Giuliano Poletti “rivendica” il lavoro che il Governo sta facendo sul fronte della riforma delle pensioni. “Dobbiamo cambiare leggi che sono state fatte da altri, abbiamo la responsabilità di cambiarle e stiamo cercando di farlo”, ha detto il ministro del Lavoro, ricordando che “la legge Fornero ha un limite molto grave che è lo scalone. Stiamo cercando di risolverlo insieme ad altre cose che non vanno, tipo le ricongiunzioni onerose”. A proposito proprio delle ricongiunzioni onerose, il ministro ha ricordato che esse sono dovute a una legge approvata dal Parlamento, non a qualcosa “piovuto dal cielo”.
Il Premier Matteo Renzi ha ricevuto nelle ultime ore pesanti critiche dall’interno del proprio partito ed in particolare dai cosiddetti Giovani turchi che fanno capo al presidente del Pd Matteo Orfini ed al Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Critiche che sono dirette per come il Governo sta conducendo le politiche inerenti alle questioni sociali ed alle pensioni. Tra le critiche c’è chi sottolinea che occorra cambiare sulle pensioni in quanto “i vecchi reggono la baracca delle famiglie ed oggi non hanno alcuna sicurezza del futuro”. Critiche anche sulla proposta di uscita anticipata dal mondo basato basata sul sistema del prestito pensionistico con alcuni esponenti che hanno fatto presente come teoricamente potrebbe funzionare ma non politicamente. Insomma, dall’interno del Pd si chiede a Renzi ed al Governo maggiore attenzione verso le politiche sociali ed in particolare in ambito pensionistico.
Non arriva certo una buona notizia per l’Inps e anche in ottica di riforma delle pensioni, visto che la sostenibilità del sistema è legata ai contributi versati. La Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti di previdenza obbligatoria ha infatti notato che nei bilanci dell’Inps ci sono circa 90 miliardi di contributi evasi che potrebbero non essere mai riscossi. Stilando quindi la reazione ai bilanci consuntivi 2011-2014 dell’Inps, si segnala che “l’accantonamento per la copertura delle mancate riscossioni tende a essere insufficiente nel tempo rispetto al trend di crescita delle mancate riscossioni”. Non certo quindi una soluzione ottimale per i conti della previdenza.
Cesare Damiano saluta con favore l’iniziativa del ministero del Lavoro, che ha deciso di dedicare l’apertura della Conferenza dei servizi al tema delle salvaguardie degli esodati. Per l’ex ministro, quindi, la riforma delle pensioni che ha allo studio il Governo non potrà lasciar fuori il tema dell’ottava salvaguardia. L’Inps, tuttavia, non ha ancora dei dati a disposizione per valutare quante risorse stanziate per i sette precedenti interventi siano ancora disponibili. “Chiediamo dunque all’Inps di velocizzare la presentazione dei dati delle precedenti sette salvaguardie al fine di poter concludere definitivamente il problema degli esodati prima del Referendum costituzionale e della legge di Stabilità”, ha detto Damiano.
Con tutte le riforme delle pensioni che si sono succedute negli ultimi anni non sono pochi gli italiani che potrebbero trovarsi in difficoltà sulla materia previdenziale. Per questo Alleanza Assicurazioni ha deciso di mettere a disposizione 15.00 consulenti, in particolare per riuscire a interpretare correttamente la busta arancione che l’Inps sta inviando in questo periodo. Marco Oddone, Responsabile Marketing & Distribution della società del gruppo Generali, ha spiegato che questa attività sarà rivolta anche ai non clienti e potrà anche fornire utili consigli nel caso si voglia colmare il “gap” tra la busta paga che si percepisce e la pensione che si avrà in futuro.
Prosegue la raccolta firme per la petizione a sostegno della riforma delle pensioni contenuta nel Ddl Damiano, che da tempo giace in Parlamento, nonostante sia condiviso da più forze politiche. Online è stata superata la soglia delle 297.000 firme, ma in queste settimane sono stati tantissimi i banchetti organizzati nelle strade e nelle piazze, con particolare costanza da parte dei lavoratori precoci, dato che la proposta dell’ex ministro del Lavoro contiene anche Quota 41, che consentirebbe loro di poter accedere alla pensione dopo 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni.
Ora è arrivato il momento di “contare” le firme e per questo è stato chiesto ai vari comitati territoriali di inviare a una delle animatrici del gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” le firme raccolte. Presto quindi sapremo quante sono state in tutto le firme raccolte a sostegno del Ddl 857.