Altro pareggio per la Juventus, che viene fermata in casa dal Galatasaray (2-2). La strada per gli ottavi di finale si complica: i bianconeri sono attesi ora al doppio impegno contro il Real Madrid, che sarà a questo punto decisivo. Buona reazione nel secondo tempo, ma pesano ancora una volta le disattenzioni in difesa, decisamente troppe in questo inizio di stagione. partita vibrante, ricca di gol ma soprattutto di colpi di scena fino all’ultimo secondo. Primo tempo tattico, molto studiato dalle due formazioni, timorose di scoprirsi. La ripresa è un climax ascendente di spettacolo, fino all’incredibile botta e risposta che frutta il pareggio finale. perde più la Juve, dopo stasera. In casa, con la diretta sfidante per la qualificazione, serviva una vittoria, in vista del confronto col Real. Ora bisognerà giocarsela ad Istanbul, e non sarà facile. Stasera la squadra è mediocre, almeno fino a quando sente di avere le spalle al muro, e gioco forza deve dare tutto. Fino ad allora, però, il gioco è compassato, confusionario e vive di strappi. Anche la condizione fisica non sembra eccezionale. Insomma, conferma i balbettii sporadici di campionato, e bisogna subito zittirli per evitare che peggiorino. partita di carattere e personalità, proprio sullo stampo del suo neo allenatore Mancini. Strappa un pari che vale di più, ora ha la possibilità del sorpasso coi danesi. Primo tempo ordinato, con contropiedi sporadici. Cinico ad andare in vantaggio, strepitoso a rialzarsi e strappare il pari. L’unica pecca è aver imbastito la barricata a venti dalla fine: prima o poi, così, il gol si prende…altrimenti, chi sa come sarebbe potuta finire? corretta la decisione in occasione del rigore, dirige la gara con coerenza e fermezza, talvolta sbaglia ma nell’economia della gara sono errori di poco conto.
Serata di grande calcio, serata di Champions a Torino! Per cercare la prima vitoria anche in Europa, magari convincendo con un gioco più aggressivo di quello visto finora in campionato, la Juve di Conte ospita allo Stadium il Galatasaray. E, probabilmente, non c’era avversario peggiore per questo compito, visto che i turchi, col nuovo allenatore in panchina (un tale Mancini), e con la voglia di rivalsa dopo la batosta col Real e i mugugni in campionato, vogliono a tutti i costi fare una grande prestazione. Il problema è che per la Juve la vittoria non è un vezzo, ma una necessità: non fare bottino pieno significherebbe, molto probabilmente, giocarsi il tutto per tutto proprio nella bolgia di Istanbul. Conte schiera la formazione tipo, preferendo ancora Pogba a Marchisio, mentre il Mancio apporta cambiamenti negli uomini e nel modulo, lanciando il giovane talento Bruma a fianco di Sneijder e Drogba, con Ylmaz in panchina. Parlare di dentro o fuori, quindi potrebbe sembrare eccessivo, ma in realtà non lo è, e l’atteggiamento delle formazioni in avvio lo dimostra: partita tesa, chiusa, ritmi compassati e studio tattico la fanno da padrona per la prima mezzora di gioco. Un po’ meglio sembrano essere i turchi, arcigni e corti in difesa e abili a distendersi con un pregevole palleggio; i bianconeri, invece, faticano a orchestrare il gioco, con Pogba in ombra e Pirlo ingabbiato. Così, l’unica occasione è un gran sinistro defilato di Drogba, che però Buffon controlla sul suo palo. Alla mezzora si infortuna Vucinic, e a rilevarlo è il bomber di Champions Quagliarella: proprio lui dà la scintilla alla miccia, che fa esplodere la partita. Tuttavia, a far esplodere il botto è Drogba: il sogno infranto proprio dei tifosi bianconeri, infatti, al 36′ approfitta di un retropassaggio sciagurato di Bonucci, salta Buffon e deposita in rete il vantaggio del Galatasaray. Stadio ammutolito, ma Juventus ferita: il gol infatti accende i bianconeri, che per gli ultimi minuti del primo tempo si riversano in attacco alla ricerca del pari. Tuttavia, producono solo un tiro da fuori di Tevez e una deviazione blanda sottoporta di Quagliarella. Troppo poco per impensierire i turchi, che vanno quindi al riposo in meritato vantaggio. squadra contratta, timorosa…irriconoscibile. sono gli sparring partner di Tevez i migliori finora: prima dell’infortunio il montenegrino, poi il napoletano, sono infatti i più mobili, sempre alla ricerca del varco che scardini l’ordinata difesa avversaria finora invisibile, si nota solo per qualche stupido fallo poco spettacolare, ma concreto e cinico. Il Gala è meritatamente in vantaggio, nel perfetto stile del neo allenatore jesino
Buffon, 5: sollecitato pochissimo, forse l’unico vero episodio che richiede il suo intervento è in occasione del retropassaggio di Bonucci: e lui lo sbaglia, uscendo a tuono ed essendo fregato da Drogba.
Barzagli, 5.5: partita onesta, fino a quando si perde clamorosamente Bulut.
Bonucci, 5: regala il vantaggio a Drogba, mettendo subito in salita una partita già di per sè difficilissima. Disattento.
Chiellini, 6: a volte disordinato e confusionario, ma come mette lui fisico e animo, non li mette quasi nessuno.
Lichtsteiner, 5.5: metà tempo assente, poi spinge bene ma esce per infortunio all’intervallo.
Vidal, 7: terribile ogni qualvolta entri in possesso palla. Stasera decide di tirare da fuori, e ogni bordata è un centimetro di taglio di capelli in più per Muslera. Rigore in ghiacciaia, con una freddezza strepitosa.
Pirlo, 5: a parte lo splendido assist per Quagliarella, gioca una partita in ombra, limitandosi al tocchettino, il tutto condito da una condizione fisica precaria.
Pogba, 6.5: il primo tempo è pessimo, ma nella ripresa torna il giovane rampante che catalizza il gioco.
Asamoah, 6.5: anche lui nel primo tempo sotto la sufficienza, arginato da un ottimo Ebouè, diventa straripante nella ripresa, sbagliando però spesso il passaggio finale.
Tevez, 6: solita grinta, ma stavolta non accompagnata dalla classe. Vorrebbe spaccare il mondo, ma le attenzioni della difesa sono tutte per lui, e lui soffre.
Vucinic, 6.5: molto mobile fino all’infortunio: è l’unico che scompagina gli avversari, ma deve abbandonare dopo uno scatto improvviso, peraltro in posizione irregolare. Beffa.
Quagliarella, 7.5: il bomber di Champions guadagna altri gradi nella gerarchia di Conte. E’ lui a far fare il salto di qualità ai suoi, prima dando vivacità nel finale di primo tempo, poi suonando la riscossa nella ripresa, fino al clamoroso gol vittoria…o quasi. Ma quella, non è colpa sua.
Isla, 5.5: sostituisce male Lichtsteiner, con continui cross dalla trequarti addosso all’uomo. Non rischia mai il dribbling o il passaggio filtrante, risultando inutile alla causa nonostante gli ampi spazi a disposizione.
Llorente, 6.5: il suo ingresso carica la squadra, che si riversa all’attacco. Sfiora subito il gol con un’incornata, poi però spreca da posizione ravvicinata.
All. Conte, 5: squadra prevedibile, lenta, stanca. Ingresso tardivo di Llorente, inutile quello di Isla. La difesa, poi, deve darsi una registrata, smettendola di regalare gol.
Muslera, 6: interventi onesti, uscite alte sicure; guadagna un sacco di tempo con le rimesse, fino al giallo.
Chedjou, 7: grande partita, è un baluardo in difesa, dove si immola su ogni palla.
Hakan Balta, 6: partita di contenimento, su Lichtsteiner prima, su Isla poi: ha gioco facile.
Semih, s.v.: esce dopo mezzora di poco lavoro.
Eboue, 6: nel primo tempo è una diga, distrugge Asamoah; ma nel secondo molla di schianto, e dalla sua parte la Juve sfonda a raffica.
Felipe Melo, 5.5: si piazza davanti alla difesa, e spazza qualsiasi palla gli si pari davanti. Nè bene nè male.
Selcuk, 6.5: entra in molte azioni, nel primo tempo gestisce il palleggio con grande qualità e ordine. Nella ripresa paga l’assalto bianconero.
Sneijder, 6: ritorno positivo in terra italica. O meglio, non è che faccia faville, ma quantomeno aiuta con la sua qualità a tener palla in avanti.
Bruma, 5.5: tanta qualità, ma più in potenziale che in atto. Forse annega nella sua voglia di strafare, risultando poco utile alla causa.
Riera, 4.5: inesistente, esce dopo un’ora di nulla.
Drogba, 7: fenomenale a 34 anni per fiuto del gol e prestanza fisica. Lotta coi ragazzini e punisce un fenomeno come Buffon. Decisivo, ancora.
Zan, 6.5: entra a freddo in una partita rovente, e si adatta subito alla temperatura. Bene fino alla fine.
Amrabat, 5: non entra male in partita, anzi. Ma l’intervento su Quagliarella è tanto goffo quanto grave, e affossa la sua squadra, che fin lì sembrava potere gestire il vantaggio.
Bulut, 6.5: l’uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto. Il gol del pareggio è un mix di fortuna, bravura e senso della posizione, è l’unica cosa che combina nel poco tempo a suo disposizione, e vale come oro. Per lui, per Mancini, per il Galatasaray.
All. Mancini, 6.5: è quasi una vittoria, in classico stile Mancio. Squadra tignosa, abile a sfruttare gli errori dell’avversario. Torna in Turchia avendo superato, anche se non a pieni voti, la primissima prova.
(Giovanni Gazzoli)