Milan-Lazio termina con il risultato di 3-1. Sarà quindi Milan–Juventus, sfida d’altri tempi, la semifinale di Tim Cup. I rossoneri riescono a domare la Lazio, intraprendente nel primo tempo, addirittura in vantaggio, ma poi sedata, addomesticata e giustiziata da un Milan che non ha neanche dato l’impressione di premere a tutta sull’acceleratore. Sulla strada dei campioni d’inverno, desiderosi di conquistare la “stella d’argento” per 10 coppe vinte, si piazza la banda di Allegri, che in versione coppa trova sempre più il suo leader nel giovane El Shaarawy, anche oggi autore di una prestazione egregia. Dal canto suo, la Lazio appare moscia e senza motivazioni, a tratti dà l’impressione di giocare perché obbligata a farlo. È una squadra anomala, che alterna grandi prestazioni a partite scialbe, ed è un peccato visto il suo ottimo potenziale.
– Nelle formazioni iniziali colpisce subito il nome di Mesbah, al suo debutto coi rossoneri, che accompagna un ampio turnover per i ragazzi di Allegri, con le chiavi in mano a Clarence Seedorf nel ruolo di trequartista; Reja invece opta per un modulo del tutto nuovo, con un’azzardata difesa a 3, che fallirà la prova.In generale a fallire, almeno nel primo tempo, sono entrambe le difese, che consegnano spazi a non finire per le scorribande dei punteros di entrambe le squadre. E il primo a cogliere lesto l’occasione è il tanto discusso Cissè: cross di Gonzalez per il francese che si ritrova libero dalle redini in mezzo all’area, e per il quale colpire al volo all’altezza del dischetto è un colpo da ragazzi. San Siro, in realtà “stravuoto” (e il paragone con lo Juventus Stadium è davvero amaro), non sembra subire il colpo, e il sostegno ai rossoneri continua indisturbato, come se i supporters del Diavolo sapessero che tanto, in fondo, è un fuoco di paglia. E che lo sapessero o no, lo è davvero. La Lazio infatti, paga di cotanta sorte, si specchia come Narciso nel laghetto, e puntualmente è risvegliata da uno sberlone, anzi due. Passano solo 10 minuti infatti, e Robinho ha pareggiato con un sinistro al volo da due passi, con Marchetti a chiedersi come potesse essere arrivato fin lì senza incontrare opposizione. Sta ancora pensando alla risposta, che il Milan è in vantaggio: al 18’, un superbo tacco di El Sharaawy libera Seedorf che si gira, punta, dribbla, carica ed esplode il destro. La palla, ovviamente, è nel sette, il Milan, a sorpresa, è già in vantaggio. E come spesso succede, i rossoneri, sull’onda dell’entusiasmo, cominciano a regalare spettacolo, con pochi tocchi e molti tacchi, con passaggi di prima e verticalizzazioni improvvise, come al 24’, quando Robinho, imbeccato in area, salta Marchetti ma, troppo defilato, spara sull’esterno della rete. Pensate che, in tutto questo, la Lazio è in campo, anche se non sembra: tant’è vero che il primo squillo, oltre al gol, arriva al 39’, con Cissè che prova un gran gol al volo che neanche Van Basten, ma stringe troppo l’angolo di tiro e sfiora la rimessa laterale. Il francese dimostra grande estro, sia nelle giocate che nelle capigliature: ma se le seconde sono pittoresche, le prime sono snervanti, dato che con un pizzico di concretezza in più, probabilmente il pareggio sarebbe stato servito. Si va quindi negli spogliatoi, dopo un primo tempo molto piacevole, che rispecchia un trend positivo: questo bel match infatti si allinea al livello degli altri quarti di Coppa Italia, che quest’anno ha, a mio avviso, offerto un ottimo spettacolo, almeno finora.
– Anche per colpa di questo entusiasmo, pienamente legittimato, il secondo tempo non rispecchia le attese dell’intervallo. Per una buona ventina di minuti infatti si assiste al possesso laziale, con la squadra di Reja messa meglio in campo, giovata soprattutto dall’ingresso di Ledesma. Tuttavia, è un possesso sterile, troppo sterile, che non porta a nulla. Il Milan, dopo questa manciata di minuti in cui sembra aver detto: “Dai, provaci anche tu, Lazio”, deluso dall’inconsistenza e dalla noia generata dagli avversari, cerca di dare un senso alla ripresa, non fosse altro che per legittimare il biglietto dei (pochi) presenti. E a provarci è El Sharaawy al 79’, con una giocata da applausi: da sinistra arriva un cross che, stoppato, si impenna, facendo fluttuare la palla a mezza altezza. Il piccolo Faraone è spettacolare nella velocità e precisione di coordinazione, considerato il mezzo centimetro di spazio, e nella potenza che riesce a dare al tiro con questa semi volèè di destro: purtroppo, il tiro fa barba e baffi alla traversa, e si spegne sul fondo. Nel frattempo al posto del giovane infortunato Merkel (per lui trauma distorsivo) era entrato Zlatan Ibrahimovic, alias “ci penso io a chiuderla”, che effettivamente non delude le aspettative e mette fine ai patemi laziali: all’84’ infatti, dopo una giocata di Emanuelson da mal di testa (un po’ per la bellezza della giocata in sé, un po’ perché a farla è proprio lui), si trova a tu per tu con Marchetti, e dopo una cavalcata di 20 metri gli si fa sotto, per poi imbustarlo e mettere i titoli di coda. In attesa di purgare la sua ex (tra le tante) squadra, la Juventus, in una semifinale vietata ai cuori deboli, al genio di Malmoe bastano pochi minuti per far capire quanto poco gli ci vuole, per sancire vita e morte di chi gli si para davanti. Davanti a tanta concretezza, e cinismo, e potenza, e classe, e, e, e…viene da chiedersi: Nadal chi? Game, set and match. Tutti a casa! In attesa della sfida vera.
IL TABELLINO
MILAN-LAZIO 3-1 (PRIMO TEMPO 2-1)
MARCATORI: Cissè (L) al 5’, Robinho (M) al 15’, Seedorf (M) al 18’ p.t.; Ibrahimovic (M) al 39’ s.t.
MILAN (4-3-1-2): Amelia; Abate, Mexes, Bonera, Mesbah; Merkel (dal 24’ s.t. Ibrahimovic), Van Bommel, Nocerino; Seedorf (dal 29’ s.t. Emanuelson); Robinho (dal 44’ s.t. Calvano), El Shaarawy. (Roma, Antonini, Nesta, Inzaghi). All: Allegri
LAZIO (3-4-1-2): Marchetti; Diakite (dal 1’ s.t. Ledesma), Stankevicius, Dias; Konko, Gonzalez, Matuzalem (dal 32’ s.t. Del Nero), Lulic; Hernanes; Rocchi (dal 18’ s.t. Klose), Cissè. (Bizzarri, Biava, Scaloni, Garrido). All: Reja
ARBITRO: Gervasoni di Mantova
NOTE – Ammoniti Bonera, Van Bommel, Nocerino (M) per gioco scorretto. Angoli 4-2. Recuperi: 0’ p.t., 4’ s.t.
LE PAGELLE
MILAN
Amelia: 7: la parata del primo tempo sul colpo di testa di Gonzalez è da stropicciarsi gli occhi. Ne aggiunge almeno altre due di pregevole fattura
Abate: 6.5: quando punta in velocità è difficile da fermare, quando viene puntato il risultato non cambia
Mexes: 6: si salva solo perché, con la sua grande classe, riesce a distinguersi per qualche intervento importante. Ma la difesa oggi non è granchè
Bonera: 5: invece lui l’insufficienza se la becca, perché oltre alle sciagurate impostazioni difensive, combina lanci inguardabili con interventi aggressivi
Mesbah: 6.5: subisce l’emozione dell’esordio, poi si sblocca ed è un crescendo di belle sorprese: grinta, corsa e un bel piede
Merkel: 6: primo tempo di sostanza, gran tandem con El Shaarawy. Acquisto importantissimodal 24’ s.t. Ibrahimovic: 7: entra e, in dieci minuti, la chiude. Oltre al gol, la solita magnifica protezione della palla, a cui aggiunge insoliti recuperi in difesa e magnifiche giocate in attacco
Van Bommel: 6.5: prestazione convincente, dirige sapientemente il centrocampo Nocerino: 5.5: eclissato, non pervenuto. Sembra col freno a mano
Seedorf: 7: un gol da antologia da un professore del calcio. Questo basta e avanza, in una serata cosidal 29’ s.t. Emanuelson: 6.5: prestazione concreta, efficiente, impreziosita dal bellissimo assist con la giocata che non t’aspetti. Piacevole sorpresa
Robinho: 7: tanta qualità, che stasera si è concretizzata un po’ più del solito. Fa godere l’intesa con El Shaarawy dal 44’ s.t. Calvano: s.v.
El Shaarawy: 7.5: è il “re di coppe”: protagonista di questa avventura rossonera, trascina i suoi con giocate mai brutte, e soprattutto mai inutili. Sfiora il gol per due volte con due giocate bellissime.
All: Allegri: 6.5: il Milan vince e convince. Ma la Lazio di stasera era ben poca cosa, chieda a Ranieri. Comunque, onore al merito!
LAZIO
Marchetti: 5.5: sui gol è incolpevole, in generale paga lo scotto di una difesa che non lo difende
Diakite: 5: si fa saltare da un 35enne come un ragazzino, lasciandolo andare al gol. Oltre a ciò, grande confusione generale dal 1’ s.t. Ledesma: 5.5: in effetti da ordine e bilanciamento alla squadra. Ma spreca 3 o 4 azioni incapponendosi con tiri che fanno venire le ortiche alle mani
Stankevicius: 6: inizia nel marasma generale, ma si salva nella ripresa prima annullando El Sharaawy, poi tamponando su Ibra
Dias: 3: la prestazione è ampiamente negativa, il votaccio però è soprattutto frutto di un gesto su Van Bommel da squalifica nell’ordine di diverse settimane: altro che Pepe e Balotelli!
Konko: 5.5: non si capisce se pensi più a difendere o a offendere: alla fine, non fa nessuna delle due cose
Gonzalez: 5.5: nel primo tempo è uno dei più in palla, nel secondo scompare, del tutto.
Matuzalem: 5.5: dovrebbe arginare gli avversari, ma stasera è dura. Cade lui, cadono tuttidal 32’ s.t.
Del Nero: 5.5: una buona occasione sprecata e poco più. Troppo poco per l’assalto finale
Lulic: 5.5: non è il solito, sia nella corsa (poca) sia nei cross (imprecisi).
Hernanes: 6: alterna fasi di grandi giocate in fila, a fasi di secca totale. Quando si accende lui però, la squadra è un’altra cosa
Rocchi: 4.5: il giustiziere (per poco) dell’Inter, si prende un giorno di feriedal 18’ s.t. Klose: s.v.: una palla buona, un buon tiro
Cissè: 5.5: è difficile dargli un voto! Il gol è molto bello, la corsa e il movimento e l’impegno sono tanti. Poi ogni tanto prova il tiro da 40 metri, e ne punta quattro a difesa schierata. Vuol dimostrare che vale ancora, ma per farlo non deve scalare una montagna, deve solo giocare come sa…
All: Reja: 5: una Lazio senza carattere, il modulo iniziale poi è da pazzi. Manda i suoi al macello per un tempo, poi si corregge, ma non inserisce la cosa più importante: il carattere
(Giovanni Gazzoli @giogazzoli)