“Sono dati agghiaccianti e tra questi quello che continua a preoccuparmi di più é quello sulla disoccupazione giovanile”. Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, commenta così i dati sul mercato del lavoro diffusi recentemente dall’Istat. A gennaio la disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita al 38,7%, facendo registrare un nuovo record negativo: si tratta infatti del livello più alto dall’inizio delle serie storiche dell’Istat sia mensili che trimestrali, quindi dal quarto trimestre del 1992. Con questo dato sulla disoccupazione giovanile, secondo quanto comunica Eurostat, l’Italia risulta essere il Paese peggiore d’Europa insieme alla Spagna, dove la percentuale ha raggiunto quota 55,5%. L’Istat rileva anche che nel 2012 sale anche il numero dei precari, mai così alto. Sono 2 milioni e 375.000 i contratti a termine e 433.000 i collaboratori: i lavoratori senza un posto fisso, quindi, sono 2,8 milioni. Nel mese di gennaio, inoltre, il numero complessivo di disoccupati arriva quasi a quota 3 milioni di unità, toccando sia la componente maschile sia quella femminile. L’Istat precisa che i disoccupati risultano essere in aumento rispetto al mese di dicembre del 3,8% (110 mila unità) a 2 milioni 999 mila. Su base annua viene rilevata invece una crescita del 22,7% (+554 mila unità). “Questa è una situazione assolutamente drammatica – ha detto oggi Squinzi – di fronte alla quale dobbiamo reagire”. “Non dobbiamo fare altro che rimboccarci le maniche. Non dobbiamo smettere di pedalare. Bisogna che le forze politiche si uniscano, ponendo l’economia reale al centro dell’azione di governo, indipendentemente dagli schieramenti”.