La Juventus perde 2-0 in casa contro il Bayern Monaco ed è eliminata dalla Champions League. Si sapeva che l’impegno sarebbe stato difficile, e così è stato: troppo superiore la squadra di Heynckes, più pronta ed esperta a questi livelli. Speravamo in un’impresa di Conte e dei suoi ragazzi, e nei primi 30 minuti con un pizzico di fortuna e malizia in più la gara si sarebbe anche potuta sbloccare: poi, sul palo pizzicato da Quagliarella in apertura di secondo tempo, se ne sono andati gli ultimi rimasugli di qualificazione, spazzati via definitivamente dal tap-in di Mandzukic.
Ci aspettavamo una sfida ad alta intensità, con ritmo, agonismo e miriadi di occasioni da gioco. La prima mezzora, invece, è un’alternanza di manciate di minuti di controllo, e quando tocca alla Juve il ritmo è leggermente più alto, anche se entrambe le compagini fanno attenzione a non scoprirsi. L’ultima fase del primo tempo e tutta la ripresa, invece, sono un dominio del Bayern Monaco, che non avendo nessun interesse a giocare veloce, addormenta la partita, finchè Mandzukic la chiude con largo anticipo.
Ci aspettavamo una squadra tonica, grintosa, con il sangue agli occhi. Ma avevamo fatto i conti senza l’oste. Dopo un inizio in sordina, con qualche accelerazione, il Bayern si solidifica, e i bianconeri si frantumano di fronte alla possenza dei tedeschi. Sempre secondi sui contrasti, sulle palle alte, sui rimpalli, il gioco non è fluido, è spesso lento e manca pressing sulla melina bavarese. A tratti emerge un’imbarazzo, un’evidente senso di impotenza di fronte agli avversari.
Ribadisce di essere la più seria candidata al titolo. Non manca di nulla, anzi ha sovrabbondanza di quantità abbinata a qualità, combo micidiale. I giocatori si intendono a memoria, sanno quando accelerare e quando rifiatare. Interpretano alla perfezione il trend della gara, riuscendo a prenderne in mano il pallino, per non lasciarlo più.
Lo spagnolo fin da subito fa intendere di voler tenere la gara sotto controllo, sventolando due gialli piuttosto facili che servono da monito a tutti gli altri in campo. La tattica paga, perchè la partita, per sua natura muscolare, non sfocia mai in occasioni che vadano al di là della correttezza sportiva.
Buffon, 6: un grande intervento a tempo, giusto per smentire Beckenbauer. Peccato smanacci la conclusione di Martinez sulla testa di Mandzukic
Bonucci, 5.5: lotta con Mandzukic, e perde gran parte dei contrasti
Barzagli, 6: Ribery preferisce spostarsi, e così si deve preoccupare solo di Alaba; gli riesce bene, visto che il Bayern dalla sua parte non spinge più di tanto.
Chiellini, 5: se hai dalla tua parte non solo Robben, ma in aggiunta Ribery, è dura uscirne da vincitore. E infatti il Chiello soffre, dovendo ricorrere spesso al fallo.
Padoin, 5: mette tutta l’anima che ha in corpo, ma è evidentemente inadeguato. Non punta mai l’uomo, e non copre a sufficienza.
Pogba, 6: primo tempo da leone, nel secondo si spegne. Comunque, legna in casscina per quando dovrà combattere, in futuro, altre battaglie.
Pirlo, 5: manca la sua qualità, la sua calma nel dettare gioco. Soffre la fisicità del centrocampo bavarese, e non è una novità.
Marchisio, 5: stecca ancora una volta in una partita importante. Non è in un gran periodo di forma, e si vede.
Asamoah, 4.5: il peggiore, perchè è quello che gioca più al di sotto delle sue potenzialità. Non osa mai il dribbling su Lahm, e non dà mai ampiezza al gioco della squadra.
Vucinic, 5.5: in avvio avrebbe la palla del vantaggio, ma tira senza convinzione. Ha un altra occasione nella ripresa, ma sbaglia lo stop in area piccola. Ma se nasce qualcosa di pericoloso, è solo perchè lui ci mette lo zampino.
Quagliarella, 5.5: ha poche occasioni, in una sfiora il gol. Questione di centimetri, diceva Al Pacino in “Any Given Sunday”…
Matri, 5: mai in partita. Il suo ingresso non fa la differenza.
Isla, s.v.
Giaccherini, s.v.
All. Conte, 5.5: due uomini decisivi fuori, ma a conti fatti, i rimpiazzi che sceglie non sono il top. La Juve la perde proprio sulle fasce, dove emerge la voragine che la separa dal Bayern.
Neuer, 6: ordinaria amministrazione, il sogno di ogni portiere che giochi un quarto di finale di Champions.
Lahm, 6: la versione crucca di Zanetti. L’eterno capitano no sbaglia un colpo, anche se stasera si limita a curare i suoi piccoli.
van Buyten, 6: mezz’ora di concentrazione, lascia per infortunio.
Dante, 6.5: impeccabile in ogni intervento.
Alaba, 6.5: sale spesso e volentieri, cerca più volte il gol da lontano. E’ un terzino che, in realtà, fa molto di più.
Schweinsteiger, 6.5: non molla mai, ed arriva a fare una sovrapposizione di trenta metri di scatto nei minuti di recupero. Con uno così in mediana, dormi tranquillo…
Javi Martinez, 5.5: inizio molto balbettante, è nervoso e soffre Pogba. Poi beneficia del calo avversario, ma nonsi distingue mai per meriti personali.
Robben, 6.5: strepitoso nello stretto, colpisce un incrocio da mani nei capelli. Sarebbe un voto molto più alto, se con la palla al piede non avesse costantemente il paraocchi.
Müller, 7: giocatore fantastico. Corre, tira, pressa, passa, insomma fa di tutto. E lo fa benissimo.
Ribery, 6.5: nel primo tempo sale in cattedra, fungendo da grimaldello per ogni offensiva bavarese. Dopo il vantaggio Heynckes lo toglie, per evitare che si innervosisca negli scontri con Chiellini.
Mandzukic, 6.5: partita di grande lotta, fa a sportellate con chiunque, vincendo quasi sempre. Gol da rapace d’area, che manda i suoi al turno successivo.
Boateng, 6.5: entra concentratissimo, raccogliendo l’eredità di van Buyten e portandola a termine senza macchia.
Luiz Gustavo, s.v.
Pizarro, 6.5: dopo i 4 gol all’Amburgo, il nonno della Bundes si toglie lo sfizio di segnare in casa della Juve. Chapeau.
All. Heynckes, 7.5: allena come se non se ne dovesse mai andare. La sua squadra è perfetta dal punto di vista tattico, tecnico, fisico e mentale. Attaccare al 93′ non è irriverenza, ma mentalità vincente. Lascia a Guardiola un lavoro già molto avanzato, comunque dovesse andare la stagione.
Mandzukic al 19’, Pizarro al 46’ s.t.
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Padoin (dal 24’ s.t. Isla), Pogba, Pirlo, Marchisio (dal 34’ s.t. Giaccherini), Asamoah; Vucinic, Quagliarella (dal 21’ s.t. Matri). (Storari, Caceres, Peluso, De Ceglie). All. Conte.
Neuer; Lahm, Van Buyten (dal 35’ p.t. Boateng), Dante, Alaba; Javi Martinez, Schweinsteiger; Robben, Muller, Ribery (dal 36’ s.t. Luiz Gustavo); Mandzukic (dal 38’ s.t. Pizarro). (Starke, Rafinha, Shaquiri, Gomez). All. Heynckes.
Arbitro: Velasco Carballo (Spagna)