“Nel 2001 c’hai magnato, nel 2013 c’hai sputato. Venditti verme”. Questo è il testo di uno striscione comparso la notte scorsa sotto la casa del cantautore romano Antonello Venditti, nel cuore del popolare quartiere di Trastevere. Questa frase pesante è dunque la reazione di una frangia della tifoseria della Roma alle dichiarazioni rilasciate due giorni fa dall’artista, che aveva espresso il desiderio di non far cantare più allo stadio Olimpico il suo inno dedicato alla squadra giallorossa, “perché non più identificativo della Roma che conoscevo io”. Era lo sfogo amareggiato che non si riconosce più nella società per la quale tifa fin da quando era piccolo, ma da alcuni tifosi è stato vissuto come un tradimento ai colori che non devono essere discussi in nessun caso. Rischia così di finire nei peggiori dei modi una storia che dura ormai da decenni: la canzone ‘Roma’, che precede tutte le partite casalinghe dei giallorossi, è stata infatti proposta per la prima volta nel dicembre ed è uno degli inni di squadre di calcio più famosi (e più invidiato dalle squadre avversarie). Ad esso si è poi aggiunto nel – in occasione del secondo scudetto – un’altra canzone dedicata alla sua squadra del cuore da parte del tifoso Venditti, l’altrettanto famosa ‘Grazie Roma’. I tifosi fanno invece riferimento al grande concerto del (anno del terzo scudetto giallorosso), in cui furono riproposti quei due grandi successi, oltre al nuovo inedito ‘Che c’è’.