Tre gol nella prima partita di Bundesliga, la seconda ufficiale (ma era all’esordio come titolare). D’accordo che di fronte c’era il modesto Augsburg, ma quando si segna una tripletta c’è poco da storcere il naso e guardare agli avversari. Soprattutto se un calciatore, come è il caso di Pierre-Erick Aubameyang, è nuovo in una formazione rodata, arriva da un campionato estero e si deve inserire negli schemi. Niente di più facile: quando si hanno classe e talento, può venire tutto semplice. Il calciatore del Gabon ha avuto un inizio da sogno, ed ecco che aumentano i rimpianti del Milan. Perchè Aubameyang nel 2007 era arrivato al Milan: era gennaio, il giocatore prometteva già tantissimo, tanto che nella prima edizione della Champions Youth Cup, una competizione per giovani svoltasi in Malesia, si era messo in luce con 7 reti in 6 partite, guadagnandosi il Trofeo Roberto Bettega destinato appunto al capocannoniere del torneo. Con l’inizio della stagione 2008 si pensava che il gabonese potesse trovare spazio addirittura in prima squadra: era un Milan che stava per rinnovare, si avvicinava l’ultima stagione di Carlo Ancelotti e spazio in squadra sembrava essercene, nonostante l’arrivo di Ronaldinho, l’esplosione attesa di Pato e la presenza di un Pippo Inzaghi come sempre affamato di gol. E’ finita, invece, in maniera diversa. Ovvero, che Aubameyang è stato mandato in prestito al Digione perchè potesse giocare con più regolarità, poi al Lille e infine al Monaco. Nel dicembre del 2011, dopo che il prestito era stato rinnovato, il Milan ha deciso di rinunciarvi.
Ricorderete: all’epoca, Galliani stava preparando il gran colpo Tevez, e aveva pensato di lasciare definitivamente Aubameyang, che fino a lì non aveva mostrato grandi doti di realizzatore. Un errore clamoroso, a guardarla oggi: intanto l’Apache a Milanello non ci è mai arrivato, ma Pato per contro è partito; e in più il gabonese, quasi con beffarda sincronia, è esploso al St. Etienne, con una stagione da 18 gol e una da 21. Fino a diventare uno degli attaccanti più richiesti in Europa, e a quel punto i rossoneri non potevano più permettersi di acquistarlo; è infatti finito al Borussia Dortmund per 13 milioni di euro più due di bonus, tutto sommato un prezzo accettabile se le potenzialità sono quelle che si sono viste ieri. Ironia della sorte, nel corso degli anni il Milan ha sempre avuto problemi nel trovare un giocatore da piazzare in quella zona del campo: il solo El Shaarawy ha garantito lo scorso anno un rendimento sopra le attese, ma nelle stagioni precedenti certi esperimenti con Huntelaar spostato sull’esterno non hanno funzionato. Da cui la fatidica domanda, alimentata dal fatto che molto probabilmente Galliani spenderà una cifra simile (parliamo dell’offerta del Borussia Dortmund) per portarsi in casa Adem Ljajic: non era forse il caso di promuovere Aubameyang? Quell’anno, per potenziare l’attacco, i rossoneri avevano richiamato Andriy Shevchenko, che al Chelsea non girava; si era pensato che l’ucraino potesse risorgere a Milanello, ma così non era stato. E’ la dimostrazione evidente del fatto che, pur senza avere la sfera di cristallo, ogni tanto sarebbe bene investire sui giovani, non solo in tempi di crisi: forse, ragionando con il senno di poi, il Milan avrebbe risparmiato tanti soldi con la conferma di Aubameyang, soldi che oggi avrebbe potuto spendere per potenziare la difesa. Si sa che del senno di poi sono piene le fosse, ma anche così per Galliani quella del gabonese è la storia di un grande rimpianto.