QUOTA 42, IL TIMORE DEI LAVORATORI PRECOCI
I lavoratori precoci sono preoccupati dalle ultime indiscrezioni che circolano in tema di riforma delle pensioni. Se i sindacati e parte dell’opposizione, come Cesare Damiano, ritengono importante varare la Quota 41, di certo si sa che Alberto Brambilla, che ha messo a punto il programma previdenziale della Lega, varerebbe la Quota 41,5, consentendo quindi di accedere alla pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, dopo il versamento di 41 anni e mezzo di contributi. Tuttavia c’è chi teme che si possa arrivare anche alla Quota 42, considerando che l’esecutivo non sembra voler mettere in discussione il meccanismo che collega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. Difficile dire se questi timori siano o meno fondati. Sarebbe decisamente però singolare promettere il varo di Quota 41 per poi introdurre la Quota 42.
LA RICHIESTA DELLA CIA SULLE PENSIONI MINIME
Con il mese di luglio circa tre milioni e mezzo di pensionati hanno ricevuto la quattordicesima, “una boccata d’ossigeno e un risultato importante”, come la definisce la Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale “è necessario però che la quattordicesima venga stabilizzata e diventi parte integrante della prestazione pensionistica in essere”. L’Associazione nazionale pensionati della Cia chiede quindi al nuovo Governo un intervento in questa direzione, insieme ad altri provvedimenti, in particolare per far sì che le pensioni minime raggiungano “almeno il 40% del reddito medio nazionale come indicato dalla Carta sociale europea”, magari attraverso un aumento della no tax area o un meccanismo di indicizzazione degli assegni con un paniere pensato sui reali consumi degli anziani. Per l’Anp bisogna anche “inserire gli agricoltori tra le categorie di lavoratori impegnati in mansioni usuranti per usufruire dell’anticipo pensionistico senza penalizzazioni”.
BOCCIA CRITICA IPOTESI DI RIFORMA PENSIONI
Vincenzo Boccia è tornato a criticare la priorità che il Governo Conte vorrebbe dare alla riforma delle pensioni, con il superamento della Legge Fornero. Diariodelweb.it riporta alcune dichiarazioni del Presidente di Confindustria rilasciate durante la giornata conclusiva del seminario estivo della Fondazione Symbola a Treia. “Siamo in un paese ideale, dalle aspettative alte, dove aumenteranno le pensioni, diminuiranno le tasse, arriverà il reddito di cittadinanza. Un paese bellissimo dove le aspettative sono alte, e i sondaggi sono alti. Ma questo pone un interrogativo, il punto è chi paga? dove sono le risorse?”. Dal suo punto di vista, se la politica vuole avere una visione di medio periodo e non di corto respiro, “può definire le priorità che per noi sono per una società inclusiva e aperta, un grande piano inclusione giovani, detassando, riducendo il cuneo fiscale dei lavoratori, con il patto della fabbrica”. “Non si può parlare solo di pensioni e di porti”, ha aggiunto.
ESODATI, CONTINUA LA BATTAGLIA PER GLI ESCLUSI
Il Comitato esodati licenziati e cessati non ferma la sua attività nemmeno in questo mese di luglio. Un resoconto pubblicato sulla pagina Facebook del Comitato stesso segnala infatti che la scorsa settimana c’è stato un incontro con Gian Marco Senna, Consigliere regionale della Lombardia, il quale ha promesso che verrà valutata l’opportunità di un’interpellanza di sollecito al Governo, per conto della Regione, con oggetto il decreto necessario a varare la nona e definitiva salvaguardia per i circa 6.000 esodati rimasti esclusi dai precedenti interventi. Un altro incontro c’è stato con Giovanni Capizzuto, Responsabile della Segreteria tecnica del ministro Di Maio. Il dirigente ha assicurato che a breve provvederà a fornire al ministro una relazione tecnica sul tema. Sono stati anche presi contatti con la segreteria del ministro Salvini. L’obiettivo è chiaro: cercare di arrivare a “un Decreto ministeriale urgente improntato esclusivamente al riconoscimento del diritto”, in modo da dare risposte concrete a persone che attendono ormai da sette anni.
LA RICHIESTA DEL CODS SUI LAVORI DI CURA
Orietta Armiliato, in un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ricorda la richiesta che i sindacati avevano mosso in tema di riforma delle pensioni, chiedendo la valorizzazione del lavoro di cura svolto dalla donne ai fini previdenziali. Una richiesta importante che oggi rischia però di non poter essere realizzata. Stante infatti la disponibilità di risorse limitate, l’intenzione del Governo sembra infatti quella di prorogare Opzione donna, dando certamente la possibilità ad alcune italiane di accedere alla pensione anticipata (seppur ricalcolata con il metodo contributivo pieno), ma lasciando tutte le altre che non hanno i requisiti richiesti a dover affrontare l’ingresso in quiescenza con l’attuale sistema, che non aiuta chi ha pochi anni di contributi versati magari perché ha dovuto assistere familiari con problemi di salute per via anche di carenze del welfare.
RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DELLA CGIL
La Cgil si prepara a tornare a presentare richieste sulla riforma delle pensioni al nuovo Governo. Il sindacato di Susanna Camusso, infatti, ha organizzato per domani mattina a Roma un’iniziativa dal titolo “Pensioni: adesso risposte concrete”. Oltre alla Segretaria generale del sindacato, ai lavori parteciperà anche Roberto Ghiselli, Segretario confederale che segue i temi della previdenza. “In una fase così delicata il tema della previdenza assume una rilevanza particolare. Per questo motivo, in coerenza con l’iniziativa avviata dal sindacato nella precedente legislatura, anche in questa fase chiediamo ai nostri interlocutori di affrontare il tema di una vera riforma previdenziale, che superi strutturalmente l’impianto complessivo della Legge Fornero, sulla base della Piattaforma sindacale unitaria: ‘Riformare le pensioni dare lavoro ai giovani’, che rimane per noi la proposta su cui confrontarci”, afferma la Cgil in una nota.
All’iniziativa sono stati invitati, oltre a Cisl e Uil, i Presidenti, gli Uffici di presidenza e i capigruppo delle commissioni Lavoro di Camera e Senato. Le richieste del sindacato sono note: aumentare la flessibilità pensionistica consentendo l’ingresso in quiescenza a 62 anni, anche con un sistema di quote, compresa Quota 41 (che non avrebbe vincoli di età anagrafica); valorizzare il lavoro di cura delle donne e prorogare Opzione donna; varare una pensione di garanzia per i giovani e rimuovere i vincoli sull’importo del futuro assegno nel sistema contributivo; superare il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita e riconoscere la diversa gravosità dei lavori.