratica solo il 4,87% dell’Irpef totale e, si suppone, pochissimi contributi sociali, il che produrrà gravi ripercussioni sia sull’attuale sistema pensionistico sia sulla futura coesione sociale. Con quali soldi si pagheranno le pensioni a questa enorme platea?”. In un articolo sul Corriere della Sera, l’ex sottosegretario al Welfare presenta alcuni risultati del Centro Studi di Itinerari previdenziali che portano appunto a farsi delle domande piuttosto “scomode”, come questa: “Come si potranno pagare le pensioni agli oltre 10 milioni di soggetti che non dichiarando nulla ai fini Irpef, sono anche privi di contribuzione?”.
Matteo Renzi torna a parlare di riforma delle pensioni. Il Segretario del Partito democratico, secondo quanto riporta Askanews, durante la sua diretta Facebook “Matteo risponde” ha infatti ricordato che “il primo luglio dovrebbero arrivare i denari per la quattordicesima delle pensioni che è uno degli investimenti della legge stabilità, l’ultimo atto del governo dei 1000 giorni”. Non manca sui social chi commenta queste dichiarazioni spiegando che però ancora non è arrivato l’Anticipo pensionistico il cui avvio era previsto per il 1° maggio. Tuttavia Giuliano Poletti ha ricordato proprio ieri che il decreto sull’Ape social ormai è in dirittura d’arrivo, è solo questione di “qualche ora”. Per l’aumento delle quattordicesime c’è da dire che la circolare Inps in materia è già stata emanata e quindi non si rischiano ritardi.
Ape volontaria, Ape social e Quota 41 rappresentano le novità più importanti della riforma delle pensioni in termini di flessibilità. E le Acli hanno deciso di indire l’Ape Day per il 19 maggio a Salerno, offrendo consulenza gratuita e informazioni su questi provvedimenti, in modo da aiutare i cittadini anche a decidere se farvi ricorso o meno oppure a capire se hanno tutti i requisiti necessari per accedere all’Anticipo pensionistico. Il Direttore provinciale Giuseppe Paparo ha spiegato di aver deciso di mettere in campo questa iniziativa avendo colto difficoltà e clima di confusione informativa tra gli assistiti. Dunque, come ricorda La Gazzetta di Salerno, nella sede del capoluogo e in quelle di Battipaglia, Nocera inferiore, Pontecagnano, Teggiano e Sapri saranno attivi desk dedicati per assistere e consigliare al meglio i cittadini. Gianluca Mastrovito, Presidente del patronato, ha dichiarato che avrebbe certamente preferito un tipo di flessibilità pensionistica diversa, senza il ricorso a prestiti bancari.
Grazie a una nuova circolare diretta all’imprenditoria agricola, la riforma pensioni conferma quanto annunciato dall’Inps nei giorni scorsi, ovvero che i nuovi imprenditori agricoli potranno usufruire di un esonero totale del versamento dei contributi. Il bonus contributi introdotto dalla legge di stabilità 2017 incentiva infatti le forme di imprenditoria nel settore agricolo per invogliare i giovani ad entrare in quel settore in cui per ora hanno poca voce. L’esonero dai contributi è previsto per tutte le nuove iscrizioni effettuate entro il 31 dicembre 2017 alla previdenza agricola. Avrà una durata di massimo 3 anni ed esteso anche ai coltivatori diretti con un’età inferiore ai 40 anni. In seguito, finito il termine previsto, i beneficiari potranno usufruire di un esonero parziale della durata di due anni. Si dovrà versare infatti, sottolinea La Legge Per Tutti, solo il 66% dei contributi, mentre al termine di questa seconda scadenza diventerà la metà. Un ulteriore sgravio fiscale sarà destinato a coloro che hanno creato la loro impresa in zone montane o ritenute svantaggiate. In questo caso potranno usufruire del bonus anche coloro che hanno effettuato l’iscrizione a partire dal gennaio dell’anno scorso. Emergono intanto notizie per quegli imprenditori dell’Astigiano colpiti dall’alluvione avvenuta nel ’94. L’Inps ha infatti inviato ai cittadini una richiesta di restituzione dei contributi sospesi in seguito all’ondata di sentenze e ricorsi. A denunciare la situazione è stato Biagio Riccio, il Presidente del Confartigianato di Asti, che ha già annunciato che ricorreranno alla legge per impedire la restituzione. Come sottolinea l’Ansa si parla di più di un milione di euro, “una vicenda giudiziaria compicata, iniziata nel 2007”, ovvero quando il Confartigianato ha scoperto che non era stata applicata nell’Astigiano la norma per la sospensione dei tributi Inail e Inps. (aggiornamento di Morgan Barraco)
Dopo la riforma delle pensioni targata Fornero, il sistema pensionistico “è più solido e riesce a mantenere molte più promesse rispetto al passato”: parola di Gianfranco Cerea, Professore di Scienza delle Finanze all’Università di Trento, che ricorda anche come oggi la pensione sia pensata per coprire gli ultimi vent’anni di vita e non più quaranta. Intervistato da Il Dolomiti, l’economista ha anche spiegato che “i conti fatti dal Governo dicono che per mantenere l’attuale sistema pensionistico, ma in generale tutto il welfare, dall’istruzione alla sanità, l’Italia necessita di 250-300 mila profughi all’anno, da oggi al 2060”. Per questo, a suo modo di vedere, l’integrazione è molto importante. Del resto il calo demografico che l’Italia registra non consente di tenere in piedi lo Stato sociale così com’è.
Cresce il numero di pensionati italiani che si trasferiscono all’estero per avere delle agevolazioni fiscali e sfruttare la possibilità di un maggior potere d’acquisto in paesi come il Portogallo o la Spagna. E c’è chi in Parlamento ha pensato di proporre misure simili nel nostro Paese per attirare anziani stranieri. Il Partito pensionati però non ci sta e ritiene che sia giusto pensare a quegli italiani che restano nel loro Paese, dovendo pagare tasse elevate. Il vicesegretario nazionale Luigi Ferone ricorda che i pensionati “sono l’anello debole della nostra catena sociale” e che quindi bisogna fare molto per coloro che vivono con meno di 500 euro al mese e in alcuni casi sono anche disabili. Anche perché negli ultimi anni queste pensioni non hanno avuto una rivalutazione e quindi il potere d’acquisto degli anziani resta fermo o a rischio.
Forse finalmente ci siamo. A meno che le ultime dichiarazioni di Giuliano Poletti non siano troppo “ottimistiche” come le precedenti, l’Ape social dovrebbe entrare in vigore molto presto, cominciando così a dare forma a una delle principali novità della riforma delle pensioni. Il ministro del Lavoro ha infatti spiegato che è “questione di qualche ora per la definitiva registrazione da parte della Corte dei Conti” dei decreti attuativi, che il Governo ha quindi provveduto a trasmettere dopo le osservazioni del Consiglio di Stato. È interessante notare che il ministro ha detto che a seguito di questo atto della Corte dei Conti, i decreti “saranno pienamente attuabili”. Ciò vuol dire che non ci dovrebbero essere passaggi ulteriori prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Non è tuttavia chiaro quali siano i contenuti dei decreti.
Poletti ha solamente confermato, secondo quanto riporta Adnkronos, che “la datazione della pensione per chi ha i requisiti parte dal primo maggio e questa continua ad essere la data di riferimento”. Quindi è stata senz’altro inserita la cosiddetta retroattività, mentre nulla di certo si sa sulla proroga della scadenza per la presentazione delle domanda (anche se pare scontata non si sa se sarà di 15 giorni o di un mese) e su eventuali cambiamenti ai requisiti richiesti per l’accesso all’Anticipo pensionistico a costo zero. Bisognerà quindi sostanzialmente armarsi di pazienza e con tutta probabilità attendere il testo definitivo dei decreti, di modo da poter realmente capire se sono cambiate le platee dei beneficiari di questo provvedimento. Nulla si sa invece riguardo i tempi di avvio dell’Ape volontaria.
Il dibattito sulla riforma delle pensioni dei politici sta per approdare al Senato, dove è già riesplosa la polemica tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Tuttavia sembra che dei problemi stiano già nascendo sull’intervento varato alla Camera. Il Sole 24 Ore riferisce infatti di sei ricorsi già presentati in un mese da ex deputati conto il contributo di solidarietà che è stato varato grazie alla proposta del Pd che è stata approvata dall’Ufficio di presidenza. I ricorrenti sostengono che un prelievo di questo genere andrebbe applicato tramite una legge e non con una delibera dell’Ufficio di presidenza. Inoltre, non dimenticano che questo tipo di intervento è già finito nel mirino della Corte Costituzionale. Di tutto questo bisognerà probabilmente tenere conto al Senato, altrimenti il rischio è quella di ritrovarsi presto con i ricorsi degli ex senatori.
Matteo Salvini è stato confermato Segretario federale delle Lega Nord e questo fa pensare che il partito porterà avanti le sue idee di riforma delle pensioni. Nelle scorse settimane ha avuto modo di spiegare come cambierebbe la Legge Fornero, in particolare riportando l’età pensionabile a 60 anni, in caso si abbia un’anzianità contributiva di 40 anni. Di fatto, Salvini vorrebbe introdurre Quota 100, perché si potrebbero avere anche meno anni di contributi versati, ma occorrerebbe in questo caso avere più anni di età, di modo che comunque la somma tra età anagrafica e anzianità sia almeno uguale a 100. Sarebbe in ogni caso prevista anche la Quota 40, per consentire l’accesso alla pensione dopo 40 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età: una soluzione che sarebbe sicuramente gradita ai lavoratori precoci.