I contratti statali sono pronti ad essere rinnovati, o meglio, i dipendenti pubblici sono impazienti di vedere finalmente aumentato il compenso dopo la riforma Madia sul Testo Unico del Pubblico Impiego. Dopo l’annuncio e il via libero fatto venerdì 19 maggio, la partita ora si sposa all’atto pratico del rinnovo con le prossime e ultime trattative finali con i sindacati nei prossimi giorni. La Ministra Madia ha affermato che si sta lavorando all’atto di indirizzo per il rinnovo dei contratti e dovrebbe arrivare prima dell’estate: sul fronte delle garanzie, la stessa responsabile di Palazzo Vidoni ha garantito come l’atto di indirizzo prevederà quando il Governo ha già garantito con le scorse leggi di bilancio. «Saranno stanziate ulteriori risorse finanziarie che consentano incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiori a 85 euro mensili medi», ha detto la Madia intervenuta a margine della commemorazione per Massimo D’Antona.
Giornata di ieri finalmente campale per il nodo contratti statali, con la riforma Madia sul Pubblico Impiego finalmente licenziata dal Consiglio dei Ministri allegato al fronte vaccini: il Testo Unico del pubblico impiego e quello sui premi di produttività, ovvero gli ultimi due decreti attuativi della riforma Madia, sono finalmente legge. In questo modo lo sblocco dei contratti statali potrà divenire realtà, dopo 8 lunghi anni di assenza e rinvii: «Ora abbiamo le carte in regola da punto di vista normativo per riaprire la stagione contrattuale», ha spiegato in conferenza stampa post-Cdm la ministro Marianna Madia. «I due decreti approvati mi consentiranno di dare la direttiva all’Aran dice, aggiungendo che invece la legislazione ereditata non ci consentiva lo sblocco dei contratti», ha concluso il ministro soddisfatto per lo sblocco definito del suo testo di legge.
Il commento dei sindacati è sostanzialmente soddisfatto, dopo una lunga partita di trattative che ora dovrà vedere l’ultimo capitolo con l’Aran prima dell’estate. «La riforma della Pubblica Amministrazione sta andando avanti anche con aspetti positivi. Penso, ad esempio, al dare sblocchi e stabilità ai tanti precari che abbiamo, alcune risposte stanno arrivando su spinta del sindacato ma ora bisogna far ripartire la contrattazione: la Pubblica Amministrazione, infatti, non la modernizziamo e non la rendiamo davvero efficiente se non attraverso la contrattazione pubblica», risponde dalla Calabria il segretario generale Cisl, Annamaria Furlan.
Con lo sblocco dei contratti statali non si esaurisce ovviamente la riforma della Pubblica Amministrazione: con gli ultimi decreti licenziati ieri pomeriggio, vengono inserite nuove norme e novità che rinnovano e non poco il settore del pubblico impiego. Più spazio per assumere precari ma con regole più chiare sui licenziamenti: una sorta di periodo-ponte per le visite fiscali (passano dalle Asl all’Inps, con orari identici ai lavoratori privati, ma dal primo settembre) e ovviamente l’abolizione delle tre fasce fissate dalla Legge Brunetta sulla produttività dei dipendenti pubblici. I nuovi criteri prevedono la “valutazione della performance” dell’intero ufficio, quindi non individuale, in termini di servizi resi: ora però sarà nelle trattative contrattuali dove si dovrà stabilire i parametri finali e gli obiettivi.
Spiega il ministro Madia, «La valutazione serve ed è fondamentale: per questo superiamo i premi a pioggia e obblighiamo alla differenziazione, in una logica non punitiva ma di potenziamento dei servizi ai cittadini».Da ultimo, sul fronte licenziamenti un lavoratore statalo “bocciato” per tre anni di fila, e non più uno solo, sarà licenziato: non solo, le casistiche si alzano a 10 comprendendo non solo furbetti del cartellino, assenze ingiustificate e false dichiarazioni per ottenere promozioni. Con il Testo Unico Pa ci sarà “bocciatura” per i lavoratori che violano in modo grave i codici per scarso rendimento; «Dal monitoraggio del ministero abbiamo la prova concreta dell’efficacia delle sanzioni per i furbetti, ovvero il licenziamento lampo» rivendica il ministro Madia.