Il presidente Andrea Agnelli è stato molto chiaro: la Juventus punta alla Champions League. Questo è quanto trapela dalle recenti dichiarazioni del numero uno bianconero: “Sappiamo che è un torneo d’altissimo livello, ma noi in questo ambito ci sentiamo a casa e puntiamo a vincere ogni competizione a cui partecipiamo”. Concetti quasi obbligatori nel posto in cui “vincere è l’unica cosa che conta”, ma non così scontati. Soprattutto dopo le precedenti parole di Marotta, che aveva assegnato una sorta di priorità alla riconquista del campionato, anche in virtù del fatto che proprio da lì passa la futura partecipazione alla Champions, primaria fonte di redditi e gloria. In ogni caso sono in tanti a chiedersi se quest’anno la Juventus sia in grado di centrare l’accoppiata scudetto-Champions. La ribalta europea è il prossimo step del progetto bianconero che al contempo punta a consolidarsi in patria. Per verificare le possibilità dei bianconeri di arrivare al cosiddetto “double” il sussidiario.net ha intervistato in esclusiva Alessio Tacchinardi, ex centrocampista juventino attualmente allenatore (Allievi Nazionali del Brescia) ed opinionista per SkySport. Ecco le sue impressioni:
Agnelli vuole la Champions, Marotta guarda prima al campionato: realisticamente a cosa può puntare la Juventus? Per adesso deve puntare a tenere vive entrambe le competizioni, anche perchè ha l’organico per giocarsela sia in Champions che in campionato. Detto questo però la Juventus deve stare attenta a un fattore.
Quale? A dosare le energie. E’ una squadra che per vincere consuma tanto, spende tantissime energie: magari in vista degli impegni di coppa converrà gestire i giocatori più importanti, quelli che possono fare la differenza per intenderci.
Significa dargli maggiore riposo? Sì, perchè spesso in campionato la squadra consuma troppe energie. Però la rosa è adatta per andare avanti in tutte le competizioni.
Cosa hanno detto le due partite di Champions disputate sinora? A Londra la Juventus ha fatto una grande partita, contro un Chelsea forte. Non è il Chelsea dell’anno scorso, una squadra prettamente fisica, ma un complesso molto più tecnico, con più giocatori di qualità: la Juventus se l’è giocata alla pari e questo non è poco.
Invece il match contro la Shakhtar? Ha dimostrato viceversa che quando gioca al sessanta-settanta per cento delle sue possibilità, come contro gli ucraini, la Juventus fa molta fatica. Questa squadra deve essere sempre al massimo della forma, al cento e passa percento: a quel punto può competere con chiunque.
In questo senso il campionato poterebbe essere un ostacolo? La settimana dello Shakthar lo ha dimostrato. La Juventus ha giocato pochi giorni prima con la Roma, consumando uno sproposito di energie: quando sei reduce da partite così, tre giorni dopo non sei in grado di ripeterti, anche a livello mentale. Diciamo che al cento per cento la Juve se la può giocare con tutti, tranne Real Madrid e Barcellona.
Lei ha vissuto un’esperienza del genere, quando nel 95′ vi lanciaste in Champions League da campioni d’Italia. Allora con che obiettivo partiste?
Diciamo che la Champions è sempre una tentazione. Portando incassi, visibilità e top players è inevitabilmente diversa, genera un’atmosfera unica rispetto al campionato che è più o meno sempre lo stesso, per così dire. La Juventus lotterà per lo scudetto fino alla morte, lo sta già dimostrando, ma come dice spesso Galliani la coppa è qualcosa di pazzesco.
Dovendo fare una scelta, per la Juventus di quest’anno? Penserei inevitabilmente prima alla Champions League: in questo senso condivido le parole del presidente Agnelli.
Rispetto a quindici anni fa effettuare una scelta è diventato un obbligo? E’ possibile oggi centrare il double? Questo è sempre stato difficile, cinquant’anni fa come adesso. Ogni periodo ha i suoi modi e i suoi ritmi, anche di allenamento. Detto ciò noi arrivavamo spesso in fondo, però finivamo spesso per lasciare qualcosa per strada, perchè a fine stagione eravamo scarichi. Il double è quasi impossibile, penso però che la Juventus possa arrivare a spingere il motore almeno per provarci.
Nemmeno la Juventus di Lippi ci riuscì… Però proprio Lippi in quegli anni ci diceva sempre che voltandoci indietro, tempo dopo, avremmo ricordato con orgoglio quello che stavamo facendo. Noi non abbiamo centrato la doppietta ma siamo arrivati alla Champions e siamo rimasti sempre in alto: guardandolo oggi è veramente qualcosa di eccezionale.
E anche irripetibile? Forse no, anche perchè si va a cicli. Allora la Juventus ha fatto tanto con grandi uomini e grandi motivazioni. Questa può avvicinarsi moltissimo, diciamo che può sicuramente provarci a cominciare da quest’anno, cercando di arrivare in fondo a tutte le competizioni.
(Carlo Necchi)