SALVINI: RIFORMA PENSIONI A PRESCINDERE DA BRUXELLES
Matteo Salvini aveva ribadito anche di recente che una priorità per il Governo è il varo della riforma delle pensioni che cancelli la Legge Fornero. E, intervistato dal Corriere della Sera, il vicepremier è tornato sul tema con la promessa di una riforma delle pensioni “per aprire il mercato ai giovani”. Un intervento che va fatto “a prescindere dai numeri di Bruxelles”. Parole chiare che suonano anche come una sfida rispetto ai report e alle analisi internazionali che hanno messo in evidenza, anche recentemente, la necessità di non toccare la Legge Fornero. Il ministro dell’Interno ha anche detto: “Noi abbiamo chiesto i voti per cambiare quello che non si è fatto negli anni, penso a un’Italia più efficiente. E dunque penso all’Inps, alla stessa Rai”. Parole che fanno capire come Salvini non consideri certo chiusa la diatriba con Tito Boeri. Probabilmente il Governo spingerà per una riforma della governance dell’Istituto nazionale di previdenza sociale se non vuole arrivare alla sostituzione diretta di Boeri.
CUMULO CONTRIBUTIVO, RISCHI DI RICORSI AL TAR
Il cumulo contributivo gratuito rappresenta un’importante novità in tema di pensioni che consente e consentirà a diversi italiani di poter avvicinare il momento della quiescenza potendo sommare i periodi contributivi versati in diverse casse. Tuttavia, secondo quanto riporta Affari & Finanza, l’inserto di Repubblica, potrebbe anche far nascere diversi ricorsi al Tar. Infatti, l’Inps applica il sistema contributivo per la quota di sua competenza e questo potrebbe far nascere dei problemi per quelle casse che applicano il metodo retributivo. “Se chi va in pensione con il cumulo si riterrà danneggiato dal sistema di calcolo dell’Inps potrà fare ricorso per la lesione di un diritto soggettivo”, sono le parole di Nunzio Luciano, Presidente della Cassa Forense. Converrà quindi far bene i propri calcoli a seconda della specifica situazione in cui ci si troverà a dover eventualmente utilizzare il cumulo contributivo.
QUATTORDICESIMA: LE ELABORAZIONI D’UFFICIO
Come già riportato nella nota Inps circa le ultime novità per settembre, per i redditi presi in esame dell’anno 2017 – in assenza di informazioni relative a quell’anno – si è utilizzato i redditi delle ultime campagne reddituali elaborate, quindi i redditi del 2015 e del 2014. «È per tale ragione che la somma aggiuntiva viene corrisposta in via provvisoria e la sussistenza del diritto sarà verificata a consuntivo sulla base della dichiarazione dei redditi», si legge nel comunicato Inps. Intanto, a seguito della campagna dell’Istituto di Tito Boeri per il sollecito della presentazione delle dichiarazioni redditi, a giugno sono stati registrati i redditi 2015 trasmessi da tutti gli interessati della Quattordicesima oltre i termini stabiliti. «La disponibilità di questi dati ha consentito di effettuare un’ulteriore lavorazione d’ufficio per attribuire la 14ma a nuovi soggetti non pagati nel mese di luglio proprio per assenza di tali dichiarazioni», spiega il Sole 24 ore. Intanto però occorre sottolineare un utile “nota bene” compiuta dallo stesso Istituto di Previdenza, ovvero in merito ai pensionati che ritengono di avere diritto al beneficio della 14esima: se non sono stati raggiunti dalle elaborazioni d’ufficio allora può presentare ufficiale domande di ricostituzione. (agg. di Niccolò Magnani)
INPS, “QUATTORDICESIMA A SETTEMBRE PER ALTRI 48MILA
Sono in 48mila che dal prossimo settembre, stando ai dati comunicati dall’Inps, usufruiranno della Quattordicesima: a luglio l’istituto diretto da Tito Boeri ha pagato d’ufifcio circa 3milioni e 280mila quattordicesime mentre tra due mesi verranno liquidati altri 48mila a favore di quei soggetti che hanno presentato in ritardo la dichiarazione dei redditi e quindi non hanno potuto usufruire già da questo mese del 14esimo stipendio/assegno pensionistico. Il comunicato dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale spiega che la registrazione dei redditi 2015 trasmessi dagli interessati oltre i termini stabiliti «ha consentito di effettuare un’ulteriore lavorazione d’ufficio per attribuire la quattordicesima», in modo da presentare la nuova erogazione entro il prossimo 30 settembre 2018. Nella stessa nota viene riportato come le elaborazioni d’ufficio vengono svolte in automatico con i redditi da prestazioni memorizzati nel Casellario centrale dei pensionati al momento della lavorazione. (agg. di Niccolò Magnani)
PENSIONI D’ORO: PENNISI, “MEGLIO LA PROPOSTA DI BRAMBILLA”
Secondo un noto economista, Giuseppe Pennisi – anche editorialista del Sussidiario.net – la proposta di Luigi Di Maio sulle pensioni d’oro non è per nulla “allettante”, anzi sarebbe da preferirgli quella proposta da Alberto Brambilla (Lega) che riguarda le pensioni “di diamante”. Intervenendo con un lungo editoriale su Formiche.net, l’economista rileva i punti deboli della proposta del Ministro sul taglio alle pensioni d’oro: «un autorevole esponente della Lega, candidato alla successione di Tito Boeriall’Inps e considerato, in Italia e all’estero, come uno dei maggiori esperti di previdenza del nostro Paese, Alberto Brambilla (presidente del Centro Studi “Itinerari Previdenziali”) ha sollevato il problema delle “pensioni di diamante”. Ossia di tutti coloro che fruiscono da numerosi lustri – 1,7 milioni da più di quarant’anni- di trattamenti anticipati (pensioni baby, pensioni agevolate d’anzianità, pre-pensionamenti in seguito a difficoltà aziendali, Legge Mosca e via discorrendo). Risiedono prevalentemente del Sud e sono considerati parte del “bacino elettorale” del M5S», scrive Pennisi, criticando Di Maio e sottolineando come se toccasse davvero quelle pensioni il M5s potrebbe avere molto più che una “critica” dal proprio elettorato.
PEDRETTI (SPI CGIL): “QUOTA 100 E QUOTA 41 SERVONO A POCHI”
Secondo il segretario generale dei pensionati di Spi Cgil, Ivan Pedretti, la Quota 100 e Quota 41 del Governo Lega-M5s non servirà a molti e non deve essere l’opera principe sul fronte pensioni: «bisogna inoltre rilanciare l’Ape social anche per altre categorie di lavoratori e rendere il sistema flessibile in uscita lavorando sui coefficienti di trasformazione e bloccando l’aspettativa di vita, mentre Quota 100 e Quota 41 aiutano poche persone. Il ricalcolo contributivo è sempre stato nella testa di Boeri: andrebbe a danneggiare milioni di lavoratori e operai che i contributi li hanno versati tutti», ha spiegato in una intervista al Manifesto. La critica al Governo considerato «troppo di destra» da parte del sindacato più importante d’Italia è di quelle dure e aspre, come quando rispetto alla lite a distanza fra Di Maio e Tito Boeri (n.1 di Inps) spiega «Di Maio e Boeri mi sembrano i ladri di Pisa che di giorno litigano e di notte vanno d’accordo. Un intervento sulle pensioni d’oro è un atto di solidarietà che deve essere progressivo e temporaneo, limitato e che non può rispondere all’esigenza di alzare le pensioni basse che, fra l’altro, non sono pensioni sociali ma legate a contributi. Per rispondere alla condizione di povertà di milioni di pensionati meglio allargare il Rei». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GHISELLI
Secondo Roberto Ghiselli, se si vuole una riforma delle pensioni che superi l’impianto della Legge Fornero occorre che il Governo apra un tavolo di confronto con Cgil, Cisl e Uil. “Per cambiare le cose non basta parlare di quota 41 e di quota 100, tanto più con tutti quei vincoli, che, di fatto, non costituiscono una risposta. Oltretutto, la proposta del governo è assai discriminatoria, tutta sbilanciata a favore degli uomini che lavorano nelle regioni del Nord”, ha detto il Segretario confederale della Cgil intervenendo ai microfoni di RadioArticolo1. Il sindacalista non ha nascosto che lo strumento dell’Ape social “non ha funzionato per via dei paletti troppo rigidi che sono stati messi per un accesso reale delle persone”.
Quindi ha ricordato che la Cgil ha chiesto dei correttivi al meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, oltre che un ampliamento della platea dei lavori gravosi. Occorrerebbero puoi nuovi interventi a cominciare “dalle future generazioni, dalle donne e dal lavoro di cura, ponendo nel contempo condizioni reali e accessibili di flessibilità in uscita per tutti”. Pur condividendo l’idea di fondo di un intervento di equità sul sistema pensionistico, Ghiselli ha spiegato di non essere d’accordo con l’idea di un ricalcolo contributivo delle cosiddette pensioni d’oro. E ha anche fatto un accenno all’esistenza di un “problema di governance all’Inps”. Su questo tema, come noto, non è da escludere che il Governo decida di accelerare la riforma dell’Istituto nazionale di previdenza sociale.