Chi è Nicklas Bendtner? La serie A ancora non lo sa. Per il momento il danese ha raccolto solo una comparsata, nelle battute finali del match vinto contro il Chievo. Nell’attesa che il minutaggio si faccia più consistente possiamo solo immaginare quale possa essere il suo apporto alla causa bianconera. E, al limite, sbirciare sul taccuino di Arsene Wenger, che lo ha sviluppato in quattro stagioni e mezzo all’Emirates Stadium. Anzitutto chiariamo: all’Arsenal Bendtner non era una riserva, e le oltre centocinquanta presenze nel poker d’anni londinese lo certificano. Questo non lo rende un top player (anzi, il top player) ma stacca l’etichetta di oggetto misterioso. La domanda è: potrà adattarsi al nostro campionato? Sino a prova contraria propenderemmo per il sì: anche in nazionale Bendtner ha dimostrato di avere attributi, pur occasionalmente smussati dall’atteggiamento un pò svagato. La palla passa a Conte, potremmo dire: quando gli concederà un’occasione? In Champions League ha giocato ventinove partite (con nove gol): Vucinic, Giovinco, Quagliarella e Matri, ovvero le punte che lo precedono nelle gerarchie, arrivano insieme a trentanove. Altra storia è il campionato, che richiede tempi di inserimento più lunghi e talvolta problematici, ma in l’Europa Bendtner è un piatto pronto. Detto ciò vediamo chi potrebbe essere il suo partner migliore nel duo d’attacco.
Bendtner-Vucinic – coppia lunatica: i due potrebbero amalgamarsi bene facendo leva su stazza dell’uno e velocità dell’altro, ma che succede se entrambi incappano in giornata no? Più volte abbiamo visto Vucinic sciaguattare sul prato per motivi a sè stesso ignoti, ed anche il buon Nicklas, gioielliere su internet e sposato con baronessa, può ricadere in narcisismi pericolosi. Semaforo arancione.
Bendtner-Giovinco – coppia assortita: potrebbe essere proprio Bendtner la sponda ideale per la Formica Atomica. Rispetto a Vucinic il danese garantisce maggiore stazza e presenza nell’area avversaria: Gioivnco potrebbe appoggiarvisi senza doversi preoccupare di sfondare le linee nemiche in prima fila, prerogativa dell’ariete che per forza di cosa non può essere. Il nomadismo tattico di Vucinic favorisce i centrocampisti ma non Giovinco, che soprattutto in Europa viene a contatto con bravi di dimensioni manzioniane. Gigi Cagni docet (clicca qui per saperne di più), Seba rende meglio tutt’attorno. Semaforo verde.
Bendtner-Quagliarella – coppia garrula: il Quaglia è uomo per tutti gli attacchi, grinta, mobilità e tecnica ne fanno un giocatore inseribile in assetti diversi. 4-4-2, 4-2-3-1, fino al 3-5-2 in cui la Juventus l’ha riscoperto: dove lo metti sta. Attorno, dietro o a fianco di Bendtner non dovrebbe essere un problema: gli unici dubbi vigono sulla capacità collaborativa dei due. Entrambi anelano la porta come acqua nel deserto, potrebbero anche ingombrarsi a vicenda oltre che muoversi in maniera analoga, considerando le attitudini vagabonde del danese. In ultima analisi resta qualche riserva: semaforo arancione.
Bendtner-Matri – coppia…”di fatto”: due attaccanti molto simili, due punte “pesanti”, di occupazione, due numeri 9 insomma. Il Bendtner visto all’Arsenal si è adattato a Van Persie, ma il Matri arruginito di oggi ha bisogno di gente al suo servizio. Semaforo rosso.
Terminata l’odiessea del gigante danese alla scoperta dei suoi possibili compagni, giova ricordare che mentre noi si disserta Bendtner resta sempre la quinta punta dell’attacco juventino, i cui equilibri saranno difficili da penetrare. Del resto è vero anche che discorsi analoghi si spesero l’anno scorso per Borriello, che poi timbrò il primo gol dal sapore scudetto, quello del Manuzzi di Cesena. Sulla scia di tale precedente, c’è da credere che anche Bendtner avrà le sue occasioni.
(Carlo Necchi)