QUOTA 41, DI MAIO CONFERMA: SI FARÀ
Luigi Di Maio ha tenuto oggi un’audizione presso le commissioni Lavoro e Industria del Senato, per parlare degli indirizzi generali che porterà avanti nei suoi dicasteri. Il vicepremier ha affrontato anche il tema della riforma delle pensioni, spiegando che verrà introdotta la possibilità di accedere alla quiescenza “per chi ha 41 anni di anzianità”. Di fatto, quindi, una conferma che Quota 41 si farà, anche se il ministro non ha specificato quando. Secondo quanto riporta Askanews, Di Maio ha anche ribadito la volontà dell’esecutivo di superare la Legge Fornero mediante l’introduzione della Quota 100. Inoltre, ha voluto confermare l’impegno del Governo a intervenire sulle “frequenti interruzioni della contribuzione che le donne si trovano ad affrontare per accedere alla pensione”. Importante, per il leader M5s, anche l’innalzamento degli assegni pensionistici più bassi tramite il progetto di pensione di cittadinanza.
PEDRETTI: A RISCHIO PENSIONI SOPRA I 500 EURO
Si continua a parlare dell’ipotesi che il Governo vari un contributo di solidarietà sulle pensioni, “da applicare a tutti gli assegni, fatta eccezione per quelli al minimo. Vuol dire andare a toccare le pensioni appena sopra i 500 euro al mese (500, non 4mila!)”, spiega Ivan Pedretti sul suo profilo Facebook. Il Segretario Generale dello Spi-Cgil evidenzia che ciò significa che a essere interessate non sarebbero quindi le pensioni dei cittadini più abbienti, “ma quelle delle persone normali che hanno lavorato duramente per una vita”. Per questo ci tiene a precisare che l’opposizione del sindacato a questa ipotesi deriva non certo dalla volontà di difendere “chi ha pensioni altissime ma tutti i pensionati. Sarebbe bene che lo capissimo e che ci attrezzassimo per rispondere uniti e compatti all’ennesimo attacco che rischia di essere rivolto a chi sta in pensione”.
MORANI (PD) CONTRO IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ
“La Lega prepara una nuova tassa sulle pensioni. Su tutte le pensioni, non solo su quelle d’oro”. È quanto afferma Alessia Morani in una nota, commentando la proposta di Alberto Brambilla di varare un contributo di solidarietà, che di fatto sarebbe una sorta di tassa occulta. “Dovevano abbassare le tasse e invece ne mettono di nuove. La differenza sta tutta qui, tra la propaganda e la realtà, come sempre: mentre noi abbiamo dato la quattordicesima a 3,5 milioni di pensionati, loro aggiungono nuove e ingiuste tasse”, aggiunge la deputata del Partito democratico. La quale non risparmia anche una critica alla Lega per la vicenda dei fondi che sembrano essere spariti nel nulla: “A questi signori, che ogni giorno di più minacciano di destabilizzare pesantemente l’Italia, diciamo che prima di toccare i soldi degli italiani pensino a restituire i 49 milioni che gli devono”.
CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ, SINDACATI CHIEDONO STOP AL GOVERNO
L’ipotesi di un contributo di solidarietà sulle pensioni non sembra essere gradita ai sindacati. In una nota Ivan Pedretti, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima, Segretari generali rispettivamente di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, evidenziano che “il governo farebbe bene a fermarsi prima di fare degli errori e ad aprire un confronto serio e di merito con i sindacati”. “Tra ipotesi di ricalcoli, contributi di solidarietà e tagli sopra una certa soglia è del tutto evidente che l’intenzione è quella di mettere ancora una volta le mani nelle tasche dei pensionati, provocando così l’ennesimo danno a uomini e donne che hanno lavorato per una vita”, dichiarano i sindacalisti, ricordando che si tratta di “un film già visto e sarebbe una clamorosa retromarcia rispetto a quanto fatto in questi ultimi anni con l’allargamento e il potenziamento della 14esima”. I tre sottolineano anche di essere “assolutamente indisponibili a ragionare su interventi che avrebbero come unico fine quello di fare cassa con le pensioni”.
RIFORMA PENSIONI, BRAMBILLA PROPONE CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ
Luigi Di Maio ha promesso per questa settimana la messa a punto del provvedimento per il taglio delle pensioni d’oro, che riguarderebbe quelle di importo sopra i 5.000 euro non giustificate dai contributi versati durante l’attività lavorativa. Citato da Repubblica, Alberto Brambilla spiega però che un intervento di questo genere “potrebbe rivelarsi un boomerang”. Dal suo punto di vista sarebbe molto meglio se il Governo varasse un contributo di solidarietà (temporaneo), che andrebbe però a colpire senza dubbio una platea di pensionati più vasta. L’ex sottosegretario al Welfare ipotizza un’aliquota di partenza dello 0,35%, da innalzare in modo proporzionale all’importo dell’assegno incassato.
Per Brambilla “nella peggiore delle ipotesi il contributo di solidarietà vale un miliardo, nella migliore delle ipotesi si potrebbero anche superare i due miliardi”, mentre invece con il provvedimento ipotizzato da Di Maio “le risorse ottenute sarebbero tra i 100 e i 120 milioni”. Senza dimenticare che il rischio sarebbe quello di una bocciatura della Corte Costituzionale. Con gli introiti del contributo di solidarietà, secondo Brambilla, si potrebbe finanziare un fondo per la non autosufficienza e un altro per il sostegno ai lavoratori più deboli, come “i giovani sotto i 29 anni che hanno contratti molto discontinui e gli ultracinquantenni che una volta licenziati non trovano più lavoro”. Il contributo di solidarietà, inoltre, potrebbe incontrare il favore dei sindacati, che potrebbero essere coinvolti nella messa a punto del provvedimento.