Nei programmi dei partiti, per il momento, degli esodati non c’è traccia. Anche perché, per ora, non c’è traccia dei programmi. I tecnici, gli esperti, e gli economisti delle varie forze politiche li stanno ancora mettendo a punto. il Pdl, il Pd e Scelta civica, in ogni caso, hanno spiegato a ilSussidiario.net che non si sono scordati di chi è rimasto senza reddito da pensione e da lavoro per gli effetti della riforma della Fornero, che ha innalzato, da un giorno all’altro, l’età pensionabile, anche di 6 o 7 anni. Abbiamo chiesto a Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, cosa si aspetta dal prossimo governo.
Finora sono stati salvaguardati circa 140mila esodati. Come valuta l’operato dei partiti, senza i quali il governo, probabilmente, avrebbe ignorato la questione?
Non hanno fatto nient’altro che il proprio dovere. La vicenda degli esodati si è creata non solo a causa del governo, ma anche perché il Parlamento ha votato la riforma delle pensioni della Fornero. Ha ragione, quindi, Ingroia quando afferma che la situazione non è colpa soltanto di Monti, ma anche di chi non ha fatto nulla per impedirla. Si sono limitati, quindi, a rimediare, ma in maniera del tutto parziale, a un danno che essi stessi hanno creato.
Quanto parziale?
Guardi, ci sono migliaia di accordi di uscita dal lavoro individuali, stipulati dall’azienda a poche settimane dal termine effettivo del rapporto. Per parecchi anni sono stato segretario provinciale ad Avellino, e ho visto moltissime intese firmate in aziende anche sotto i 15 dipendenti. Tali accordi, normalmente, non venivano depositati subito, anche se il lavoratore aveva già cessato il proprio servizio. Questo avrebbe consentito all’impresa di andare avanti e al lavoratore di andare in pensione. Non era ovviamente previsto che la riforma avrebbe aumentato l’età pensionabile in maniera così brusca. Significa che gli esodati sono molti di più dei 392.400 individuati dall’Inps.
Secondo lei, quanti di più?
Ce ne sono, presumibilmente, almeno altri 100mila.
Cosa dovrà fare a questo punto il prossimo governo?
Dovrà modificare sensibilmente la riforma. Consentendo a tutti di andare in pensione secondo le norme precedenti alla precedente disciplina.
Su queste pagine, l’onorevole Cazzola ha suggerito di introdurre degli strumenti per facilitare la ricollocazione non solo dei disoccupati, ma anche degli esodati, nel mercato del lavoro.
Da questo punto di vista, Berlusconi, di recente, ha proposto di azzerare la tasse sul lavoro per ogni nuovo giovane assunto. Ecco, credo che la tassazione andrebbe azzerata non solo per gli under 35, ma anche per gli over 55.
Fin qui, il problema fondamentale, è stato quello dell’assenza di risorse. Come potrebbero essere individuate?
Attraverso una riforma fiscale vera. Che faccia pagare di più a chi ha di più. Per esempio, si potrebbe modificare l’attuale Imu: eliminandola per le prime abitazioni, e raddoppiandola per quelle di lusso, o per le seconde e terze abitazioni. Non solo non si peserebbe, in questo modo, sul ceto medio basso, ma raddoppieremmo il gettito previsto. A questo, si dovrebbe aggiungere l’introduzione di una vera e propria patrimoniale.
E opinione comune che gran parte degli ostacoli ad ogni norma in grado di sanare le ingiustizie prodotte dalla riforma siano stati posti dalle burocrazie ministeriali. E’ prevedibile che con un governo politico il problema si estinguerà?
Credo che, comunque vada, non c’è alternativa; non risolvere la situazione, provocherebbe una piaga dall’enorme impatto sociale. In ogni caso, credo che, effettivamente, le burocrazie e, in particolare, la Ragioneria generale dello Stato, saranno costrette, nella prossima legislatura, ad adeguarsi agli indirizzi politici espressi dal nuovo governo e dalla nuova maggioranza.
(Paolo Nessi)